Alcune ipotesi sulle origini della famiglia Lo Conte 

PREMESSA

Navigando su internet e scambiando informazioni e pareri con i "nuovi" cugini americani, durante una mia permanenza all'estero, è accresciuto in me l'interesse sulle origini e le possibili evoluzioni del mio cognome.

E’ una passione che ho sempre nutrito nel mio cuore, sin da ragazzo, quando mi piaceva stare ad ascoltare per ore le chiacchierate degli anziani della mia famiglia, i nonni, gli zii, i racconti a volte romanzati, a volte crudi e dettagliati sulle vicende di personaggi sconosciuti di un tempo o talvolta, forse, ancora viventi, in qualche modo legati a me con vincoli di sangue.

Credo che in ognuno di noi si celino, in qualche meandro della nostra coscienza, domande profonde, curiose, esistenziali come: Chi sono io? Da dove proviene la mia famiglia? Perché mi chiamo in questo modo? Cosa significa il mio cognome? Quali sono le caratteristiche tipiche, fisiche, caratteriali, genetiche di chi mi ha preceduto? Tra le migliaia di antenati, nel corso dei secoli, ci sarà stato qualcuno famoso, che ha lasciato un segno nella storia?

Io queste domande me le sono poste spesso, ma le mie conoscenze, il mio bagaglio culturale più tecnico che umanistico, non mi hanno permesso di trovare risposte immediate.

Non sono un esperto di genealogia, né ho una preparazione storica che mi permetta di avanzare ipotesi particolarmente attendibili, cioè basate, più che su fatti tramandati oralmente o scarsamente accertati, anche se spesso sufficientemente affidabili, su una metodologia rigorosamente scientifica. Inoltre, anche dopo il mio rientro in Italia, continuo a vivere sempre lontano dalla città d'origine della mia famiglia, e questo non mi permette di fare ricerche più approfondite seguendo i rigidi canoni della ricerca genealogica.

Tuttavia, in quasi vent’anni di approfondimenti, ho scoperto che, anche in questo settore, la tecnologia può essere di grande aiuto. Su internet esiste un’enorme mole di informazioni che in qualche modo possono essere utili, se non altro, ad avanzare delle ipotesi e creare le basi per un ragionamento logico, per riuscire a trovare qualche risposta alle domande sopracitate.

Quanto segue, pertanto, è scaturito esclusivamente da ricerche effettuate in rete, qualche consultazione di testi storici e le conseguenti elucubrazioni mentali realizzate dal sottoscritto con il supporto di tanti Lo Conte, Loconte, Loconto che mi hanno affiancato lungo il mio viaggio nel passato e che sono stati prodighi di apprezzamenti, consigli, suggerimenti, preziose informazioni.

Ciò non toglie che non appena riuscirò ad accumulare qualche giorno libero dagli impegni quotidiani, da dedicare al mio hobby, mi affiderò senza dubbio all’analisi delle tracce che la mia famiglia ha lasciato nella storia, secondo le classiche metodologie applicate nel settore delle ricerche genealogiche (esame dei registri comunali, diocesani, parrocchiali, etc.), via via confermando, modificando o accantonando, ad una ad una, tutte le ipotesi che scaturiranno da questo trattato.

Innanzitutto, prima di affrontare l'argomento e descrivere rapidamente come ho articolato la mia ricerca, vorrei esprimere il mio sentito ringraziamento a due persone che si sono rivelate di fondamentale aiuto per me e per tutto il lavoro da me svolto: il prof. Ph.D David LoConto, già professore di Sociologia alla Jacksonville State University of Alabama, e oggi capo Dipartimento di Sociologia presso la New Mexico State University in Las Cruses (New Mexico, USA) il primo dei "cugini" incontrati durante la mia permanenza negli Stati Uniti, colui il quale mi ha alimentato e dato un senso ad una passione che in fondo già covavo ma di cui ero ancora poco consapevole, e un'altra americana, Donna Troisi che, appassionata anch'essa di ricerche genealogiche e per mia fortunaoriginaria della stessa zona, mi ha fornito i frutti di tantissimi anni del suo lavoro, consentendo una rapida accelerazione nelle ricerche dei documenti già presenti online, da lei certosinamente tutti indicizzati.

Dal primo momento in cui mi sono avvicinato a questa disciplina mi ha affascinato la possibilità di poter approfondire, tramite la ricerca delle mie origini, tante altre discipline scientifiche e umanistiche che altrimenti non avrei mai immaginato di approcciare. Mi riferisco all’analisi storica di un particolare territorio rurale, per passare a quella nazionale, e addirittura a tutte quelle vicende internazionali che, in qualche modo, possono aver avuto a che fare con qualche mio antenato, dal medioevo ai giorni nostri. Ma non solo storia. La genealogia è una scienza molto complessa che spazia dall’antropologia alla sociologia, dalla letteratura, all’archivistica, per non parlare di giurisprudenza, di onomastica, di paleografia, di araldica e chissà quante altre branche dello scibile umano che ancora non ho esplorato.

Ma ci sono anche altri motivi, più intimi, che via via mi hanno portato ad approfondire le ricerche: ogni volta che ho scoperto l’esistenza, in un passato anche molto remoto, di un nuovo nucleo familiare, è un po’ come se fossi entrato a farne parte integrante, facendomi coinvolgere, trasportare in un vortice di nuove esperienze, antiche emozioni, profondi sentimenti, gioie innocenti e autentici dolori. Tutto questo soltanto leggendo poche righe, a volte anche poco comprensibili, scritte da una calligrafia d’altri tempi su registri consumati dal tempo.

Nell’affrontare questa ricerca mi sono posto due principali obiettivi: conoscere le origini della mia famiglia, cioè sapere da dove proviene, quali interessi, attività, imprese, caratteristiche più caratteriali che fisiche potevano avere i miei antenati e che magari potrei ritrovare in me stesso, e conoscere l’origine del casato, cioè riuscire a scoprire perché proprio “Lo Conte”.

Per puro ragionamento mi sono detto: i due obiettivi sono senz’altro legati e magari nel significato del nome è già contenuta tutta la storia della famiglia. Pertanto, per iniziare il lavoro, a premessa di tutto il ragionamento che sarà sviluppato in questo documento, mi sono posto la domanda: “come si fa a scoprire l'origine di un cognome?”.

Prima di partire con le ricerche storiche e cominciare ad elaborarne le conseguenti deduzioni, ho pensato di dare uno sguardo a come esso si distribuisce oggi sul territorio nazionale, tanto per avere un'idea della mole di lavoro che avrei dovuto svolgere. Vale a dire, se mi chiamassi Rossi non avrei mai potuto avanzare alcuna ipotesi, vista la mia scarsa esperienza nel settore, se non andando a ritroso nel tempo, sistematicamente, alla ricerca dei miei antenati tramite le documentazioni anagrafiche del paese di origine dei miei antenati più prossimi: Ariano Irpino. Con un cognome meno comune, come ho immaginato potesse essere il mio, probabilmente sarebbe stato possibile tentare qualche altro approccio, che mi avrebbe permesso, ad esempio, di saltare nello spazio e nel tempo alla ricerca di indizi per poi cercare di trovare dei possibili collegamenti tra essi.

Il procedimento che ho seguito, pertanto, parte dall'elencazione delle fonti in mio possesso, poi ho analizzato la situazione attuale, cioè la distribuzione del cognome e delle sue possibili varianti sul territorio mondiale. In particolare, ho esaminato con maggiore attenzione Italia, Francia e Stati Uniti, per motivi che vedremo in seguito. Successivamente ho fatto una breve analisi storica sull'area di maggiore concentrazione del mio cognome per individuare eventuali indizi, individui e agganci che potrebbero aver tramandato, nel corso dei secoli, di generazione in generazione fino ai membri della mia famiglia, il cognome Lo Conte.

Considerando che la città di origine della mia famiglia è Ariano Irpino (AV) già Ariano di Puglia, naturalmente ho concentrato le ricerche storiche e le analisi statistiche su quella città, non me ne abbiano a male i Lo Conte o Loconte non originari di quella zona d’Italia, anche se tuttavia, in maniera indiretta, anch’essi potranno sfruttare considerazioni e informazioni riguardanti i loro rami. Infatti, nelle mie ricerche non mi sono limitato al territorio arianese, cioè quell’angolo tra Campania, Puglia e Molise, crocevia di diverse culture sannitiche fortemente ad esso radicate, ma ho scandagliato diverse regioni italiane e ho anche ipotizzato qualche possibile origine straniera.

Per completezza, nel corso del mio studio, ho cercato di raccontare i fatti accertati relativi a tanti Lo Conte che in qualche modo sono apparsi nei documenti storici, tra gli eventi di rilievo e della cronaca nella carta stampata del secolo scorso, fino ai giorni nostri. Infine, ho fatto qualche cenno alla storia della “mia” famiglia, il mio ramo di appartenenza, o almeno per quel “poco” che sono riuscito a ricostruire finora.

Le conclusioni finali, come posso già anticipare, sono in realtà la premessa di una nuova serie di ipotesi su cui si potranno iniziare nuove ricerche sempre più approfondite.

Pur partendo da dati storici inconfutabili, il lavoro svolto finora si è basato sviluppando un ragionamento articolato anche su congetture, talvolta più realistiche, altre un po’ più fantasiose, praticamente quasi tutte ancora da dimostrare o che difficilmente potranno essere dimostrate. Ci tengo a ribadire che questo studio non pretende di fornire una risposta, quanto piuttosto invita a porsi delle domande, a fornire lo spunto per alcune riflessioni, non è altro che l’inizio di una lunga nuova ricerca che non si esaurirà qui, ma che sarà sempre aperta a nuovi contributi. 

LE FONTI

E' incredibile come possa essere facile trovare fonti d’informazione storica semplicemente navigando su Internet. Tramite questo formidabile mezzo telematico trovarsi a 1 km, 100 km o 10.000 km dalla città d’origine è pressoché la stessa cosa e ogni anno che passa la quantità di informazioni che vengono condivise globalmente cresce con un andamento esponenziale.

Libri e articoli

I documenti cartacei in mio possesso non sono molti. Inizialmente ho attinto soprattutto ad alcuni estratti di volumi di Gaetano Grasso pubblicati da Edizioni La Ginestra, trovati su internet su un sito web ormai in disuso e successivamente acquistati in libreria. Recentemente ho scoperto che tutta la sua preziosa bibliografia è disponibile e scaricabile da Google[1], in particolare la sua Storia di Ariano dalle origini al 2000 articolata su 5 volumi, oltre ad alcuni saggi su personaggi illustri di Ariano.

E’ stata utilissima la consultazione di alcuni passaggi dell'enorme lavoro effettuato dal grande storico del '700 Tommaso Vitale ed alcuni elaborati redatti successivamente da eccellenti studiosi arianesi contemporanei quali, ad esempio, Patrizia Moschillo, Pasquale Giardino, Cesare De Padua. Un libro particolarmente utile per comprendere, non tanto le possibili origini del cognome, ma soprattutto, un po’ più a fondo, la società arianese di fine '800 è la nota "Storia della Città di Ariano" di Nicola Flammia edita nel 1893 e ristampata recentemente dalla C&P Grafica (di Gianluca Lo Conte) di Ariano Irpino. Infine, ho attinto alcune preziose informazioni dai lavori raccolti da lodevoli associazioni culturali, come ad esempio l’“Associazione Amici del Museo”, l’“Associazione delle Sante Spine”, “Arnanah[2] dell’amico Emilio Chianca.

In particolare, i libri cartacei o in .pdf di carattere storico, che conservo gelosamente nella mia libreria personale e che trattano di Ariano, sono i seguenti:

  1. "Storia della Regia Città di Ariano e sua Diocesi" di Tommaso Vitale, Salomoni, 1794 (in versione digitale)
  2. “Storia della Città di Ariano – dalla sua origine all’anno 1893” di Nicola Flammia, 1893 – ristampa C&P Grafica 2016.
  3. “Ariano – dall’Unità d’Italia alla Liberazione, libro secondo: dall’inizio del secolo al 1945” di Gaetano Grasso, La Ginestra, 1994.
  4. "Ariano - dalle origini alla fine del 1700. Rielaborazione in linguaggio moderno dell'opera di Tommaso Vitale" di Gaetano Grasso, La Ginestra, 2007 (versione digitale)
  5. "Ariano - dalla fine del 1700 al 1860" di Gaetano Grasso, La Ginestra, 2008 (versione digitale)
  6. "Ariano - dall’Unità d’Italia alla Liberazione, libro primo: dal 1860 alla fine del secolo” di Gaetano Grasso, La Ginestra, 1994 (versione digitale)
  7. "Ariano - dal 1946 al 2000 (nelle memorie di un protagonista)" di Gaetano Grasso, La Ginestra, 2013 (versione digitale)
  8. "Alle origini del socialismo in Irpinia - Oreste Franza e la politica del suo tempo", di Gaetano Grasso (versione digitale) 
  9. “Racconti popolari dell’Arianese” di Emilio Monaco, Associazione culturale “A. Covotta”, 1996.
  10. “Ariano – la lotta per il potere nella prima metà del ‘700” di Patrizia Moschillo, Ed. La Ginestra, 1997.
  11. “Aequum Tuticum” rivista dell’Associazione Amici del Museo, anni 2004, 2005, 2006, 2009, 2022.
  12. “Le donne di Ariano” di Antonio Alterio, Grafiche Lucarelli, 2006.
  13. “Catalogo dei vescovi di Ariano” di Fabio Barberio, 1635 - traduzione, note e postfazione di Stanislao Scarpati, Associazione Circoli Culturali “Pasquale Ciccone”, 2006.
  14. “Ariano – Storia e assetto urbano, dalle origini al tramonto dell’età moderna”, volume I di Cesare de Padua e Pasquale Giardino, Associazione Culturale Arnanah, 2008.
  15. “Ariano – Storia e assetto urbano, Il Risorgimento”, volume II, tomo 1 “dalla crisi dell’Ancien Régime alla rivoluzione del 1848-1849” di Cesare de Padua e Pasquale Giardino, Associazione Culturale Arnanah, 2011.
  16. “Ariano – Storia e assetto urbano, Il Risorgimento”, volume II, tomo 2 “dalle Due Sicilie al Regno d’Italia” di Cesare de Padua e Pasquale Giardino, Associazione Culturale Arnanah, 2013.

Inoltre, nella mia libreria, conservo gelosamente un libro "storico" che non tratta di storia ma è la raccolta di "Poesie Popolari" di Pietro Paolo Parzanese stampato nel 1876, un piccolo volume che, tramite le poesie, le filastrocche, gli stornelli della tradizione popolare arianese ci descrive una realtà ormai  scomparsa, valori e tradizioni purtroppo spesso dimenticati. Ho raccolto, infine, diversi volumi di autori locali, di racconti, versi e foto d'epoca: Luigi Pietrolà ("Arianese si nasce", "Lu iianco e lu nniro"), Luigi Albanese ("Burroni, frane arianesi e ... dintorni", "I monumenti al poeta Parzanese ed i suoi richiami dall'aldilà", "Cronache arianesi"), Nicola Prebenna ("Barbe e virgulti"), Ottaviano d'Antuono ("La Fontana di Camporeale", "Santa Maria dei Martiri di Ariano"), Nicola Cuordoro ("La Collina della Vergogna 2030"), Tonino La Vita ("La Vita nel regno della Morte"), Stanislao Scarpati ("Antologia Arianese, la cattedrale ed altri monumenti"), Tito Savelli ("Drammi corti"),  Gabriele Grasso ("Il Castello di Ariano"), Emerico Pisapia ("Il Duomo di Ariano"), Gaetano Grasso ("Addore d'antico", "Vocabolario Arianese Italiano").

Certificati di stato civile

Alcuni certificati anagrafici di miei antenati, nascita e matrimonio, mi sono stati forniti da David LoConto, che li ha fotografati durante il suo viaggio in Italia nel 2005, e da Roberto Vitillo[3], un arianese, altrettanto appassionato della storia della sua famiglia, che durante le sue ricerche ha incrociato tracce utili anche alle mie. Ma la svolta epica nelle mie ricerche è avvenuta recentemente, grazie a Donna Troisi (alias Donna T), un'americana di origini campane/irpine che non solo ha raccolto un'infinità di dati sulla sua famiglia (principalmente le casate Purcaro, Scaglione, Rizzo e Grasso), ma che è stata estremamente generosa a condividere il suo grande lavoro di indicizzazione dei registri e pubblicazione on line sui siti ArianoIrpinoGenealogy[4] e MyItalianFamilies[5] dei risultati delle sue ricerche. Grazie al suo certosino lavoro, coadiuvata da alcuni collaboratori tra cui Pino Sicuranza, Antonio Schiavone, Kim Paul de Franza e il sottoscritto, i certificati anagrafici degli arianesi dal 1809 al 1940, con i relativi allegati, sono stati tutti indicizzati.

Chi è appassionato di genealogia saprà sicuramente apprezzare quanto sia preziosa l’opera di indicizzazione, che consiste nel trascrivere in forma digitale (al computer) i contenuti degli atti di stato civile, fotografati, microfilmati o scannerizzati, che spesso risultano quasi illeggibili anche ad un occhio esperto, a volte per calligrafie improbabili, a volte per il cattivo stato dei documenti, deteriorati da decenni di umidità, se non addirittura distrutti da incendi o topi. Per non parlare della interpretazione e traduzione dal latino dei documenti più antichi.

Sul sito internet “Antenati[6], del Servizio Archivistico Nazionale della Direzione Generali Archivi del Ministero per i beni e le attività culturali, è possibile consultare e scaricare le immagini degli atti di nascita, di matrimonio e di morte di molte provincie italiane. In particolare, per quanto riguarda la provincia di Avellino e soprattutto Ariano Irpino sono presenti:

  • tutti i documenti dello Stato civile napoleonico di Ariano (1809 – 1815);
  • tutti i documenti dello Stato civile della restaurazione di Ariano (1816 – 1865);
  • tutti i documenti dello Stato civile italiano di Ariano di Puglia (1866 – 1929) e i relativi allegati (atti di nascita solo fino al 1915);
  • i documenti dello Stato civile di Ariano Irpino (AV) (1930 – 1940) degli atti di matrimonio, delle pubblicazioni di matrimonio e degli atti di morte con relativi allegati.

Per dare un’idea della mole di informazioni rese disponibili dal sito Antenati, ad oggi sono pubblicati 1,7 milioni di registri appartenenti a 85 archivi di stato italiani, per un totale di circa 140 milioni di pagine scannerizzate!

Catasto Onciario

Carlo III di Borbone, a metà del XVIII secolo, fece fare un grande censimento detto Catasto Onciario in tutto il Regno delle Due Sicilie in modo da riscuotere le tasse proporzionalmente ai redditi dei sudditi. Gli elenchi del Catasto Onciario[7] di Ariano del 1754 sono disponibili in parte su internet. Sono riuscito ad ottenere l'elenco completo, soprattutto per i nuclei familiari appartenenti ai diversi rami Lo Conte, grazie al Sig. Antonio Piscitelli, che ringrazio cordialmente per la sua disponibilità.

Elenchi telefonici e siti specializzati

Per l'analisi della distribuzione del cognome ho inizialmente consultato personalmente le pagine bianche italiane[8], francesi[9] ed americane[10]. Tuttavia, al giorno d’oggi, si tratta di un metodo poco attendibile dato che ormai sono pochi coloro che hanno un telefono fisso, e ancor meno coloro che sono riportati negli elenchi telefonici per la tutela della privacy. 

Pertanto, ho approfondito l’analisi della distribuzione dei cognomi sul territorio nazionale attraverso la consultazione di alcuni siti specializzati, che negli ultimi anni, grazie alla crescente passione in tutto il mondo per le ricerche genealogiche, si sono moltiplicati e perfezionati:

Archivi dei Mormoni

I Mormoni[11], cioè gli appartenenti alla Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, stanno realizzando un progetto molto interessante.

Secondo la dottrina del Mormonismo, la salvezza del Creato è legata alla conoscenza della Verità che è un’esclusiva dei suoi adepti. Fortunatamente, la Conoscenza può essere tramandata non solo ai discendenti, come è naturale che sia tramite il battesimo, ma anche a ritroso nel tempo, mediante il rito del battesimo post-mortem dei propri antenati. Pertanto, maggiore è il numero di antenati rintracciati, più esteso sarà l’albero genealogico ricostruito di ciascuno dei membri della Chiesa dei Mormoni, più numerosa sarà la popolazione, di tutti i tempi, che potrà ottenere la Salvezza Eterna.

A tale scopo, stanno raccogliendo milioni di dati sugli alberi genealogici di tutto il mondo per fare in modo che rimanga una memoria storica di tutto il genere umano. E' un'opera mastodontica che prosegue da molti anni e che viene conservata in microfilm protetti in un bunker antiatomico situato a Salt Lake City nello Utah (USA). A partire dal 1999, parte dei dati già raccolti, che per motivi di privacy riguardano soltanto persone decedute, sono disponibili per la consultazione su internet. Per quanto riguarda i dati non ancora pubblicati è possibile ottenerli direttamente presso le loro sedi dislocate ovunque nel mondo.

Archivi dei registri degli emigrati in America

Per quanto riguarda la parte americana della famiglia, emigrata a cavallo tra il XIX ed il XX secolo, risulta utile la consultazione dei registri, in parte disponibili on line[12] , dove sono riportati tutti i dati degli emigranti sbarcati a New York. Purtroppo, a quanto mi risulta, i miei parenti più prossimi sbarcarono a Boston ed i relativi registri non sono ancora disponibili, o lo sono soltanto a pagamento, comunque, al momento, per le mie ricerche, non è stato necessario addentrarmi a fondo anche in quei registri.

Da sottolineare, alcune storie ricostruite attraverso le informazioni colte proprio da quei registri, intrecciate con quelle dei registri di stato civile italiani, che narrano spesso di giovani ragazzi italiani che lasciavano i loro cari e affrontavano con grande coraggio, dignità e speranza quei viaggi infiniti oltreoceano, verso un paese profondamente diverso, carichi di sogni, di aspettative e pronti ad affrontare le tante insidie di un ambiente ad essi completamente ignoto.

Più avanti, nel nostro viaggio a ritroso nel tempo, racconterò di una di quelle storie, avvincente e molto istruttiva, che ci farà comprendere quanto sia importante, anche per la nostra società moderna, spesso basata soltanto su tecnologia e superficialità, vivere, attraverso il ricordo dei nostri antenati, le loro esperienze e le loro emozioni, così intense e cariche di valori universali.

Tradizione orale

Un'altra fonte che ho utilizzato è naturalmente la tradizione orale, tramandata per generazioni, arrivata a me direttamente dalle persone più anziane della mia famiglia o tramite racconti raccolti da David LoConto e da altri collaboratori che si sono aggiunti successivamente, grazie alla pubblicazione online di questo mio stesso trattato.

Nelle mie ricerche mi è capitato spesso di trovare una sorprendente corrispondenza tra quanto tramandato oralmente e quanto riscontrato nei documenti storici.

Purtroppo, però, è una triste lotta contro il tempo: le persone più anziane, quelle che possono condividere e trasmettere ancora i loro ricordi sulle relazioni, gli aneddoti, le curiosità riferiti ai nostri antenati, se ne stanno andando, uno alla volta portandosi dietro di sé un infinito bagaglio di informazioni preziosissime per gli appassionati di questa particolare disciplina che è la genealogia.

Internet

Negli ultimi anni mi sono state di grande aiuto anche le nuove piattaforme telematiche, i blog[1], i forum di discussione, i nuovi social networks, come ad esempio Instagram, Twitter, Linkedin e soprattutto Facebook, su cui ho creato un gruppo di discussione[2] "ad hoc", e altri gruppi, a cui partecipo, anche attivamente, dedicati alla condivisione delle esperienze nel campo delle ricerche genealogiche.

In particolare, i siti di maggiore interesse che conservo tra i miei preferiti e che consulto regolarmente sono:

Infine, devo menzionare le numerose email ricevute da persone semplicemente incuriosite, essendo in qualche modo legate al mio cognome, che hanno voluto fornire un contributo di pensiero, spesso anche molto utile e interessante, alle mie elucubrazioni mentali.

[1] https://www.pietroloconte.it

[2] http://www.facebook.com/group.php?gid=30327983812

 

LA DISTRIBUZIONE SUL TERRITORIO

Per l'analisi della distribuzione del cognome sul territorio italiano ho subito fatto alcune considerazioni. Ho cercato innanzitutto il cognome con spelling esatto "Lo Conte", poi ho pensato a quali possibili deformazioni potrebbe aver subito nel tempo e sul territorio, ed ho visto che in Italia  soltanto un altro cognome parimenti diffuso potrebbe avere le stesse origini: "Loconte".

Un altro cognome "Conte", enormemente più diffuso quasi come il classico "Rossi", invece non mi risulta di aiuto proprio perché troppo comune e con origini indecifrabili, per chi come me non è particolarmente esperto, almeno dal punto di vista geografico.

Nell’ambito delle mie ricerche, tuttavia, ho scoperto che anche il cognome “Del Conte” non è poi così diverso e lontano dal mio. Infatti, tra i miei antenati, a cavallo tra il ‘700 e l’800 ho trovato atti di nascita, matrimonio e di morte che riportavano tale dicitura. Pertanto, ho analizzato anche la distribuzione di questo cognome.

Le infinite deformazioni subite dal cognome quando i nostri antenati sono emigrati all'estero (Loconto, Laconto, Laconte, etc) non sono presenti in Italia o, in qualche caso, si tratta di immigrazioni di ritorno.

Il sito Forebears.io è molto interessante perché riesce a fare un’analisi della distribuzione dei cognomi in tutto il mondo. L’incidenza globale dei “surnames” che presentano analogie con il nostro è la seguente (dato aggiornato al 2014):

quantità

cognome

paese di maggiore presenza

142.305

Conte

Guinea, Italia (42.066), USA

124.378

Conti

Italia (80.842), USA, Brasile

17.288

Conté

Italia (7.769), USA, Francia

19.621

Leconte

Francia, Haiti, USA

4.375

Lecointe

Francia, USA

4.085

Loconte

Italia (2.800), USA

3.011

Lo Conte

Italia (2.651), Svizzera

2.199

del Conte

Italia (1.433), Brasile

943

Laconte

USA, Francia

261

del Cont

Italia (125), Argentina

241

Lacointe

Francia

235

Lo Conti

Italia (226)

234

Loconto

USA

209

Locanto

Italia (140), USA

205

Loconti

USA, Italia (2)

200

Locante

USA, Filippine

173

del Conti

Brasile, Italia (64)

140

Lacounte

USA, Canada

88

La Conte

Italia (45), USA

76

La Count

USA, Canada

50

Laconto

USA

46

La Cante

Sud Africa

27

del Contte

Argentina

14

La Conti

USA, Svizzera

8

La Counte

USA

6

Luconte

USA

2

Locunto

Italia

 

Le informazioni sulla distribuzione del cognome sul territorio sono state tratte dai siti Gens[14], Cognomix[15] e Forebears[16].

Cognome “Lo Conte”

Iniziamo l'analisi esaminando la distribuzione del cognome Lo Conte sul territorio mondiale.

Secondo il sito Forebears, gli individui che portano il cognome Lo Conte nel mondo sono 3011.

In Italia sono 2651.

In Campania sono 1480.

In provincia di Avellino sono 1359.

Se invece vogliamo contare le famiglie secondo il sito Cognomix.it:

 

    277    in Campania

42   in Sicilia

      71    in Toscana

36   in Piemonte

      44    nel Lazio

34   in Puglia

      43    in Emilia-Romagna

21   in Lombardia

Questa è la distribuzione delle famiglie Lo Conte nelle varie provincie italiane secondo il sito Gens.info, c’è qualche piccola differenza rispetto al sito Forebears, ma si può ritenere trascurabile.

Entriamo un po’ più nel dettaglio della distribuzione del cognome in Campania:

256 in prov. Avellino

4 in prov. Salerno

  10 in prov. Napoli

1 in prov. Caserta

    6 in prov. Benevento

 

Dalla figura si nota la massima concentrazione in Alta Irpinia, al confine tra Campania e Puglia.

208 ad Ariano Irpino

5 a Bonito

   13 a Montecalvo Irpino

4 ad Avellino

     9 a Flumeri

3 a Zungoli

     7 a Melito Irpino

3 a Grottaminarda

Dalle figure precedenti si può riepilogare che i Lo Conte in Italia sono circa 600 famiglie, distribuite su 192 comuni. Vivono in prevalenza in Campania (277 famiglie), quasi esclusivamente nella provincia di Avellino (256) ed in particolare ad Ariano Irpino (208). Tutto ciò era ampiamente prevedibile, come poteva essere plausibile una loro forte presenza nelle solite regioni di emigrazione campana (Toscana e Prato in particolare, Lazio, Piemonte, Emilia-Romagna, Lombardia). Tuttavia, esiste anche una discreta presenza in Sicilia (42) ed in particolare nella provincia di Messina (17) ed a Mussomeli (Caltanissetta) (13).

Se invece del numero di famiglie volessimo esaminare il numero di persone presenti in Campania, questa è la distribuzione dei Lo Conte nei vari comuni (quantità stimate dal sito Campania.indettaglio.it)[17]:

    676  Ariano Irpino (AV)

      35  Montecalvo Irpino (AV)

      32  Melito Irpino (AV)

      32  Flumeri (AV)

      21  Napoli

      20  Bonito (AV)

      16  Grottaminarda (AV)

      12  Avellino

        8  Zungoli (AV)

        6  Battipaglia (SA)

        6  San Giorgio del Sannio (BN)

 

Cognome “Loconte”

Passiamo alla variante Loconte. Gli individui che portano questo cognome nel mondo , secondo forebears, sono 4099.

Secondo Cognomix le famiglie Loconte in Italia sono distribuite in questo modo:

Questa è la distribuzione nelle provincie italiane secondo il sito Gens. Si può notare che gran parte dei Loconte (427 famiglie in Italia distribuite su 124 comuni) vive in Puglia (303) di cui 227 famiglie sono presenti nell'area di Andria (114) e nel quadrilatero tra Andria, Barletta, Bari e Bitetto (113).

Come per i Lo Conte, anche i Loconte sparsi per l'Italia si trovano nelle regioni tipicamente scelte dall'emigrazione pugliese del XX secolo (Lazio, Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna).

La prima cosa che salta agli occhi è quanto una mia convinzione fosse completamente sbagliata. Avevo sempre creduto, infatti, che i "Lo Conte" fossero in prevalenza campani ed i "Loconte" in prevalenza siciliani e invece ciò è vero solo in parte.

Infatti, per il cognome "Lo Conte" la più grande di concentrazione si trova nella provincia di Avellino, mentre per il cognome "Loconte" si ha una forte concentrazione in Puglia e soprattutto tra le provincie di Andria (BAT) e Bari.

Cognome “Conte”


Visto che mi trovavo ho anche provato a vedere la distribuzione sul territorio nazionale del cognome senza articolo: Conte.

  Come prevedibile, le 8185 famiglie Conte sono distribuite su 1834 comuni. Il risultato è piuttosto frammentato anche se prevale sempre una maggiore presenza nel sud ed in particolare a Napoli e nella Puglia meridionale (Salento), ma esistono anche grosse colonie venete, lombarde e piemontesi.

Alcuni esempi da ricordare sono il napoletano Salvatore Conte del romanzo e serie TV Gomorra di Andrea Saviano, il grande ex calciatore ed allenatore Antonio Conte che viene da Lecce e il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte che viene dalla provincia di Foggia.

Da notare tuttavia che le aree di maggior concentrazione di Lo Conte e Loconte, anche se molto vicine, non coincidono esattamente con le zone preferite dai Conte e questo porterebbe ad escludere mescolanze tra i vari ceppi, a meno di piccoli rami Lo Conte che nei trasferimenti in aree dove il cognome non era già conosciuto, potrebbero aver perso l’articolo. Qualche sospetto in questo senso, potrebbe riguardare le famiglie Conte della provincia di Foggia (tra cui quella del già citato politico Giuseppe Conte, originario di Volturara Appula), molto vicina ad Ariano.

Cognome “Del Conte”

Mosso dalla curiosità ho provato ad esaminare la distribuzione del cognome Del Conte che ho sorprendentemente trovato tra i miei antenati.

  Dalle mie ricerche mi risultava che i Del Conte, che ho trovato tra le famiglie più facoltose e dotte di Ariano, provenissero dalla provincia di Foggia, e ancora oggi quell’area presenta una maggiore concentrazione del cognome. Infatti, delle 407 famiglie presenti in Italia, 92 si trovano in Puglia, 78 in Piemonte, 48 nel Lazio e 43 in Toscana. Volendo trascurare quelle del centro-nord, ben 67 famiglie Del Conte si trovano  nella provincia di Foggia e in particolare a Vico del Gargano (41).

Riassumendo, anche da punto di vista statistico e demografico, c’è una certa attinenza tra i rami Lo Conte e Del Conte, come confermato dalle informazioni raccolte sulla mia famiglia, ma non è chiaro se coloro che abitano nell’area del Gargano possono avere un’origine comune.

 

Significato del cognome

 

Per indirizzare nella giusta direzione la ricerca sulle possibili origini di un cognome, a mio parere, occorre innanzitutto individuarne, se possibile, il significato, in quanto spesso già nello stesso cognome si possono trarre utili indicazioni. In particolare, se si trattasse di un cognome chiaramente associabile ai trovatelli (Esposito, Deodato, Proietti, etc.) già sappiamo che la ricerca a ritroso nel tempo, prima o poi, si fermerebbe bruscamente ad un certo punto del passato quando troveremmo la dichiarazione di una “pia ricevitrice” in merito al rinvenimento di “un bambino avvolto in fasce”, etc. etc. “che non presentava alcun segno di riconoscimento”, etc. etc..

Nel nostro caso specifico, forse siamo abbastanza fortunati in quanto “Lo Conte”, apparentemente, non sembrerebbe rientrare nella specifica fattispecie.

Per quanto riguarda il significato del cognome, a premessa di ogni considerazione, bisogna analizzare alcuni fattori. I primi cognomi apparirono in Italia nel IX secolo come prerogativa distintiva di una classe privilegiata. Successivamente, a poco a poco, il fenomeno si diffuse sempre più, fino ad arrivare, in epoca rinascimentale, ad essere piuttosto comune.

Non era ancora, comunque, una caratteristica ereditaria, ma piuttosto un carattere distintivo della persona. Solo i nobili trasferivano ai figli primogeniti l'uso dell'identificativo del casato, che così si perpetuava per motivi legati principalmente all’eredità del patrimonio nobiliare e finanziario.

In generale, la maggior parte dei cognomi italiani nacque tra l’XI e il XIII secolo, e divenne obbligatorio averne uno dopo il Concilio di Trento del 1564, quando la Chiesa cercò di mettere ordine registrando tutti i battesimi con nome e cognome per evitare matrimoni tra consanguinei. Ad ogni modo, ciò non evitò che, da una generazione alla successiva, venissero apportate modifiche anche importanti che hanno via via generato nuovi ceppi. Da allora l’evoluzione dei cognomi non si è mai arrestata e possono continuare a cambiare anche spesso nell’arco di poche generazioni.

Una vera e propria statistica riguardante l'origine dei vari cognomi non esiste, ma si stima che, in Italia:

  • il 35% dei cognomi sia di origine onomastica, cioè derivi dal nome proprio di un capostipite (De Filippo, D'Antonio, Di Iorio, Del Piero, etc.)
  • il 35% abbia relazione con la toponomastica, cioè faccia riferimento a nomi di paesi o località o zone (Di Napoli, Catanea, Napolitano, Albanese, etc.),
  • il 25% sia un soprannome relativo a
    • caratteristiche fisiche del capostipite (Gobbo, Rosso, Mancino, Grasso),
    • la sua professione, il suo mestiere o la sua carica sociale (Sella, Ferrari, Ferrero, Molinario, etc.)
  • la rimanenza (5%) si divide tra:
    • un 3% di derivazione straniera recente
    • un 2% che si può ricondurre ai nomi di fantasia, augurali, che la carità cristiana riservava ai trovatelli (Esposito, Amodio, De Jesus, etc.).

In genere, anche quando facevano riferimento a luoghi, mestieri o ai nomi degli antenati, si trattò soprattutto di soprannomi assegnati e consolidati dalla gente comune o dai funzionari municipali.

Volendo trascurare, per ora, l’articolo e focalizzando l’attenzione sulla parola Conte, per assonanza, anche in altre lingue (come lo spagnolo e il francese), si può ricondurre a tre possibili significati:

  • il titolo nobiliare omonimo;
  • l’attività del dar di conto intesa come rendere conto, contare o fare i conti;
  • l’attività del dar di conto intesa come raccontare.

Siti specializzati[18] affermano che di norma cognomi come Conte/Conti e similari derivano normalmente da soprannomi legati a dei capostipiti in qualche modo connessi con dei Conti, o perché al loro servizio, o per loro atteggiamenti abituali, o per la somiglianza fisica, o per altri motivi similari. Soprannomi (il cognomen nell'antica Roma era il soprannome) che potevano avere un’origine fortemente legata ad aspetti e caratteristiche effettivamente reali ovvero al contrario avere un’origine ironica e canzonatoria.

Pertanto, per fare qualche ipotesi sull’origine del cognome è necessario individuare le possibili motivazioni che ne hanno determinato la creazione, e di conseguenza è necessario approfondire il contesto storico, geografico e demografico della regione in cui è apparso.

Supponiamo, pertanto, che il termine “Conte” faccia riferimento al titolo nobiliare omonimo, ipotesi che credo possa essere confermata dal fatto che negli antichi documenti, fino a un secolo fa, il cognome veniva scritto "lo Conte" con la "L" minuscola e che spesso ho trovato le stesse persone su documenti diversi (atti di nascita, matrimonio, morte) con appellativi diversi ma comunque similari (Conte, lo Conte, del Conte, de lo Conte e dello Conte) e comunque riconducibili, a seguito di approfondite analisi comparative, sempre alle stesse persone.

Se la città di origine fosse proprio Ariano (oggi Irpino), bisogna tener conto che la città è stata effettivamente una contea per circa cinque secoli (dalla fine del X alla fine XV secolo).

Partendo da questa ipotesi, la presenza dell’articolo davanti al termine Conte potrebbe far supporre che ci si riferisse al “CONTE” per antonomasia, e quindi uno di quelli che nella storia di Ariano rimase memorabile:

  • il “Conte di Ariano” (di cui non si conosce il nome) che una notte di aprile del 1001, secondo la tradizione, si rese testimone di un evento miracoloso, l’apparizione della Madonna Incoronata di Foggia e in quel luogo fece costruire il santuario;
  • “il Conte Gerardo”, “il Conte Giordano” e “il Conte Ariberto”, normanni risalenti ai primi del XII secolo, che portarono la città al sua massimo prestigio;
  • “il Conte Enrico di Vaudemont (o Valdimonte)” del XIII secolo, angioino, legato al re Carlo I che donò alla città le “Sante Spine della Corona da Gesù Cristo”, evento rimasto indelebile nei ricordi degli Arianesi;
  • il "Conte Elzeario de Sabran” del XIV secolo, provenzale, uomo di grande carità, proclamato santo e copatrono di Ariano assieme a sua moglie Delfina;
  • “il Conte Inigo de Guevara” e suo figlio “il Conte Pietro de Guevara” del XV secolo, aragonesi e ultimi conti di Ariano.

Abbiamo accennato al fatto che i nobili avessero già un cognome, un casato da tramandare ai propri discendenti (Vaudemont, Sabran, Guevara) pertanto ritengo che, se il nostro antenato fosse in qualche modo legato ad uno di loro, non poteva esserne un discendente diretto, ma soltanto uno che ne era in qualche modo vicino, che lavorasse per lui (“quiro di lu conte” quello che lavora per il conte) oppure qualcuno che fosse legato al Conte per altri motivi, per esempio fosse un suo figlio naturale o soltanto uno che si autoproclamava tale.

Come già anticipato, un forte indizio che porterebbe a questa origine è la presenza di alcuni nuclei familiari di Ariano risalenti al XVIII secolo, ed ora estinti, che si chiamavano “Dello Conte”. Inoltre, dall'analisi degli atti di matrimonio e di morte della prima metà del XIX secolo, spesso mi è capitato di incontrare stesse persone chiamate indifferentemente a volte Conte, a volte Lo Conte e a volte Del Conte, per cui sembrerebbe che in passato l'articolo e/o la preposizione che si anteponeva al cognome non fossero poi così importanti e determinanti, per l'individuazione di uno specifico casato, ma piuttosto comuni nel linguaggio scritto burocratico.

Naturalmente queste disquisizioni non escludono la possibilità, assolutamente non trascurabile, che il soprannome “lo conte” abbia soltanto origini beffarde, canzonatorie, ironiche sull’atteggiamento snob o, viceversa, eccessivamente volgare del nostro ignoto antenato.

Se non fosse legato al titolo nobiliare il termine “Conte” potrebbe riferirsi ad un mestiere tipo Contabile o esattore delle tasse (quiro di li conti), ma la ritengo un'ipotesi estremamente poco probabile, almeno per quanto riguarda i rami arianesi, mentre altrove, effettivamente, potrebbe aver assunto altri significati.

Infatti, recentemente sono entrato in contatto con Elio Lo Conte, illustre rappresentante della colonia siciliana del nostro cognome il quale mi ha raccontato un grazioso aneddoto. Sembra che ci fosse un certo Peppe, intorno al 1700, che da Savoca (vicino Santa Teresa, provincia di Messina, non distante da Taormina) un giorno fu mandato a Messina per risolvere una questione di terreni che riguardava varie famiglie locali e la risolse così bene che i paesani, soddisfatti, al suo ritorno lo soprannominarono "Peppe U Conti" e da qui derivò poi il cognome Lo Conte (per il gruppo di quella zona). Naturalmente potrebbe trattarsi solo di una leggenda, ma l'episodio è significativo in quanto sta a dimostrare come si siano generati molti cognomi della nostra penisola. Inoltre, questa diversa origine potrebbe giustificare l’”anomala” presenza del cognome in Sicilia. Si tratterebbe soltanto di una coincidenza, di due cognomi identici che si sono originati in maniera completamente indipendente.

Tra l'altro ho recentemente scoperto che i Lo Conte di Savoca, insieme ai Moschella, Lo Giudice e Bartolotta, erano una delle famiglie più note della comunità ebraica di quella città[19]. Questo dimostra il ruolo che effettivamente potevano avere i primi Lo Conte siciliani quali "esattori" o comunque detentori di una particolare predisposizione alla gestione del denaro. Questa informazione ci dice anche che, nella considerazione che, nel 1492, re Ferdinando II d'Aragona emise il Decreto dell'Alhambra, che ordinava a tutti gli ebrei del Regno di Sicilia di abbandonare il regno o convertirsi al Cristianesimo, i Lo Conte che sono rimasti in Sicilia potrebbero essere i discendenti di quelli che hanno optato per la conversione o per un cristianesimo giudaizzante, ma si tratta di ipotesi senza ulteriori informazioni in merito. A questo punto ci potrebbe essere una piccola possibilità che un ramo minore della stessa famiglia abbia invece optato per l'esilio, spostandosi nel Regno di Napoli, in Campania.

Volendo restare legati all'origine campana, piuttosto che sicula, nel nostro caso tenderei a trascurare questa possibilità. Infatti, a mio parere, se esaminiamo il dialetto campano, o anche quello pugliese, le possibili deformazioni che esso avrebbe potuto generare, partendo dall’attività di contabile o esattore o strozzino, sarebbero del tipo Lo Cunto o Li Cunti, piuttosto lontani da Lo Conte. Inoltre, in ogni caso, come vedremo in seguito, ho trovato tracce di Lo Conte ad Ariano che risalgono a qualche anno prima del 1492 e pertanto incompatibili con un ipotetico esodo a seguito del Decreto dell’Alhambra.

Se fosse Lo Cunto (o Li Cunti), in realtà potrebbe avere ancora un altro significato, più attinente ai termini “il racconto”, “la storia” o “la questione” e vedremo più avanti che questa ipotesi non sarebbe poi così campata in aria se andassimo a cercare altrove, ad esempio nel sud della Francia, in Provenza.  

Sulla base di tutte le considerazioni fatte, sembrerebbe, pertanto, che qualora il significato fosse legato al titolo nobiliare, si potrebbe confermare un’origine campana, altrimenti potrebbe essere siciliana. Altre ipotesi, legate alle possibili origini italiane o straniere del nome, verranno considerate nei prossimi capitoli.

 

Possibili origini, ipotesi autoctona

 Per quanto appena visto, nel seguito trascurerò eventuali associazioni con il cognome Conte perché, come già accennato, non credo che andremmo molto lontani, vista la notevole diffusione su tutto il territorio di quel cognome. Tuttavia, nei vecchi documenti anagrafici e catastali (1750 - 1900) il cognome era scritto "lo Conte", con l'articolo minuscolo, e questo fatto potrebbe aver indotto, talvolta, qualche burocrate ad eliminarlo, oppure, viceversa, potrebbe essere stato aggiunto in un secondo momento al cognome originario "Conte".

Dai dati finora raccolti è già possibile trarre qualche considerazione: escludendo i Lo Conte/Loconte sparsi per il resto d'Italia, le due città con maggiore concentrazione sono Ariano Irpino per i "Lo Conte" ed Andria per i "Loconte". Per quanto riguarda i “Del Conte”, al momento non posseggo ancora sufficienti informazioni per avanzare ipotesi di comunalità anche se la loro maggiore concentrazione nella provincia di Foggia e in particolare il Gargano può fornire qualche spunto interessante, da approfondire.

In effetti, a seguito di rapida ricerca tra i siti specializzati di araldica e storia della nobiltà italiana, ho scoperto che tra i casati nobili della città di Milano rientravano i Del Conte, famiglia di dottori di collegio, e i Del Conte di Carella Pieve d'Incino. Inoltre, ben 9 membri delle famiglie Conte (o Del Conte) nel 1380 fecero parte del famoso Consiglio Generale dei 900 nobili di Milano. Non ho alcuna prova che un Del Conte di Milano sia arrivato a fine XIV secolo ad Ariano e successivamente, nel corso del XV secolo il cognome Del Conte sia diventato De lo Conte e, successivamente, lo Conte, tuttavia è un dato di fatto che il futuro Duca di Milano, il toscano Francesco Sforza, figlio di Muzio Attendolo, fu nominato dalla regina Giovanna II d’Angiò, appena sedicenne, conte di Ariano nel 1417.  Questo evento potrebbe essere quello ricordato da alcuni arianesi che narrano di un Lo Conte che combatté a favore del papa (con gli Angioini) contro gli Aragonesi. Infatti, Francesco Sforza fu effettivamente un grande condottiero che, tra l’altro, combatté a favore di Luigi d’Angiò contro Alfonso d’Aragona.

Come già anticipato, la presenza in Sicilia si può ritenere trascurabile, in quanto si potrebbe trattare di una colonia trasferitasi in un momento diverso o di un ceppo casualmente omonimo, indipendente, nato localmente.

La mia famiglia è originaria di Ariano Irpino, pertanto ritengo di essere abbastanza fortunato in quanto sembrerebbe che Ariano sia proprio la città di origine del mio cognome, oppure, comunque, è la città in cui il mio cognome, per qualche motivo, si è maggiormente sviluppato e diffuso.

Altro elemento che lega inevitabilmente il cognome Lo Conte con Ariano Irpino è la notevole presenza di Lo Conte nella città al punto da essere al secondo posto nella classifica[20] dei cognomi più diffusi (quantità stimate):

822

676

414

301

277

259

224

212

209

188

Grasso

Lo Conte

Cardinale

Albanese

Molinario

De Gruttola

Riccio

Vitillo

Scaperrotta

Manganiello

Sarebbe stato interessante avere la stessa fotografia della distribuzione dei cognomi magari risalente ad almeno un secolo fa.

E' invece nota la reale distribuzione dei cognomi del 1754, sulla base di quanto riportato nel Catasto Onciario, circa 270 anni fa. Qui possiamo vedere che mentre altri cognomi sono praticamente scomparsi, i Lo Conte sono molto più presenti oggi di allora:

230

182

181

129

118

100

95

92

85

80

Cardinale

Grasso

Albanese

Di Franza

Di Furia

Di Stefano

Dotolo

Lo Conte

Riccio

Savino

A questo punto mi pongo una domanda che, a dire il vero, potrebbe anche non essere così importante: c'è comunalità di origini tra i Lo Conte ed i Loconte?

Mi sono posto la domanda nella considerazione che, in effetti, se trovassi tale origine comune, automaticamente troverei, di fatto, l’origine stessa del cognome. Pertanto vale la pena approfondire la questione, per qualche minuto.

Analizzando la storia del Mezzogiorno d'Italia troveremo alcuni episodi in cui le vicende delle città di Ariano ed Andria/Trani si sono in qualche modo intrecciate. Pertanto potrebbero anche esserci i presupposti di un'origine comune.

Se non ci fosse un collegamento, pazienza, ma la nostra ricerca, a questo punto, potrebbe essere ancora più semplice.

Pertanto, per il prosieguo del presente studio, supporremo che si sia verificato il caso peggiore, o più difficile, e quindi daremo (quasi) per scontato che i Lo Conte-Loconte e, forse, anche i Del Conte, abbiano origini comuni.

Esaminando questi numeri verrebbe spontanea una considerazione: volendo trascurare la presenza siciliana (magari dovuta ad uno o più rami dei Lo Conte che si trasferirono in un'epoca imprecisata), se i Lo Conte-Loconte avessero origini comuni, potrebbero essere confermate proprio ad Ariano Irpino (che, ricordiamo, soltanto un'ottantina d'anni fa era in effetti un comune della Puglia). In un'epoca piuttosto remota (suppongo almeno fine '600) un ramo si trasferì nelle vicine Murge e nel trasferimento cambiò cognome attaccando l'articolo.

Inoltre, visto che in passato "Lo" era frequentemente usato come articolo anche al posto di “Il”, darei (quasi) per scontato che il ceppo originario nacque con l'articolo "Lo" staccato da "Conte", e che in qualche momento da qualche parte le due parole si fusero in una sola generando i Loconte.

A questo punto sorgono altre domande: accettata l'idea di un'origine comune, quale può essere il suo significato e chi fu, o da dove arrivò, il primo Lo Conte?

Diamo per scontato, per ora, che il cognome sia originario del sud Italia. Storicamente, oltre che statisticamente, ciò è palesemente confermato dalla presenza dell’articolo “lo”.

Oltre ad alcuni possibili significati, abbiamo già visto alcune ragioni di una allocazione del primo nucleo in Ariano. Tuttavia, potrebbero essere valutate altre ipotesi, anche se meno plausibili.

Ipotesi pugliese

Invece che arianese, il ceppo originario potrebbe essere pugliese considerando che sommando i cognomi Lo Conte/Loconte/Del Conte i pugliesi (429 famiglie) sono più numerosi dei campani (291 famiglie). Ciò sarebbe confermato dal fatto che tra i dati più antichi che sono riuscito a trovare finora, ho individuato un certo Angelo Loconte (nato nel 1731) figlio di Salvatore e un certo Costantino Loconte (nato nel 1752) figlio di Michele, entrambi originari di Bitritto (BA). Tuttavia, partendo sempre dal concetto di una origine comune, sembra improbabile, anche se possibile, che nel modificare il cognome si sia staccato l'articolo (di solito succede il contrario), a meno che, originariamente, non si trattasse di un articolo, ma sia stato interpretato in tal modo successivamente.

Ipotesi siciliana

Sulla base di considerazioni fatte e informazioni ricevute sul web, il ceppo originario potrebbe essere siciliano, nato come Lo Conte, e trasferitosi quasi totalmente ad Ariano. In questo caso, abbiamo appena visto, sarebbe molto semplice allocare il trasferimento intorno a fine XV secolo, e assegnare origini ebraiche alla famiglia, ma non ho ulteriori informazioni o indizi che possano avvalorare questa possibilità.

Ipotesi toscana

Terza ipotesi, nata a seguito delle informazioni pervenute da un mio lettore siciliano, porterebbe le nostre origini ad una famiglia nobile toscana che nel '500 si trasferì in Sicilia. Un ramo cadetto di questa famiglia, invece, si sarebbe sistemata in Campania ed avrebbe dato origine al nostro ceppo. Ma anche questa informazione, come tutte le altre del resto, è da confermare.

Ipotesi campana

Ad ogni modo, l'ipotesi Arianese resta la più probabile, anche alla luce di alcune nuove informazioni pervenutemi recentemente dall'esame, sempre tramite internet e grazie ai contributi di Antonio Piscitelli e Roberto Vitillo, delle copie dei registri del Catasto Onciario di Ariano ordinati da Carlo III di Borbone (1716-1788) e risalenti al 1754.

In quei registri ho trovato 92 Lo Conte distribuiti su 38 famiglie, tra i quali i più antichi sono:

  • Lo Conte Bartolomeo nato sicuramente prima del 1685;
  • Lo Conte Oto, figlio di Bartolomeo, nato nel 1704;
  • Lo Conte Domenico nato nel 1693;
  • Lo Conte Elzeario nato nel 1698;
  • Lo Conte Rosa nata nel 1685, moglie di un certo Vitillo Liberatore;
  • Lo Conte Teresa nata nel 1694, moglie di Vitillo Medio, forse sorella di Rosa (due sorelle che hanno sposato due fratelli, un evento frequente ai quei tempi);
  • Lo Conte Angiola nata nel 1698, moglie di Di Pratola Nicola;
  • Lo Conte Anna nata nel 1687.

Volendo approfondire l'analisi di quei registri, al fine di capire quali nuclei familiari potrebbero aver generato una discendenza, dobbiamo escludere le donne, i sacerdoti, i defunti e i figli a carico. Ciò che resta sono tutti i singles maschi e i nuclei familiari con cognome "lo Conte", che vivevano ad Ariano nel 1754. In tutto sono 21 e sono riepilogati nella seguente tabella, dove, nella prima colonna, è indicata la pagina del Catasto Onciario dove è possibile trovare la persona, tra parentesi l'età nel 1754:

1.      Pag. 23a

lo Conte Aniello (35)

1 figlio maschio: Francesco (8)

2.      Pag. 96a

lo Conte Donato (29)

1 figlio maschio: Domenico (8)

  1.         

lo Conte Crescenzio (36) (fratello di Donato)

 

  1.     

lo Conte Liberatore (22) (fratello di Donato)

 

5.      Pag. 101a

lo Conte Domenico (61)

1 figlio maschio: Nicola (21)

6.      Pag. 123a

lo Conte Elzeario (56)

 

7.      Pag. 133a

lo Conte Filippo (26)

1 figlio maschio: Antonio (4)

8.      Pag. 134a

lo Conte Felice (34)

 

9.      Pag. 143a

lo Conte Francesco (42) di Bernardino

2 figli maschi: Giuseppe (2) e Nicola (16)

10.   Pag. 149a

lo Conte Francesco (26)

 

11.   Pag. 154a

lo Conte Gennaro (22)

 

12.   Pag. 179b

lo Conte Giuseppe (28)

1 figlio maschio: Giovanni (3)

13.   Pag. 202a

lo Conte Giacomo (+)

2 figli maschi: Giuseppe (27) e Domenico (22)

14.   Pag. 204a

lo Conte Giuseppe (26)

2 figli maschi: Nicola (7) e Michele (1)

15.   Pag. 204a

lo Conte Nicola (24) (fratello di Giuseppe)

1 figlio maschio: Felice (1)

16.   pag. 222b

lo Conte Lonardo (46)

1 figlio maschio: Antonio (14)

17.   pag. 249a

lo Conte Michele (33)

2 figli maschi: Nicola (6) e Vincenzo (10)

18.    pag. 254a

lo Conte Teresa (24)

2 figli maschi: Nicola (13) e Tomaso (4)

19.    Pag. 292a

lo Conte Nicola (22)

 

20.    Pag. 322a 

lo Conte Oto (50) di Bartolomeo

2 figli maschi: Bartolomeo (20) e Giuseppe (18)

21.    Pag. 378a

lo Conte Francesco (+)

1 figlio maschio: Giovanni Battista (10)

Fa un certo effetto sapere che in questa tabella, anche se non sappiamo ancora chi, c’è almeno un antenato di quasi tutti i Lo Conte / Loconto / Laconto sparsi per il mondo, compreso il mio!

Infatti, grazie al lavoro di Donna Troisi, sono riuscito a colmare il gap che separava la conoscenza del ramo dei Lo Conte a cui appartiene la mia famiglia, con i nuclei presenti nel documento del 1751-54, così ho scoperto che il mio antenato si chiamava Nicola ed è riportato alla pagina 204a del Catasto Onciario (in giallo nella tabella precedente). Che emozione!


Il fatto che in un atto ufficiale il cognome dell'antenato Ciriaco sia stato riportato come del Conte mi costringe ad estendere le ricerche anche a quest'ultima variante che potrebbe addirittura essere ancora più antica rispetto a lo Conte e a Lo Conte. Pertanto, ho ripreso il Catasto Onciario e ho cercato anche le famiglie del Conte, Dello Conte e Conte (se presenti).

Da questa estensione di ricerca ho trovato altre famiglie contenenti del Conte:

Pag. 383b

del Conte Francesco (defunto)

3 figli maschi: Nicola (14), Saverio (10) e Domenico (6)

Pag. 406a

del Conte Orsola (85)

la più vecchia trovata in assoluto

Pag. 77b

del Conte Teresa (35)

moglie di Di Furia Crescenzio
madre di 6 figli.

E altre famiglie contenenti dello Conte:

Pag. 169b

dello Conte Giovanni (32)

1 figlio maschio: Filippo (1)

Pag. 330b

dello Conte Oto (52)

1 figlio maschio: Angiolo (32)

Pag. 179a

dello Conte Anna (30)

moglie di Pannese Giuseppe

Pag. 205b

dello Conte Anna (46)

madre vedova di Rossi Giuseppe o Ciccariello Giuseppe

Pag. 233b

dello Conte Teresa (40)

probabile moglie di Fracalanza Liberatore o Sciarrillo Liberatore

Pag. 327b

dello Conte Antonia (63)

probabile moglie di Ciccone Oto

Pag. 602b

dello Conte Elisabetta (76)

probabile moglie di Lomago Filippo

Non ho trovato nel Catasto Onciario famiglie di Ariano con il cognome Conte.

Le varianti del Conte, dello Conte e de lo Conte aprono in realtà un ulteriore capitolo nelle ricerche che potrebbe portare molto lontano. Infatti, se riteniamo comuni le origini anche con questi rami, i riferimenti trovati nei documenti storici di Ariano vanno molto più indietro nel tempo. Nel libro di Vitale (pag.102 e pag.108), ripreso da Cesare de Padua e Pasquale Giardino[21], si fa riferimento ad un episodio avvenuto il 14 aprile 1489 che riguarda un certo Giacobo de lo Conte. Tale arianese, definito probo e abile, fu inviato dal Municipio cittadino arianese, assieme a un certo Minico Ferrari, a supplicare il Re Ferdinando I d'Aragona affinché, almeno durante la stagione estiva, sospendesse i lavori di ristrutturazione del castello Normanno, fortemente danneggiato dal terremoto del 1456. Tali lavori coinvolgevano strenuamente tutta la comunità cittadina che era costretta a cavare e trasportare pietre, trascurando i lavori dei campi. Purtroppo, tale intervento non ebbe successo e le costrizioni continuarono per molti anni ancora, malgrado una grave carestia, anche oltre il declino della dinastia Aragonese.

Il fatto che l’articolo “lo” e la preposizione “de” fossero saltuariamente anteposti al cognome allarga a dismisura il campo della ricerca e ciò porta a prendere seriamente in considerazione le ulteriori varianti. Nella considerazione che non ci sono e non ci sono state ad Ariano famiglie dal cognome “Conte” e che talvolta l’articolo sia stato dimenticato o trattato con superficialità, non posso comunque esimermi dall’estendere la ricerca ai “Del Conte” in quanto l’ho trovato molto spesso tra i miei antenati come se fosse un indizio di appartenenza ad un ramo specifico (alla stregua di un vero e proprio soprannome). Infatti, tra i miei antenati finora ho trovato i seguenti documenti riportanti il cognome Del Conte:

  • Atto di morte di Ciriaco del Conte (nato circa nel 1756 – morto il 6/3/1836) fu Nicola del Conte
  • Atto di morte di Brigida del Conte (nata circa 1786 – morta il 24/8/1828) fu Ciriaco del Conte
  • Atto di matrimonio (1/12/1836) di Anna Maria del Conte (nata circa nel 1791 – morta il 25/11/1839) fu Ciriaco del Conte
  • Atto di morte di Liberato del Conte (nato circa nel 1795 – morto il 15/1/1821) fu Ciriaco del Conte
  • Atto di nascita di Angela Maria del Conte (nata il 30/9/1821) di Nicola Maria del Conte (fu Ciriaco del Conte)
  • Atto di nascita di Maria Saveria Di Paola (nata il 10/5/1815) figlia di Maria Giuseppa del Conte (fu Ciriaco del Conte)

e tanti altri ancora... Occorre ricordare che il Ciriaco del Conte che compare in tutti gli esempi sopra riportati è il mio pentavolo o quintavolo (cioè il bisnonno del mio bisnonno).

In totale nel mio archivio ho ben 215 antenati diretti o indiretti che in almeno un atto dello Stato Civile vengono riportati con il cognome Del Conte. Non può essere soltanto un errore o un difetto di superficialità burocratica.

Ora viene da chiedersi, perché proprio Ariano Irpino e soprattutto, quando nacque la dinastia Lo Conte e di conseguenza perché si chiamano proprio così?

Come già accennato i Lo Conte ed i Loconte non sono molti sul territorio nazionale e sono particolarmente concentrati in zone ristrette: Ariano Irpino (per i Lo Conte) e la zona tra Andria e Bari (per i Loconte).

Esiste una famiglia che nella storia lega in qualche modo Ariano ad Andria e, curiosamente, contiene molti nomi propri tipici della nostra famiglia: i De Guevara, gli ultimi conti di Ariano.

I De Guevara erano spagnoli e furono mandati ad Ariano dagli Aragonesi nel 1440. Arrivarono ad Ariano proprio nel momento di transizione del regno dagli Angioini agli Aragonesi. Il capostipite Inigo muore nel 1462 e lascia la città al figlio Pietro, suo primogenito. Il suo secondo figlio si chiama Antonio e sarà Conte di Potenza. Pietro, Conte di Ariano, sposa la pugliese Isotta, la figlia del Duca d’Andria. Per cui, intorno alla fine del XV secolo, l’ultimo dei Conti di Ariano, Pietro, si lega al Ducato di Andria. Dopo Pietro, che non avrà figli maschi, Ariano passerà per un breve periodo alle dipendenze di Francesco Sforza Duca di Milano e poi nelle mani della famiglia Carafa che riceverà dal re Ferrante d’Aragona il titolo di Duca di Ariano. Queste notizie fanno supporre, senza tuttavia ulteriori elementi probanti, che il "Conte” a cui si riferisce il nostro cognome sia proprio quel Pietro, ultimo conte di Ariano. Resta tuttavia da definire se i nostri antenati avessero o meno legami di sangue con il citato nobile. Avendo, egli, avuto soltanto figlie femmine “ufficialmente”, potrebbe esserci qualche possibilità che le nostre origini vengano da qualche relazione “non ufficiale” del Conte Pietro e pertanto il nostro antenato potrebbe essere stato additato come un suo figlio illegittimo o sedicente tale. In tal caso il termine “lo Conte” avrebbe un significato beffardo o canzonatorio.

A proposito dei De Guevara, questa mia ricerca mi ha permesso di entrare in contatto con alcuni discendenti della nobile famiglia ed in particolare con John E. De Micoli Y De Guevara appartenente ad un ramo proveniente da un altro figlio di Inigo. Questo terzo figlio maschio dopo una permanenza ad Ariano si sarebbe trasferito a Malta. In particolare, mi ha confermato la bontà di alcune delle mie ipotesi sottolineando che la probabilità che esistano discendenti di figli illegittimi che portino il cognome "Conte" è effettivamente molto alta. A conferma di ciò, anche a Malta, dove lui ancora oggi vive, si possono incontrare dei "Conte".   

Nella storia di Ariano, pur essendo oggi molto comune per la città, non esistono personaggi illustri con questo cognome, come se esso fosse molto recente o che fosse rimasto nell’anonimato per molto tempo, relegato nelle campagne arianesi, e pertanto sicuramente non facente parte della nobiltà storica, politica e colta della città. Questa affermazione è confermata dai testi esaminati da illustri storici di Ariano, primo fra tutti Tommaso Vitale, che indicano una stretta cerchia di nobiltà riconosciuta e costituente il potere nel periodo XVI-XVIII secolo. I cognomi illustri infatti erano una trentina: Auriliis, Anzani, Berardi, Bruno, Castelli, Capone, Ciardi, Cutillo, Henrico, Formosa, Forte, Freda, Galtieri, Grasso, Intonti, De Leone, Luparella, De Miranda, Passaro, Pirellis, Palma, De Piano, Picella, De Stefano, Teutonico, Vitolo/Vitoli, Vitale. A questi, successivamente, si aggiunsero o si sostituirono altri cognomi elevatisi di rango o giunti da fuori città, come D’Afflitto, Mazza, Bevere, Caccavo, Figliuoli, Leggiadri. La maggior parte di questi, inoltre, non avevano vere origini nobili, ma avevano trasformato in nobiltà (e quindi in potere politico) un potere economico conquistato mediante fiorenti attività commerciali.

Il fatto che non siano molto numerosi (i Lo Conte sugli elenchi telefonici italiani non arrivano a 700 ed i Loconte sono ancora meno, circa 600) e che siano, a parte qualche eccezione, molto concentrati geograficamente, lascia dedurre:

  • o che non sia un cognome molto antico, tuttavia dalle tracce trovate finora bisogna risalire almeno alla fine del XVI secolo, cioè a più di 400 anni fa;
  • o che sia apparso all'improvviso, soltanto in Ariano, o al massimo sia apparso contemporaneamente anche nel barese e nel messinese;
  • o che sia stata una famiglia particolarmente colpita da guerre o eventi naturali, quali terremoti e pestilenze, ma sicuramente è stata interessata dal fenomeno dell'emigrazione che a più riprese si è diretto principalmente verso paesi più ricchi in America e in Europa;
  • o che non sia stata una famiglia molto prolifica, almeno per numero di maschi, e il nostro ramo della famiglia lo confermerebbe. Come termine di paragone basti vedere che soltanto i Lo Conte e loro derivati (Loconto, Laconto, Loconte, Laconte, La Conte) che vivono negli Stati Uniti da poco più di un secolo sono circa 500 (soltanto quelli sugli elenchi telefonici). Infatti facendo una media di 3 figli maschi a persona, media attendibile riferendoci almeno alla prima metà del secolo scorso, il numero di 500 persone si raggiunge in 5 generazioni (all’incirca 100 anni).

Se l’ipotesi autoctona fosse quella giusta, quindi, dando per assodato che i Lo Conte abbiano visto le loro origini proprio ad Ariano, e che gli altri sparsi per il mondo (comprese tutte le varianti sul tema), siano stati comunque originati dallo stesso ceppo, si può desumere che il capostipite possa risalire all’incirca a cavallo tra la fine del ‘400 e gli inizi del ‘500, che non fosse nobile, ma che in qualche modo fosse legato agli ultimi conti di Ariano, gli spagnoli De Guevara.

Possibili origini, ipotesi straniera

Un'altra ipotesi prende in considerazione la possibilità di un'origine straniera. Vedremo la buona possibilità che le origini, più che spagnole o inglesi possano essere francesi.

Ritengo in ogni modo di poter sostenere che, con buona probabilità, nel 1585, quando Ariano divenne Città Regia, il primo Lo Conte aveva già messo le radici sul nostro territorio.

Ipotesi francese

Sulla base di alcuni indizi o ipotesi avanzate da David LoConto, a seguito delle notizie raccolte durante il suo recente viaggio in Italia, un'altra pista potrebbe infatti essere quella francese.

E' noto che il cognome “Leconte”, in qualche modo molto simile al nostro, sia molto diffuso in Francia (16.003 individui). Ho esaminato la distribuzione sul territorio francese di questo cognome ed ho scoperto che è quasi omogeneamente diffuso su tutto il territorio transalpino. Da rilevare alcune concentrazioni interessanti nel sudovest della Francia, ma la più grande colonia si trova in Normandia.

5.103

Normandy

620

Nouvelle-Aquitaine

3.009

Île-de-France

602

Auvergne-Rhône-Alpes

2.276

Hauts-de-France

585

Occitanie

872

Pays de la Loire

576

Brittany

849

Centre-Val de Loire

442

Grand Est

668

Provence-Alpes-Côte d'Azur

306

Bourgogne-Franche-Comté

In realtà la traduzione francese del termine "il conte" è "le comte" ma nel medioevo, soprattutto nel sud della Francia, si usava anche la versione più simile all’italiano. Il cognome Lecomte in effetti è molto più diffuso (34.225 persone) ed anche Comte è molto presente (12.789), ciò sta a significare che anche in Francia il cognome era associato al titolo nobiliare. Se volessimo allontanare per un attimo l’idea dell’origine nobiliare del termine “conte” la traduzione letterale dal francese di “le conte” è “la novella” (in francese è maschile) o “il racconto”. Ho trovato alcuni testi in antico dialetto guascone (parlato sui Pirenei al confine tra Francia e Spagna) che hanno il titolo che comincia per "Lo conte de..." inteso come "La novella di...". Ma potrebbe essere soltanto una coincidenza.

Se fosse realistica l’origine francese, in quale epoca potrebbe essere giunto il capostipite in terra Irpina?

Alcune voci raccolte da David parlano di una possibile origine collegata con i soldati dell'esercito del papa che vennero dal sud della Francia circa 500 anni fa, quindi nel XV-XVI secolo. Ci potrebbe essere la possibilità che Lo Conte sia la versione italianizzata (anzi spagnolizzata dagli Aragonesi, presenti nel Regno di Napoli nel XV secolo, o dai Borboni successivamente) di un Leconte, soldato dell'armata papale o di quella francese inviata in favore del papa, che si sia insediato in Ariano. Questa ipotesi potrebbe giustificare la forte fedeltà al potere ecclesiastico che ritroveremo più avanti nella storia dei Lo Conte e le caratteristiche somatiche più normanne che greco/arabe dei Lo Conte attuali. Tuttavia, non sono riuscito ancora a trovare un episodio, nella storia di Ariano, che possa risalire a quell’epoca, ad eccezione della già citata guerra tra Angioini e Aragonesi che coinvolse Muzio Attendolo e suo figlio Francesco Sforza, conte di Ariano, nella prima metà del XV secolo.

In realtà, se andiamo ancora più indietro nel tempo di circa 100 anni, è possibile formulare un’altra ipotesi forse più attendibile. Infatti potrebbe trattarsi di qualche massaro o soldato o cortigiano francese, di nome Leconte o soprannominato in tale modo, arrivato ad Ariano al seguito delle famiglia provenzale Angioina dei De Sabran che dominò la contea arianese dal XIII al XV secolo. Rammentiamo che tra i membri di quella famiglia sono ancora ricordati con devozione il santo Elzeario de Sabran e sua moglie beata Delfina di Signe. Il santo Elzeario fu apprezzato oltre che per le sue doti morali anche per la sua estrema fedeltà al papa, ed infatti nel 1312 fu effettivamente inviato dal re di Napoli Roberto d’Angiò al comando di un esercito di soldati in aiuto del papa assediato a Roma dall’esercito dell’imperatore Enrico VII di Lussemburgo.

Altra ipotesi ancora più fantasiosa, ma per ora non meno probabile, ci porta indietro nel tempo ancora di qualche anno ed è legata all’Ordine dei Cavalieri Templari. L’Ordine dei Templari, costituito da monaci/soldati fu fondato a Gerusalemme nel 1118 da 9 francesi, combatté durante le crociate e fu coinvolto in pratiche esoteriche e di alchimia. Alcuni monaci Templari operarono nella zona di Andria (che per una strana coincidenza ritorna nella nostra analisi), dove finanziarono la costruzione di Castel del Monte. L’Ordine fu sciolto nel 1312 perché accusato di eresia, probabilmente per il forte potere militare e soprattutto economico che stava conquistando. Uno di questi monaci, di origine francese, a seguito dello scioglimento dell'ordine e scampato al rogo, potrebbe essersi prima insediato in Puglia (trasformando Leconte in Loconte) ed in seguito qualche suo parente o discendente potrebbe essersi trasferito ad Ariano diventando lo Conte" e quindi "Lo Conte".

Se volessimo andare ancora più indietro nel tempo, all'epoca della discesa dei normanni nel XI secolo, effettivamente esiste una certa correlazione tra la zona più popolata da Leconte in Francia, la Normandia, e le zone più popolate da Lo Conte e Loconte in Campania, Puglia e Sicilia. E non a caso un castello normanno domina da almeno un millennio il panorama arianese.


Dopo queste analisi, ritengo che ci sia qualche elemento in più per affermare che il cognome possa essere apparso all’improvviso ad Ariano o in Puglia, con articolo francofono attaccato al termine Conte e che poi sia stato naturalizzato separando l’articolo e rendendolo più familiare alla lingua ufficiale del tempo.

Visto che c’è qualche buona possibilità che l’origine sia francese, ho provato ad approfondire su un sito specializzato[22], quali siano le ipotesi più probabili sul versante transalpino. Ho scoperto che esistono due rami che portano in direzioni molto diverse: “Lecointe” e “Leconte”.

 “Lecointe”  è frequente in Piccardia (Nord della Francia). È un cognome che proviene dall’antico termine francese “cointe” che ha numerosi significati: da una parte prudente, abile, furbo, dall’altra elegante, grazioso. Difficile fare una scelta. Le forme Lecointre, Lecoindre (Normandia, Bretagna) sembrano varianti di questo nome, come anche Lecoint e Lecoin, anche se quest’ultimo può avere un significato toponomastico.

Per quanto riguarda invece Lecomte, Lecompte, Leconte si rimanda al cognome Comte, che a sua volta viene considerato sinonimo di Conte e Compte. Anche in Francia, come per la maggior parte degli altri titoli nobiliari, era un cognome che veniva impiegato allo scopo di indicare persone che erano quasi sempre di estrazione contadina. Si può formulare un’ipotesi abbastanza credibile: ogni contadino dipendeva da un signorotto, al quale pagava i benefici feudali per la propria casa e le terre che coltivava, era l’uomo al quale si apparteneva nel Medio Evo. Ma nello stesso villaggio le proprietà (e gli uomini) non appartenevano tutti allo stesso signorotto. Si poteva benissimo chiamare Conte chi era l’”uomo del conte”, a differenza di altri abitanti del villaggio che appartenevano ad altri signorotti. Naturalmente si può sempre considerare l’ipotesi che fosse un soprannome beffardo, un soprannome che denotava colui che era al servizio di un conte o addirittura (ma andiamo molto lontani) che stava “scontando” una pena. La versione Conte si trova soprattutto in Provenza e nel Sud-Ovest della Francia, i Comte invece si incontrano soprattutto a Sud-Est, in Ardeche, in Rhone-Alpes e nella Franca Contea. Quanto ai Compte, l’Auvergne (centro-Sud) è la regione dove sono più numerosi.   

E' curioso, infine, che la dinastia Leconte più famosa a livello mondiale sia invece americana e, per giunta, mi risulta che i membri più importanti si facessero chiamare Le Conte con l'articolo staccato. Mi riferisco a John Eatton Le Conte (nato a Shrewsbury, NewJersey USA il 22/02/1784 e morto il 21/11/1860) noto naturalista, entomologo e botanico statunitense e suo figlio John Lawrence LeConte (New York 13/05/1825 - Filadelfia 15/11/1883) probabilmente il più importante entomologo americano del XIX secolo che dedicò tutta la sua vita a catalogare 5000 specie di coleotteri.

John Eatton Le Conte fu maggiore del Corpo degli Ingegneri Topografici dell'Esercito degli Stati Uniti d'America mentre il figlio John Lawrence durante la Guerra Civile Americana fu medico chirurgo con il grado di Tenente Colonnello. Un cugino di John Lawrence, Joseph Le Conte (Liberty 26/02/1823 - Yosemite Valley 6/7/1901) fu anch'egli un noto scienziato medico, psicologo, chimico e geologo.

Ipotesi inglese

Negli archivi dei Mormoni ho trovato un Thomas Loconte (il più antico in assoluto di cui si possa trovare traccia su internet al di fuori del territorio italiano) che si sposò in Inghilterra il 26 marzo 1704 (pertanto nato prima del 1685 e contemporaneo del Bartolomeo Lo Conte citato sul Catasto Onciario del 1754). Tuttavia, questa informazione potrebbe portare fuori strada, potrebbe infatti essersi trattato di un francese di nome Leconte proveniente dalla vicina Normandia il cui cognome sia stato riportato nell’archivio in modo errato.

Ipotesi spagnola

Malgrado una convinzione personale che avevo prima di iniziare questa analisi, e malgrado la presenza spagnola in Ariano ed in tutto il sud Italia sia stata molto forte e sia durata più di 400 anni, oggi sono molto scettico su una eventuale origine iberica.

Inizialmente l’articolo “Lo” mi aveva spinto verso la credenza che ci fosse sangue iberico nelle nostre vene. In realtà nel medioevo veniva utilizzato più nella lingua italiana che in quella spagnola, che normalmente traduce “il conte” con “el conde”.

Non ho elementi per confermare né smentire questa sensazione. Attualmente posso solo affermare, senza avanzare elementi probanti, che ritengo poco probabile una origine spagnola della nostra famiglia, ad eccezione della già citata possibilità di un legame “ufficioso” con la famiglia De Guevara.

 

I Lo Conte nella Storia

 

A parte queste ultime disquisizioni sulle possibili origini straniere della famiglia, a conferma delle origini non nobili ma contadine dei Lo Conte, esistono alcuni documenti storici che, quando citano componenti della nostra famiglia, si riferiscono sempre ad appartenenti ai ceti più bassi.

XV Secolo

In assoluto le prime tracce trovate della famiglia Lo Conte nella storia di Ariano risalgono al XV secolo. È quel secolo, infatti, a cui il Prof. Nicola Flammia nella sua Storia di Ariano[23], fa risalire i Lo Conte, insieme ai Luparella, Bolognese, Salza, Passeri e Bruno, riportandola tra le famiglie storiche più antiche ancora presenti in città nel 1893. Tuttavia, non rientrano nell'elenco di quelle nobili. A quell'epoca risalgono anche due importanti immigrazioni: i vasai di Faenza che nel 1421 arrivarono su invito di Francesco Sforza e portarono in città l'arte della ceramica e alcune famiglie di Trani che, nello stesso periodo, erano state cacciate dalla loro terra per una guerra in corso e si stabilirono nelle grotte di S.Nicola. Pertanto, ci potrebbe essere una piccola possibilità che il primo Lo Conte sia arrivato con i vasai di Faenza o con gli esuli Tranesi. Considerando che la grossa colonia Loconte è ancora oggi molto presente nell’area Trani-Andria, questa ipotesi potrebbe essere più attendibile.

Al 1489 risale il Giacobo de lo Conte[24] già citato precedentemente che, se volessimo considerare anch’egli un Lo Conte, a questo punto sarebbe il più antico Lo Conte citato nella letteratura (a mia conoscenza) della storia della città. 

XVIII Secolo

Occorre saltare avanti di 3 secoli per trovare il primo Lo Conte di cui ho trovato testimonianza documentata finora, che ci riporta al 1759, l’anno in cui viene decretato il nuovo meccanismo per la designazione degli eletti al governo della città. La Real Camera di Santa Chiara, l’organo giurisdizionale e consultivo del Regno di Napoli nel periodo Borbonico, stabilì, infatti, che per il buon governo della città di Ariano dovessero essere nominati 24 Decurioni (quelli che oggi possiamo considerare i consiglieri comunali). Questi Decurioni dovevano essere scelti tra i migliori rappresentanti dei tre ceti: 8 del primo ceto (i benestanti, dottori della legge e di medicina), 8 del secondo ceto (notai, giudici a contratto, negozianti e farmacisti) e 8 del terzo ceto (artigiani, massari e uomini di campagna). Tra i rappresentanti del terzo ceto fu eletto un certo Donato Lo Conte[25], che ho individuato nel Catasto Onciario alla pag. 96a, dove risulta nato nel 1724, di professione ortolano, sposato con Teresa Capozzi, con due figli: Domenico (1745) e Catarina (1751). Risultano a suo carico anche la madre vedova Costanza Vitillo (1691) e tre fratelli: Crescenzio (1717), ortolano, Antonio (1720), sacerdote e Liberatore (1731), bracciale.

Un’altra rappresentante della famiglia Lo Conte, anch’essa nominata nel volume di De Padua/Giardino, è Antonia Lo Conte, vedova di Nicolò Ceruolo ai tempi del Catasto Onciario. Il marito di Antonia fu uno dei principali protagonisti della rivolta del 1738, quando qualche centinaio di braccianti e rappresentanti dei ceti più poveri, esasperati dalle nuove tasse introdotte dal governo Borbonico, agitarono una sommossa che portò all’assassinio del Governatore di Ariano D. Carlo Passaro. Nicolò Ciruolo fu uno dei fomentatori della folla e probabilmente anche uno degli assassini materiali (il Passaro fu linciato a morte) ma si diede alla latitanza e, malgrado la condanna a morte in contumacia, non fu mai arrestato. Nel Catasto Onciario del 1754, sua moglie Antonia Lo Conte (di 50 anni con due figli, Eleonora e Nicola) viene dichiarata vedova. Curiosità: il figlio più piccolo, Nicola, nel 1754 aveva 10 anni, dunque nacque 6 anni dopo i fatti del 1738. Ciò significa che, malgrado latitante, riuscì a concepire un figlio, oppure che Antonia abbia fatto un figlio con qualcun altro e lo abbia chiamato come suo marito.    

XIX Secolo

Risale invece al 1813 il primo documento che rivela la presenza di un Vincenzo Lo Conte proprietario di uno dei palazzi più importanti di Ariano (in 40a posizione nella classifica dei palazzi più cari) situato in Via Nova del valore di 103 ducati[26].

Un’altra situazione critica che coinvolse miei probabili antenati, si presentò circa un secolo dopo, durante i moti reazionari antigaribaldini del settembre 1860. Il 4 settembre 1860, tre giorni prima dell'ingresso di Garibaldi a Napoli, i signori di Ariano tentennavano sul da farsi e non riuscivano a trovare un'intesa nella costituzione del nuovo governo liberale. Era ancora forte la tentazione di rimanere con i Borboni e con la Chiesa, per mantenere lo status quo, per non perdere i privilegi ereditati in secoli di storia. Un certo Bartolomeo Lo Conte detto Meo Scarnecchia della contrada omonima, massaro di campo, colono del marchese d'Afflitto, fu incitato dal suo signore a guidare un esercito di contadini, villani, analfabeti contro le milizie liberali che volevano stravolgere la situazione politica arianese con un intervento risolutore dall'esterno. Così, mentre il marchese trattava con i capi liberali per garantirsi una continuità nella politica locale, anche nel dopo-Borboni, il suo fedele servitore Meo Scarnecchia, con determinazione ed incoscienza (viene descritto come uomo membruto, robusto e feroce), dettate dall'ignoranza e dalla disperazione della povertà, fece scempio dei poveri rivoltosi in fuga verso Grottaminarda, in un'imboscata all'altezza della Manna.

Dalla descrizione di quegli avvenimenti, riportata nel Volume II del libro "Ariano - Storia e assetto urbano" di Cesare De Padua e Pasquale Giardino, il ruolo di Meo Scarnecchia risulta ancora più di primo piano. Infatti, si dice che il conte Gaetani, funzionario borbonico in fuga da Ariano, prima di partire per Avellino, passò per il rione Cardito e "volle salutare la guardia urbana Meo Scarnecchia a cui tra le altre cose raccomandò di star pronto e di spargere sangue, giacché si era alla vigilia di gravi avvenimenti"[27]

A quanto pare il ruolo di Bartolomeo nei fatti di settembre 1860 risulta più complesso e importante rispetto ad un coinvolgimento estemporaneo di un bracciante chiamato a difendere le proprietà del proprio signore. Bartolomeo organizzò i suoi uomini militarmente e dimostrò notevoli qualità di leadership e la conoscenza (o l'innato talento) delle principali regole del combattimento tattico: "Costui... da buon capitano distribuì a ciascuno le sue parti, altri tenne con sè nella taverna, altri fece appaiattare tra le siepi, altri pose in agguato per i viottoli vicini.Tutti questi ceffi stavano pronti con i cani dei fucili alzati a far fuoco, Meo spiava avanti e indietro dalla soglia della taverna."[28].

Bartolomeo non era solo, al suo fianco c'erano anche dei preti, tra i quali Santosuosso, diverse guardie nazionali di Ariano e tanti arianesi che credevano nella bontà, nella legalità e nella giustezza di quello che stavano facendo. La storia andò diversamente e Garibaldi unificò l'Italia.

Furono tenuti tre processi per i fatti di Ariano, il primo si occupò degli esecutori, il secondo dei mandanti e il terzo di coloro che furono catturati successivamente. Dagli atti dei tre processi emergono cinque Lo Conte:

  • Lo Conte Bartolomeo fu Oto, detto Meo Scarnecchia (1804), 57 anni all'epoca dei fatti, massaro di campo, condannato a 20 anni di lavori forzati
  • Lo Conte Michelangelo fu Giuseppe (1821), 40 anni, bracciante, assolto
  • Lo Conte Bartolomeo (1805) fu Giuseppe, fratello di Michelangelo, 56 anni, bracciante, assolto
  • Lo Conte Antonio (1822), fu Giuseppe, 39 anni, bracciante, assolto
  • Lo Conte Giuseppe, fu Giovanni, detto Ceppone (1832), 29 anni, bracciante, assolto.

Sulla base dei ricordi di famiglia i Lo Conte coinvolti in quei fatti sono, in qualche modo, nostri parenti. Guardando i nomi e le date, quel Lo Conte Antonio nato nel 1822 o Lo Conte Giuseppe, detto Ceppone, potrebbero essere parenti molto vicini, cugini o addirittura fratelli del nonno di Antonio Lo Conte (1876) mio bisnonno. Escluderei Bartolomeo e Michelangelo perchè questi nomi propri non compaiono mai nella nostra famiglia. Soprattutto il nome Bartolomeo, che, ricordo, avevo trovato anche nel Catasto Onciario più di 100 anni prima, è completamente scomparso da allora (forse per la vergogna?).

C'è anche una Teresa Lo Conte che appare nei documenti narranti i fatti di settembre 1860, dove figura come vedetta delle squadriglie condotte da Bartolomeo, ferita in contrada Scarnecchia. Teresa viene anche citata da Nicola Flammia nella sua Storia di Ariano[29] affermando che "insultata con parole procaci da un prete che veniva con gli altri garibaldini da Grotta procurò che fosse ucciso cogli altri in mezzo alla via e poscia lo si mutilasse."

Ma ci furono anche soldati Lo Conte, Loconte, Conte e Del Conte, che parteciparono attivamente sul fronte opposto durante il Risorgimento. A tal proposito, la Società Solferino e San Martino fondata nel 1870 dal Conte Torelli, senatore del Regno d'Italia ha raccolto i nomi di più di 700.000 uomini che combatterono per l'Unità d'Italia. Tra questi, pubblicati sul sito www.solferinoesanmartino.it, ci sono:

della provincia di Avellino:

  • Conte Andrea fu Giovanni (5° rgt. bersaglieri) di Sirignano
  • Conte Antonio di Stefano (63° rgt. fanteria) di Nusco
  • Conte Carmine Sabato di Pasquale (4° rgt. artiglieria) di Grottolella
  • Conte Ciriaco di Pasquale (8° rgt. fanteria) di Ariano di Puglia
  • Conte Lorenzo di Francesco (41° rgt. fanteria) di Bagnoli Irpino
  • Conte Pietro (Marina) di Quadrelle
  • Lo Conte Angelo Maria di Lorenzo (Cavalleggeri di Alessandria) di Ariano di Puglia
  • Lo Conte Tommaso di Giuseppe (1° rgt artiglieria) di Ariano di Puglia

della provincia di Foggia:

  • Conte Giuseppe di Michele (13° rgt. fanteria) di Deliceto
  • Conte Luigi di Giovanni (Garibaldini) di Foggia
  • Conte Mattia di Gennaro (18° rgt. fanteria) di Deliceto
  • Del Conte Francesco di Michele (42° rgt. fanteria) di Vico del Gargano
  • Del Conte Giuseppe di Nicola (6° rgt. granatieri) di Vico del Gargano
  • Del Conte Leonardo (6° rgt artiglieria) di Vico del Gargano
  • Del Conte Michelangelo (49° rgt. fanteria) di Rodi Garganico

della provincia di Benevento:

  • Conte Antonio di Nicola (5° rgt. artiglieria) di Cerreto Sannita
  • Conte Gennaro di Leucio (3° rgt. bersaglieri) di San Salvatore Telesino
  • Conte Giuseppe di Pasquale (69° rgt. fanteria) di San Lupo
  • Conte Luciano di Giacomo (61° rgt. fanteria) di Amorosi
  • Conte Mariano di Giovanni (2° rgt bersaglieri) di Amorosi
  • Conte Pasquale di Giuseppe (3° rgt. granatieri) di Cerreto Sannita

della provincia di Bari:

  • Conte Giuseppe di Francesco (10° Rgt. Fanteria) di Andria
  • Conte Martino di Vito Nicola (70° Rgt. Fanteria) di Locorotondo
  • Conte Pellegrino di Giovanni Battista (8° Rgt. Granatieri) di Andria
  • Conte Raffaele (Reale Marina) di Trani
  • Conte Stefano di Francesco (3° Rgt. Bersaglieri) di Locorotondo
  • Conte Tommaso di Domenico (9° Rgt. Fanteria) di Locorotondo
  • Conte Vito di Giorgio (18° Rgt. Fanteria) di Locorotondo
  • Lo Conte Pietro di Giovanni (9° Rgt. Fanteria) di Cisternino
  • Loconte Emanuele di Giuseppe (4° Rgt. Bersaglieri) di Andria
  • Loconte Nicola di Michele (10° Rgt. Fanteria) di Bitritto
  • Loconte Pietro di Nicola (2° Rgt. Genio Zappatori) di Andria
  • Loconte Vito di Raffaele (10° Rgt. Fanteria) di Bitritto

Nel 1893 un Lo Conte Antonio[30] è direttore dell'Annunziata, piccola e un po' oscura chiesa di tre navate situata sotto la Cattedrale.

XX Secolo

Il XX Secolo ha visto diversi flussi migratori della popolazione del sud Italia verso il nord America (Stati Uniti e Canada), il sud America (Argentina), l’Europa (Germania,  Belgio, Svizzera, Francia, Inghilterra) e, nella seconda metà del secolo, anche flussi interni verso le regioni del centro-nord (Lombardia, Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Lazio). I Lo Conte di Ariano hanno seguito la tendenza, preferendo gli Stati Uniti (in particolare la zona di Boston) e i paesi del centro Europa (Svizzera, Francia e Germania), oltre alle città industrializzate del nord Italia.

Come esempio per tutti, mi piace raccontare una storia vera, ricostruita sulla base dei documenti raccolti in rete. Si tratta della storia di Oto Lo Conte, un ragazzo (fratello del mio bisnonno Antonio) nato ad Ariano di Puglia nel 1891. Ultimo di 7 fratelli tra cui il primo (Raffaele) e il sesto (Giovanni Liberato) emigrati in America, agli inizi del ‘900, dove lavoravano come operai nelle ferrovie. Oto doveva ancora compiere 20 anni quando la sua ragazza Addolorata Zizza rimase incinta. Come succedeva spesso a quei tempi, si organizzò un matrimonio riparatore e convolarono a nozze il 6 aprile 1911. Due mesi dopo, il 15 giugno 1911, nacque il piccolo Pietro (dal nome del nonno, mio trisavolo). Curiosamente quell’anno ad agosto nacque anche mio nonno Pietro, suo cugino.

Purtroppo, a quei tempi la povertà e la mancanza di lavoro spingevano a cercare altrove, così Oto, per potere mantenere la giovane famiglia, fu costretto a prendere un’importante decisione: partire, raggiungere i fratelli più grandi, trovare fortuna e, finalmente, farsi raggiungere dalla moglie e dal bambino.

L’11 aprile 1912, appena dopo aver festeggiato il suo primo anniversario di nozze, si imbarcò a Napoli sulla nave Principe di Piemonte[31] verso l’America.

Fu un viaggio assolutamente funesto. Mentre si trovava in pieno oceano accaddero due immani tragedie: il 15 aprile avvenne il naufragio del Titanic, e la nave Principe di Piemonte fu una delle prime che, passando nelle vicinanze della sciagura, raccolse alcuni superstiti; qualche giorno dopo, il 20 aprile, ma chissà quanto tempo dopo il povero Oto lo venne a sapere, all’età di soli 10 mesi si spense il suo angioletto, il piccolo Pietro.

         

Il 27 aprile 1912 sbarcò a Ellis Island (New York) e raggiunse i fratelli a Worcester una cittadina vicino Boston in Massachussetts.

Arrivato in USA, come i suoi fratelli, vide il proprio cognome modificato da Lo Conte a Loconto (anche se nel registro di sbarco a Ellis Island è ancora riportato come Lo Conte). Non è chiaro il motivo di questa modifica, probabilmente fu un errore del funzionario che lo iscrisse nei registri anagrafici americani e la sua condizione di analfabeta non gli consentì di accorgersene e farlo notare a sua volta, oppure fu una scelta cosciente perché Loconto era più facilmente comprensibile e pronunciabile per gli anglofoni americani. In ogni caso quasi tutti i Lo Conte arianesi emigrati in USA in quegli anni, videro cambiare il proprio cognome in Loconto.

Ma torniamo a Oto. Purtroppo, nel gennaio 1913 un’altra tragica notizia lo raggiunse in terra americana: anche la cara giovane moglie Addolorata morì, e pertanto non la poté più riabbracciare.

Oto rimase così solo, vedovo a soli 22 anni, in una terra straniera. Immagino che soltanto il conforto e il sostegno dei due fratelli maggiori gli consentirono di superare il triste momento.

Fortunatamente la sua storia ebbe comunque un lieto fine. Dopo qualche anno, nel 1916 sposò Elisabetta Imbrogno, una bella ragazza calabrese ancora adolescente, anch’essa emigrata a Worcester, da cui ebbe ben 11 figli, di cui 10 divennero adulti (6 maschi e 4 femmine). Animato da un grande cuore, una straordinaria forza e determinazione, infinita dolcezza e simpatia, crebbe una famiglia meravigliosa che ha saputo affrontare anche i momenti più tristi con una cristallina serenità d’animo indotta da una profonda fede cristiana e dall’applicazione concreta di valori fondamentali come la famiglia, il lavoro, l’onestà, il rispetto del prossimo. Valori che sono ancora oggi chiaramente riscontrabili nei 4 figli ancora viventi in Florida: Anthony (92 anni), Frank (89), Robert (79) e Richard (76). Frank con altri due fratelli ormai deceduti, Peter e Arthur, costituì una nota band che suonava il rock negli anni ’50: The Lane Brothers.

Per quanto riguarda coloro che sono rimasti ad Ariano, o comunque in Italia, ho trovato, in alcuni documenti storici e archivi di testate giornalistiche, i seguenti Lo Conte:

  • Il Corriere della Sera in un articolo pubblicato il 24 gennaio 1909 cita l'agente di polizia Nicola Lo Conte a cui si è consegnato un reo confesso in una vicenda di legittima difesa a seguito di un aggressioni di teppisti in una trattoria di Milano
  • Nell'elenco[32] degli arianesi soldati caduti nella Prima Guerra Mondiale (e nell'Albo d'Oro pubblicato on line) sono riportati:
    • Lo Conte Angelomaria di Camillo (86° rgt. fanteria) nato ad Ariano di Puglia il 15 gen 1882, morto il 2 lug 1916 sul Monte Pasubio per ferite riportate in combattimento (dalle mie ricerche ho scoperto che Angelomaria era un discendente diretto (5^ generazione) del Donato Lo Conte Decurione del 1759 citato in precedenza)
    • Lo Conte Antonio di Giuseppe (5° rgt. bersaglieri) nato ad Ariano di Puglia il 29 apr 1887, morto il 1 set 1916 sul Carso per ferite riportate in combattimento
    • Lo Conte Antonio di Luigi (8° rgt. fant.) nato a Montecalvo Irpino il 6 feb 1896, morto il 18 lug 1918 sul Piave per ferite riportate in combattimento
    • Lo Conte Antonio di Pasquale (16^ cp. presidiaria) nato ad Ariano di Puglia il 31 dic 1889, morto il 29 ott 1918 a Modena per malattia
    • Lo Conte Ciriaco di Luigi (752^ cp. mitraglieri Fiat) nato ad Ariano di Puglia il 14 ago 1898, disperso il 29 set 1918 sul Carso in combattimento
    • Lo Conte Domenico di Ciriaco (43° rgt. fant.) nato ad Ariano di Puglia il 2 apr 1898, morto il 22 ago 1917 nell'ospedale da campo n.55 per ferite riportate in combattimento (ho scoperto che era cugino di primo grado del mio bisnonno)
    • Lo Conte Filippo di Oto (228° rgt. fant.) nato ad Ariano di Puglia il 27 lug 1884, disperso il 24 gen 1917 sul Carso in combattimento
    • Lo Conte Francesco Paolo di Liberatore (73° rgt. fant.) nato ad Ariano di Puglia il 5 set 1888, morto il 7 nov 1916 in Albania per ferite riportate in combattimento
    • Lo Conte Gaetano di Vincenzo (156° rgt. fant.) nato ad Ariano di Puglia il 28 mag 1894, morto il 11 ott 1915 sul Carso per ferite riportate in combattimento
    • Lo Conte Nicola di Michele (62° rgt. artiglieria) nato a Foggia il 9 apr 1889, morto il 5 nov 1918 in ospedale da campo n.163 per malattia
    • Lo Conte Nicola Maria di Luigi (264° rgt. fant.) nato ad Ariano di Puglia il 26 ott 1888, morto il 26 otto 1918 in ospedale da campo n. 157 per malattia
    • Lo Conte Pasquale di Nicolantonio (32° rgt. fanteria) nato ad Ariano di Puglia il 28 mar 1891, morto il 4 lug 1915 sul Monte San Michele per ferite riportate in combattimento
    • Lo Conte Pietro Paolo di Ciriaco (2° rgt. bers.) nato ad Ariano di Puglia il 29 giu 1884 disperso il 1 nov 1916 in combattimento
  • Nel 1920 l'Avv. Franza prestò la sua assistenza ad un certo Lo Conte detto Populano in un processo contro il Comune, per una contravvenzione al calmiere sul vino (cioè aveva venduto vino ad un prezzo più alto di quello imposto)
  • Sempre nel 1920 appare un Lo Conte Ottone tra i consiglieri comunali (sindaco era Domenico Gambacorta)
  • il 30 maggio 1923 un certo Savino Lo Conte (di Angelo) è stato derubato da ladri di appartamento a Milano (fonte: Corriere della Sera)
  • In un altro consiglio consiglio comunale (nel 1925) con sindaco Enrico Aucelletti appare Lo Conte Federico
  • Sempre nel 1925 un certo Maresciallo Lo Conte, carceriere presso il carcere di Pola, viene citato durante il processo del bandito Collarich (fonte: Corriere della Sera)
  • Il 21 dicembre 1926 un fruttivendolo milanese di nome Francesco Lo Conte (di Angelo) è stato truffato da un falso vigile urbano che gli ha chiesto una tangente per non pagare una vera multa subita il giorno precedente (fonte: Corriere della Sera)
  • il 16 settembre 1928 un ragazzo di nome Gioacchino Lo Conte viene trovato ucciso da un colpo di rivoltella nell'androne di un palazzo di Napoli (fonte: Corriere della Sera)
  • il 16 gennaio 1933 una grande nevicata a Milano provoca diversi incidenti stradali, in particolare Rita Lo Conte, di professione modista, si ferisce ad un piede, cadendo a bordo di un mezzo pubblico, a seguito di una brusca frenata (fonte: Corriere della Sera)
  • Nell'agosto 1936 Mussolini aveva annunciato che avrebbe visitato Ariano, ma non passò più. Per farsi perdonare devolvette 30.000 lire da assegnare alle famiglie bisognose. Furono premiate le 23 famiglie più numerose tra le quali figurano quelle di Lo Conte Domenico (13 figli) e di Lo Conte Matteo (11 figli)
  • Malgrado fossero poveri, i Lo Conte erano anche molto generosi infatti ben venti famiglie nel 1936 offrirono "Oro alla Patria":
      • Lo Conte Angelina
      • Lo Conte Antonetta
      • Lo Conte Antonietta
      • Lo Conte Carmela
      • Lo Conte Caterina
      • Lo Conte Concordia
      • Lo Conte Francesco
      • Lo Conte Gaetano
      • Lo Conte Giacinto
      • Lo Conte Giovanni
      • Lo Conte Giuseppe
      • Lo Conte Liberato
      • Lo Conte Maddalena
      • Lo Conte Maria
      • Lo Conte M.Libera
      • Lo Conte Michele
      • Lo Conte Oto
      • Lo Conte Paolo
      • Lo Conte Pasquale
      • Lo Conte Raimondo
  • Sempre nel 1936 Giovanni Lo Conte, un barbiere di Ariano Irpino, il 14 novembre uccide la moglie Rosaria Cuzzone strangolandola per gelosia. Viene condannato all'ergastolo da scontare nel carcere di Saluzzo. Successivamente, per merito dell'impegno della figlia Rosa (che all'epoca dell'assassinio aveva solo 4 anni), riesce ad ottenere la grazia e nel 1964 viene scarcerato tornando a fare il barbiere a Saluzzo.
  • Il 25 agosto 1938 ad Ariano Irpino nel rione San Nicola, succede un evento drammatico: il trentenne Michele Lo Conte (figlio di Giuseppe) rimane gravemente ferito a seguito di un'esplosione di una bomba pirotecnica o di un residuato bellico che ha provocato la morte di un suo amico Francesco Palladio. Di questa vicenda ho trovato due articoli:
    • il Corriere della Sera afferma che si trattava di fuochi pirotecnici che Michele stava imprudentemente confezionando assieme al suo amico Francesco Palladio
    • il quotidiano La Stampa, invece, afferma che si trattava di un proiettile di artiglieria rinvenuto dal Palladio e portato da questi a casa di Michele Lo Conte
    • probabilmente sono vere entrambe le versioni, cioè il Palladio ha rinvenuto il residuato bellico e voleva recuperarne la polvere da sparo per confezionare fuochi pirotecnici, coinvolgendo Michele Lo Conte, ma qualcosa è andato storto
  • l'8 aprile 1939 il Corriere della Sera pubblica un elenco di militari deceduti nella guerra dell'Africa Orientale Italiana (A.O.I.) tra i quali risulta un Natale Lo Conte figlio di Vincenzo di Furci Siculo
  • Ma c'erano anche Lo Conte istruiti, infatti il Corriere dell'Irpinia del 23 marzo 1940 nel pubblicare l'elenco dei fascisti universitari promossi al secondo corso cita un Lo Conte Tullio.
  • Mentre nel mondo si sta scatenando la Seconda Guerra Mondiale, nel maggio 1940 due sposi arianesi, Francesco Lo Conte e Concetta De Paola, fanno notizia da pubblicare sul Corriere della Sera, per il solo fatto che hanno 149 anni in due (77 lui e 72 lei)
  • Nel 1943, dopo l'Armistizio, fu rinominata la commissione per i tributi locali. Uno dei membri era Francesco Paolo Lo Conte fu Luigi.
  • Sempre nel 1943 un altro Paolo Lo Conte faceva parte del cast della Filodrammatica di Ariano.
  • Anche la Seconda Guerra Mondiale ha visto caduti alcuni soldati Lo Conte di Ariano:
    • Lo Conte Carmine, nato il 15 gen 1915, deceduto sul fronte russo il 16 mag 1943
    • Lo Conte Ciriaco, nato il 11 ago 1921 e deceduto il 8 ott 1942
    • Lo Conte Federico, nato il 7 set 1923 e deceduto sul fronte greco il 19 ago 1943
    • Lo Conte Francesco, nato il 4 lug 1919 e deceduto il 25 dic 1940
    • Lo Conte Giovanni, nato il 21 feb 1909 e deceduto il 13 dic 1940. Quasi sicuramente si tratta del Giovanni Lo Conte di Ariano Irpino che il Corriere della Sera del 12 gennaio 1941 inserisce in un elenco di caduti sul fronte dell'Africa Settentrionale
    • Lo Conte Giuliano, nato il 18 ott 1919 e deceduto il 31 gen 1943
    • Lo Conte Luigi, nato il 27 ago 1915 e deceduto il 12 dic 1942
    • Lo Conte Mario, nato ad Ariano Irpino il 25 settembre 1920, Marò della Regia Marina appartenente al Reparto Lero e catturato sul fronte greco, morì il 6 gennaio 1945 nel Campo 38 a Reni (Ucraina) dove è sepolto.
    • Lo Conte Natalino, nato il 2 mar 1916 e deceduto il 7 nov 1942
  • Altri Lo Conte caduti nella Seconda Guerra Mondiale:
    • Lo Conte Francesco, di Montemaggiore Belsito (Palermo), deceduto sul fronte russo il 31 gen 1943
    • Lo Conte Giovanni, di Taranto, deceduto il 12 ott 1940
    • Lo Conte Natale, di Messina, deceduto il 17 gen 1943
    • Lo Conte Pasquale, nato il 7 aprile 1923 a Mirabella Eclano e morto in Germania il 16 agosto 1944. Marò della Regia Marina appartenente al Reparto Navarrino, fu catturato sul fronte greco e internato in due campi di concentramento: Stalag II B (Hammerstein) e Stalag VI D (Dortmund) dove morì per malattia ed ebbe la prima sepoltura. Successivamente il suo corpo fu trasferito a Francoforte sul Meno - Friedhof Westhausen dove tuttora giace nel Cimitero militare italiano d'onore al riquadro M – Fila 4 – Tomba 26.
    • Lo Conte Riccardo, pugliese, nato ad Andria il 19 febbraio 1922, soldato di fanteria appartenente al 265° rgt., fu catturato sul fronte greco. Probabilmente morì per naufragio durante il trasporto sulla nave Sinfra affondata a causa del bombardamento alleato del 18 ottobre 1943, sul porto di Heraklion (Creta) da cui aveva appena salpato. Su quella nave morirono circa 2000 uomini, italiani, greci e tedeschi.
    • Lo Conte Vincenzo, di Favara (Agrigento) deceduto sul fronte russo il 27 gen 1943
    • Lo Conte Vincenzo, di Mussomeli (Caltanissetta), deceduto sul fronte russo il 31 dic 1942
  • Nell’elenco dei caduti della Seconda Guerra mondiale appaiono anche 8 Loconte pugliesi
  • Tra i soldati italiani catturati a seguito dell’Armistizio dell’8 settembre 1943 e internati nei campi di concentramento tedeschi possiamo trovare anche:
    • Lo Conte Giovanni, nato ad Ariano Irpino il 24 gennaio 1922, soldato dell’arma del Genio appartenente alla 37^ Compagnia Mista telegrafisti/marconisti, catturato al Goriza sul fronte Albanese il giorno dell’armistizio, internato nel campo Stalag V C (Offenburg), liberato l’8 maggio 1945 e rientrato in patria il 17 agosto 1945.
    • Lo Conte Ruggero, nato ad Avellino il 17 ottobre 1908, catturato sul fronte francese a Tolone il 8 settembre 1943, giorno dell’armistizio, e rientrato in Italia al termine del conflitto il 14 agosto 1945.
    • Lo Conte Giuseppe, siciliano, nato ad Antillo (ME) il 21 marzo 1924, soldato di fanteria appartenente al 291° rgt. Divisione Zara, catturato sul fronte Montenegrino il giorno successivo all’armistizio (9 settembre 1943) presso l’ospedale da campo di Cettigne e internato presso il lager Stalag VI D (Dortmund). Fu liberato il 7 aprile 1945 e rientrò in Italia il 29 agosto 1946.
    • Loconte Antonio, veneto, nato ad Adria (Rovigo) il 19 marzo 1921, catturato a Rodi il 10 settembre 1943, internato ad Atene e successivamente nelle miniere di Bor (Serbia) e rientrato il 2 ottobre 1945.
    • Loconte Idelbrante, pugliese, nato a Bari il 27 novembre 1908, carabiniere appartenente al 6° btg, 3^ compagnia. Fu catturato sul fronte croato a Nova Gradiska il 9 settembre 1943 e internato a Kostrzyn nad Odra (Polonia) e Stalag VI C/Z (Meppen). Rientrò in patria il 9 agosto 1945.
    • Loconte Pietrangelo, nato a Noicattaro (BA) il 28 agosto 1908, soldato di fanteria appartenente al 14 rgt. fanteria. Fu catturato sul fronte francese il giorno dell’armistizio, internato a Limburg (Stalag XII A) e rientrò in patria il 10 agosto 1945.
    • Loconte Ruggero, pugliese di Andria, nato il 1 giugno 1907, fu catturato sul fronte greco ad Atene il 9 settembre 1943 e internato presso il lager Stalag II B (Hammerstein) e presso il distretto militare di Bochum. Liberato il 8 maggio 1945, rientrò in patria il 5 luglio 1945.
  • Tra i civili caduti sotto i bombardamenti dell'11 settembre 1943 figura anche un'anima innocente, Lo Conte Oto di soli 2 anni.

A partire dal dopoguerra sui quotidiani (La Stampa e Corriere della Sera) ho trovato qualche Lo Conte protagonista di fatti di cronaca o di eventi culturali.

In particolare:

  • 1 gennaio 1948 - Vincenza Lo Conte di Ariano Irpino (rione LaManna) di anni 55, viene uccisa dal figliastro Paolo Bongo  (19 anni) con un colpo di fucile a seguito di un diverbio
  • 19 luglio 1952 - il Corriere cita tra i membri della Banda della 1400 che imperversa a Roma in quegli anni, un certo Armando Lo Conte
  • 5 marzo 1960 - il piccolo Pietro Lo Conte di 3 anni viene travolto e ucciso da un'auto a Milano mentre era in compagnia della sorella dodicenne
  • 14 maggio 1960 - un certo Maresciallo Lo Conte fa parte del team di poliziotti che indaga sul mistero di Via Monaci (la signora Maria Martirano uccisa l'11 settembre 1958 a Roma da un sicario mandato dal marito milanese)
  • 4 aprile 1962 - il ventunesse operaio milanese Paolo Lo Conte viene coinvolto in una zuffa con un certo Riccardo Lo Russo e ha avuto la peggio, ferito e portato in ospedale
  • 21 agosto 1962 - un violento terremoto colpisce la zona di Ariano Irpino. Tra le vittime Giovanna Lo Conte, sessantenne madre di 11 figli di Montecalvo, che a seguito di una scossa di assestamento muore per un collasso al pensiero che il marito sia deceduto coperto dalle macerie della loro casa
  • 21 febbraio 1964 - La Stampa di Torino si interessa al caso di Rosa Lo Conte, una ragazza di trent'anni che dal sud, impegnando tutti i suoi risparmi, si è trasferita a Saluzzo per stare vicina al padre Giovanni, condannato all'ergastolo perchè nel 1936 aveva ucciso la moglie per gelosia 
  • 9 ottobre 1964 - Giovanni Lo Conte, l'ergastolano arianese che nel 1936 aveva ucciso la moglie in preda ad un raptus di gelosia, viene scarcerato a Saluzzo. Dopo molti rifiuti alle domande di grazia, probabilmente proprio l'interessamento della stampa ha consentito di trovare una soluzione per la sua scarcerazione. In questo il ruolo della figlia Rosa, il perdono ricevuto dalla famiglia della moglie e la sua bravura nel mestiere di barbiere (che gli ha consentuito di trovare subito lavoro) sono stati determinanti
  • 9 giugno 1967 - Pasquale Lo Conte, 40 anni, gestore di una stazione di rifornimento carburante di Flumeri viene ucciso dal nipote Alberto Perrina a seguito di una rissa per motivi di interessi, con 5 colpi di pistola
  • 13 gennaio 1970 - Altro fatto di sangue ad Ariano Irpino: Michele Lo Conte (68 anni) in un momento di follia uccide due vicini di casa, Luciano Lo Conte (60 anni) e Angelina Lo Conte (61 anni) senza motivi apparenti. Dopo il duplice omicidio si è barricato in casa minacciando di uccidere anche i carabinieri intervenuti. Successivamente si è arreso.
  • 23 dicembre 1971 - Antonio Lo Conte di Milano viene condannato a pagare 6.000 lire di ammenda per affissione abusiva di manifesti di Lotta Continua
  • 17 aprile 1972 - il medico ostetrico foggiano Ugo Lo Conte (50 anni) proveniente da Pisa, muore in un disastro aereo mentre percorre la tratta Roma-Foggia, all'altezza di Frosinone
  • 30 dicembre 1981 - Carmine Lo Conte malato di mente arianese ricoverato a Nocera, viene ucciso da un compagno a colpi di sedia
  • 26 settembre 1985 - Concetta Lo Conte di Ariano viene uccisa a colpi di fucile dal genero Francesco de Gruttola insieme al marito Agostino Falcone e alla figlia Antonietta Falcone

Non cito altri Lo Conte apparsi sulla stampa recentemente per non violare la loro privacy.

Sono da citare, invece, alcuni artisti, intellettuali e imprenditori che si sono messi in luce nei loro ambiti professionali, tra cui:

  • Tiziana Lo Conte, romana, cantante e musicista, ottima rappresentante del genere Rock Alternativo, che ha partecipato anche a diverse rappresentazioni teatrali di Roma. Unica Lo Conte che appare su Wikipedia
  • Marco Lo Conte, giornalista del Sole 24 Ore
  • Jacopo Lo Conte, attore e doppiatore
  • Antonio Lo Conte e il Gruppo delle famose Farine Magiche
  • Johnny Lo Conte, ultimo erede della famiglia del Caseificio Superlatticini Carlo Lo Conte

e tanti altri giovani talentuosi, dal grande impegno, ma anche modesti e concreti, che spero di aggiungere presto a questo elenco.

La storia della mia famiglia

Per chiudere, mi sembra opportuno, a tutto beneficio di chi mi ha seguito in questo percorso a ritroso nei secoli e che condivide parte dei suoi antenati con i miei, riepilogare tutte informazioni raccolte finora sul nostro ramo specifico.

In realtà ho raccolto informazioni su molti rami Lo Conte, alcuni partono a metà del XVII secolo, ma non sono ancora riuscito a trovare un legame diretto. Nel mio database che raccoglie circa 14.500 persone distribuite su 2 continenti e 500 anni di storia sono presenti 2198 Lo Conte/ Del Conte/ Loconte e 175 Loconto/ LoConto/ Laconto. Dal mio capostipite, che ancora non conosco di nome e che visse ai primi del ‘700, al momento discendono 771 persone distribuite su 10 generazioni (di cui 374 dal cognome Lo Conte e derivati).

Come detto, i dati della mia famiglia al momento partono dal Catasto Onciario del 1753-1754 in cui, tra i vari nuclei familiari, ho individuato la radice da cui parte il mio albero genealogico.

In particolare, a pagina 204a, si parla di un nucleo familiare composto da 9 persone in cui sono presenti ben 3 generazioni:

 

Cognome e nome

Ruolo nella famiglia

anni

mestiere

note

1

lo Conte Giuseppe

Capo famiglia

26

ortolano

 

2

Bifaro Apollonia

Moglie

24

 

 

3

lo Conte Nicola

Figlio

7

 

 

4

lo Conte Carmina

Figlia

4

 

 

5

lo Conte Michele

Figlio

1

 

 

6

lo Conte Nicola

Fratello

24

ortolano

Sposato

7

Bifaro Maddalena

Cognata

23

 

 

8

lo Conte Felice

Nipote

1

 

Figlio di Nicola

9

Graziano Carmina

Madre vedova

50

 

 

Esaminando i ruoli e l’età dei singoli membri di questo bel nucleo familiare è già possibile trarre alcune considerazioni.

Il certo lo Conte che presumo sia nato a cavallo tra fine ‘600 e i primissimi del ‘700, tra il 1720 e il 1727 sposa Carmina Graziano che nel 1754 ha 50 anni e dunque dovrebbe essere nata nel 1704. Con Carmina ha almeno 2 figli: Giuseppe, nato nel 1728 e Nicola, nato nel 1730.

Purtroppo, tale ignoto lo Conte non arriva vivo al 1754, in quanto la moglie Carmina, a quella data, risulta vedova e il figlio maggiore Giuseppe risulta capo famiglia. Visto che entrambi i figli presenti nel Catasto Onciario dichiarano di essere ortolani, è molto probabile che lo fosse anche il padre.

Giuseppe e Nicola, sposano due ragazze che portano lo stesso cognome. Non ho la certezza assoluta ma sono molto confidente che i due fratelli abbiano sposato due sorelle. Tale situazione non mi meraviglierebbe più di tanto, considerando che a quei tempi, soprattutto in ambienti rurali e chiusi, non c’era molta possibilità di “rimorchiare” altrove.

Un altro motivo per cui presumo che fossero due sorelle è che anche dopo sposate hanno continuato a vivere sotto lo stesso tetto, unendo, di fatto, le due famiglie.

Il fratello maggiore Giuseppe, al 1754 aveva già avuto, con Apollonia Bifaro, 3 figli: Nicola (1747), Carmina (1750) e Michele (1753), mentre il fratello Nicola, evidentemente sposato da poco con Maddalena Bifaro, aveva ancora un solo figlio, Felice (1753).

Qual era il nome di battesimo di tale ignoto lo Conte? Esaminando i nomi dei nipoti, a volte si riesce a intuire quale fosse il nome del nonno. In questo caso, purtroppo, non ho molti indizi perché il primogenito di Giuseppe si chiama Nicola, come il fratello minore di Giuseppe, quindi è estremamente poco probabile che si chiamasse Nicola anche il padre.

Infatti, l’usanza del tempo era di assegnare, preferibilmente al primogenito, il nome del nonno paterno e al secondogenito il nome del nonno materno. Stessa regola per le femmine: la primogenita prendeva il nome della nonna paterna, la secondogenita quello della nonna materna. Tuttavia, esisteva un’eccezione: se il padre del nascituro sfortunatamente fosse deceduto durante la gravidanza, sarebbe diventato pressoché obbligatorio, per la puerpera, onorare l’anima del marito defunto assegnando al piccolo lo stesso nome del padre.

A conferma di ciò, la prima figlia femmina di Giuseppe si chiama Carmina, esattamente come la nonna paterna. Nicola, d’altra parte, non ha potuto dare il nome del padre al suo primogenito in quanto lui stesso si chiama Nicola. In tale caso Felice potrebbe essere il nome del suocero di Nicola (tale Bifaro), secondo la regola sopramenzionata.

Altra possibilità è che il tale ignoto lo Conte si chiamasse Felice. In questo caso Giuseppe potrebbe aver avuto un primo figlio di nome Felice, ma che purtroppo sia morto infante o comunque prima del 1754. Perché Felice? Perché quello è il nome del primogenito di Nicola. Il secondogenito di Nicola si chiama Ciriaco (che potrebbe essere il nome del suocero e in effetti nel C.O. esiste un Ciriaco Bifaro di anni 56 di mestiere caricatore), il terzogenito si chiama Giuseppe come lo zio.

Quindi a seguito di tutte queste considerazioni, contrariamente a quanto ho affermato qualche riga indietro, direi che il nome di battesimo del tale ignoto lo Conte potrebbe essere stato, con una certa probabilità sicuramente non trascurabile, proprio Nicola e, se fosse vera questa ipotesi, la sua data di morte cadrebbe poco tempo prima della nascita del secondogenito Nicola (circa 1729-30).

La seconda ipotesi, altrettanto probabile, è che si chiamasse Felice, ma in questo caso dovremmo trovare la registrazione dell’atto di morte di un piccolo Felice lo Conte, nato nella prima metà del ‘700 (circa 1746) e morto in tenera età (non più di 7 anni). Nelle mie ricerche ho proseguito a cercare altri figli di Giuseppe e Apollonia e, oltre a Nicola (1747), Carmina (1750-1814) e Michele (1753-1814), ho trovato Nicoletta (1765-1835) e Antonio Maria (1783-1828).

Ma ci sono troppe incognite. I nomi possibili restano equiprobabili, Nicola e Felice, ed esiste sempre una terza possibilità completamente ignota. Restiamo con il dubbio e proseguiamo con la storia della famiglia.

Tutte queste considerazioni le ho potute fare soltanto esaminando le 9 righe a pagina 204a del Catasto Onciario.

Da qui in poi le ipotesi diventano sempre più certezze e avvallate dalla presenza di certificati di stato civile.

Come già accennato, nel 1752 circa, Nicola sposa Maddalena Bifaro (1731) e hanno almeno tre figli maschi, Felice (1753), Ciriaco (1756-1836) e Giuseppe (1758-1813).

 

Ciriaco, mio pentavolo, che nel proprio atto di morte viene chiamato Ciriaco del Conte fu Nicola, sposa Maria Rosa Ardito (nata nel 1759 e morta il 30 agosto 1829[33]), vive nel rione S.Nicola di Ariano, dove fa il bracciale, e muore il 6 marzo 1836[34].

Con Maria Rosa Ardito, Ciriaco ha almeno 12 figli, 8 femmine e 4 maschi: Teresa (1784-1837), Brigida (1786-1828), Nicola Maria (1788-1843), Maria Giuseppa (1789-1856), Anna Maria (1791-1839), Liberato (1795-1821), Maddalena (1797), Maria Michele (1799), Maria Luigia (1801), Giuseppe (1805-1855), Colomba (1807-1811) e Raffaele (1808-1860).

Raffaele lo Conte, mio quadrisavolo, l’ultimo dei 12 figli di Ciriaco e Maria Rosa Ardito, nasce intorno al 1808, vive nel rione San Nicola e il 4 febbraio 1834[35] sposa Concetta Lo Visco (nata il 7 dicembre 1810[36] e morta il 5 febbraio 1871[37]) presso la parrocchia del rione San Pietro. Di mestiere fa il bracciale. Hanno almeno 8 figli tra cui Mariantonia (1835-1905), Maria Rosaria (1837), Maria Rosa (1839), Andrea (1842-1914), Filomena (1844-1923) Maria Michele (1847-1848), Pietro (1850-1931) e Ciriaco (1852-1914). Raffaele muore ad Ariano, rione San Pietro, il 5 gennaio 1860[38] a poco più di 50 anni.

Tra i suoi figli Pietro lo Conte, mio trisavolo, nato ad Ariano rione San Pietro il 30 giugno 1850[39], che il 6 marzo 1873[40] sposa Rosa Albanese, nata il 22 maggio 1848[41] e morta il 18 settembre 1928[42].

Pietro e Rosa hanno almeno 7 figli tra cui Raffaele (1873-1957), Antonio (1876-1950), Saveria (1879-1935), Andrea (1882-1959), Ciriaco (1885-1912), Giovanni Liberato (1887-1955) e Oto (1891-1975).

Pietro, di professione contadino, muore ad Ariano Irpino (AV), contrada Cerreto, il 19 aprile 1931[43] all’età di 80 anni.

Tra i suoi figli Antonio lo Conte, mio bisnonno, nato in Vico La Luna, Ariano di Puglia, il 17 giugno 1876[44]. Antonio a 26 anni, 25 gennaio 1902[45], sposa la diciannovenne Carminella Intonti, nata ad Ariano il 16 luglio 1883[46]. Nell’atto di matrimonio è citato il consenso dei genitori vista la minore età della sposa. Antonio e Carminella hanno una bambina di nome Rosa (detta Rosina) nata il 28 febbraio 1903[47]. Purtroppo, Carminella muore il 3 dicembre 1909[48] a soli 26 anni e lascia la bambina Rosina di 6 anni. Immagino il dramma di quella famiglia, chi può prendersi cura della bambina considerando che Antonio deve lavorare nei campi? Si fa avanti (spontaneamente o costretta dalla famiglia, chi può dirlo?) una delle sorelle minori di Carminella, Loreta Intonti, nata il 25 ottobre 1890 che ha solo 19 anni. Antonio la sposa appena 8 mesi dopo la vedovanza, il 11 agosto 1910[49]. Nell’atto di matrimonio viene citato il consenso ricevuto dai genitori, data la parentela (gli sposi erano cognati) e la minore età della sposa.

Antonio e Loreta (la mia bisnonna) hanno almeno 9 figli: Pietro mio nonno (1911-1982), Maria Carmela (1913-1958), Genoveffa (1916-1996), Mariantonia (1919-?), Maria Grazia (1920-1985), Raffaella (1924-1985), Giovannina (1928-1993), Angela (1929-1971) e Andrea (1932-2000).

Tra i fratelli di Antonio, tre emigrarono negli USA nei primissimi anni del ‘900, erano Raffaele, Giovanni Liberato e Oto, il ragazzo di cui ho raccontato le vicende qualche pagina indietro. Non sono più tornati in Italia, hanno lavorato sodo e hanno messo su famiglie molto numerose: in tre hanno generato in totale 224 discendenti distribuiti in 5 generazioni.

 Conclusioni

 E' difficile riepilogare tutto il discorso fatto finora. Portando avanti parallelamente le varie ipotesi è possibile trovare dei passaggi comuni che potrebbero essere considerati dei paletti per il proseguimento di questa analisi. Confrontando le due principali ipotesi, quella autoctona e quella straniera, sembrerebbe che la famiglia risalga almeno ai primi del XVI secolo, con buone probabilità che il primo nucleo si sia formato anche un paio di secoli prima. La città di origine dovrebbe essere proprio Ariano Irpino con qualche influenza pugliese. Le origini non sono nobili, ma potrebbero essere legate ad attività connesse con la nobiltà del tempo.

Tutto il resto è più o meno plausibile, ma comunque non confermato.

Nel nostro viaggio a ritroso nel tempo abbiamo incontrato i Normanni, i Templari, Francesco Sforza, gli Angioini, gli Aragonesi, i Carafa, i De Guevara, i Borbone, Meo Scarnecchia e i moti antigaribaldini del 1860, Ferdinando II e l’Editto dell’Alhambra contro gli Ebrei, il Titanic e i grandi flussi migratori, fino al presidente Giuseppe Conte.

Ci sono ancora molte domande senza risposta. Si faccia avanti chi ha qualche altra ipotesi da proporre o, magari, grazie a prove inconfutabili, conosce effettivamente come andarono le cose nella realtà.

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[1] https://sites.google.com/site/satanagregoso/

[2] https://arnanah2008.wordpress.com/  

[3] http://www.robertovitillo.it/

[4] https://arianoirpinogenealogy.weebly.com/  

[5] http://www.myitalianfamilies.com

[6] http://www.antenati.san.beniculturali.it/

[7] https://santespine.it/la-storia-di-ariano-irpino/

[8] http://www.paginebianche.it/

[9] http://www.pagesblanches.fr/

[10] http://www.whitepages.com

[11] http://www.familysearch.org/

[12] http://www.ellisisland.org/

[13] http://www.facebook.com/group.php?gid=30327983812

[14] http://www.gens.info/

[15] https://www.cognomix.it/

[16] https://forebears.io/it/surnames

[17] http://campania.indettaglio.it/ita/cognomi/cognomi_out.html

[18] http://www.cognomiitaliani.org/cognomi/cognomi0003con.htm

[19] https://it.wikipedia.org/wiki/Comunit%C3%A0_ebraica_di_Savoca

[20] http://campania.indettaglio.it/ita/comuni/av/arianoirpino/arianoirpino.html

[21] Dal volume “Ariano, storia e assetto urbano. Dalle origini al tramonto dell'età moderna” Vol. I, pag.77 e pag.100. - C. De Padua, P. Giardino, Ariano, 2008.

[22] https://www.lexilogos.com/noms_famille.htm

[23] Dal volume “Storia della Città di Ariano, dalla sua origine sino all'anno 1893", Libro terzo - pag.136 - di N. Flammia, Ariano, 1893.

[24] Dal volume “Ariano, storia e assetto urbano. Dalle origini al tramonto dell'età moderna"  Volume I - pag.77 e pag.100 - di C. De Padua, P. Giardino, Ariano, 2008.

[25] Dal volume “Ariano, storia e assetto urbano. Dalle origini al tramonto dell’età moderna” Vol. I. - C. De Padua, P. Giardino, Ariano, 2008.

[26] Dal volume “Ariano, storia e assetto urbano. Dalla crisi dell'ancient regime alla rivoluzione del 1848-49” Vol. II - tomo 1, pag.311. - C. De Padua, P. Giardino, Ariano, 2011.

[27] Dal volume “Ariano, storia e assetto urbano. Dalle Due Sicilie al Regno d'Italia” Vol. II - tomo 2, pag.80. - C. De Padua, P. Giardino, Ariano, 2013.

[28] Dal volume "La reazione di Ariano nel settembre 1860" di Francesco Zerella - In samnium, n. 1-2. Ed 1943-45.

[29] Dal volume  “Storia della Città di Ariano, dalla sua origine sino all'anno 1893"  Libro quinto - pag.255 - di N. Flammia, Ariano, 1893.

[30] Dal volume  “Storia della Città di Ariano, dalla sua origine sino all'anno 1893"  - di N. Flammia, Ariano, 1893.

[31] La nave Principe di Piemonte fu costruita nel 1889 nei cantieri navali Sir James Laing & Sons Ltd. di Sunderland, in Inghilterra, per la società italiana Lloyd Sabaudo. Stazzava 6.560 tonnellate, era lunga 131 metri e larga 16. Aveva motori a vapore a tripla espansione e doppia elica. Poteva viaggiare ad una velocità di 14 nodi e trasportare fino a 1.960 passeggeri, di cui 60 in seconda classe e 1.900 in terza. Aveva due fumaioli e due alberi e lo scafo era in acciaio, con due ponti. Era utilizzata sulla rotta Italia-New York. Nel 1913 fu acquistata dalla Uranium Steamship Co. e, ribattezzata Principello, fu utilizzata tra Rotterdam e New York. Nel 1914 fu venduta alla Canadian Northern’s Royal Line. Nel 1916 venne acquistata dalla britannica Cunard Line e ribattezzata Folia per essere utilizzata come nave da carico. Fece solo un viaggio tra Liverpool e New York, poi venne silurata e affondata da un sottomarino tedesco al largo delle coste irlandesi (Ram Head) l’11 febbraio 1917, con la morte di 7 membri dell’equipaggio.

[32] Dal volume "Ariano - dall'Unità d'Italia alla LIberazione, avvenimenti, protagonisti e documenti inediti - Libro secondo: dall'inizio del secolo al 1945" di Gaetano Grasso, Edizioni La Ginestra, Ariano 1994.

[33] Atto n.312 del Registro degli Atti di Morte di Ariano – Anno 1829

[34] Atto n.101 del Registro degli Atti di morte di Ariano - Anno 1836

[35] Atto n.27 del Registro degli Atti di Matrimonio di Ariano – Anno 1834

[36] Atto n.500 del Registro degli Atti di Nascita di Ariano – Anno 1810

[37] Atto n.53 del Registro degli Atti di Morte di Ariano di Puglia – Anno 1871

[38] Atto n. 4 del Registro degli Atti di Morte di Ariano – Anno 1860

[39] Atto n. 318 del Registro degli Atti di Nascita di Ariano – Anno 1850

[40] Atto n. 31 del Reg. degli Atti di Matrimonio di Ariano di Puglia – Anno 1873

[41] Atto n. 233 del Registro degli Atti di Nascita di Ariano – Anno 1848

[42] Atto n. 193 del Registro degli Atti di Morte di Ariano di Puglia – Anno 1928

[43] Atto n.85 del Registro degli Atti di Morte di Ariano Irpino (AV) – Anno 1931

[44] Atto n.451 del Registro degli Atti di Nascita di Ariano di Puglia – Anno 1876

[45] Atto n.10 del Reg. degli Atti di Matrimonio di Ariano di Puglia – Anno 1902

[46] Atto n.399 del Registro degli Atti di Nascita di Ariano di Puglia – Anno 1883

[47] Atto n.110 del Registro degli Atti di Nascita di Ariano di Puglia – Anno 1903

[48] Atto n.384 del Registro degli Atti di Morte di Ariano di Puglia – Anno 1909

[49] Atto n.66 del Registro degli Atti di Matrimonio di Ariano di Puglia – Anno 1910

 

 

 

Ultimo aggiornamento 2 marzo 2020.