Marzo 2005

 




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30/03/05     Corso d'inglese.
Gianna: sono tornata! Oggi alle 9,30 è iniziato il corso d'inglese. Siamo andati in due: io e Francesca. Sicuramente dopo tre anni lei parlerà perfettamente l'inglese ed io invece userò ancora il vocabolario. Mi sono divertita tantissimo. Le lezioni si tengono presso una chiesa battista, iniziano alle 9,30 e durano 2 ore. Alle 10,30 c'è la stata la ricreazione con tanto di campanella, ho bevuto il caffè americano, assolutamente imbevibile malgrado ci avessi messo dentro la crema e due cucchiai di zucchero. Francesca si è subito affezionata alla mia insegnante, voleva stare solo con lei. Immaginate come si possa imparare o insegnare l'inglese con Francesca in braccio. Le persone che insegnano sono volontarie, tutte simpaticissime e molto cordiali. La parte più divertente è stata quando l'insegnante mi ha chiesto perchè e per quanto tempo dovevo stare ad Huntsville. E' stato semplice dire tre anni mentre non mi ricordavo come si dicesse "marito" e "lavoro", così le ho detto che il padre di Francesca sta alla NATO e lei ha fatto finta di capire. Un altro momento divertente è stato quando le ho fatto notare che loro quando parlano hanno la bocca socchiusa ed io invece ce l'ho aperta, per cui il suono che esce è molto più sgraziato. Non sapevo come si dicesse bocca così siamo stati mezz'ora a discutere finchè lei ha di nuovo fatto finta di capire. Alla fine, quando Alice è tornata a prendermi, le ha detto che non vede l'ora che arrivi mercoledi prossimo perchè si è divertita tantissimo oggi. Non saprò l'inglese ma almeno anche qui in America hanno scoperto che una delle principali doti di noi pugliesi è la simpatia. Oggi pomeriggio ho subito potuto testare i miglioramenti che ho raggiunto nella mia conoscenza dell'inglese. Infatti, quando in un centro commerciale mi hanno chiesto come si chiamava Francesca, quanti mesi avesse, com'era carina, da dove venivamo... io ho capito tutto ed ho anche risposto senza l'aiuto di Piero!

Francesca con il vestitino di zia Patrizia il giorno di Pasqua.

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28/03/05     Pasquetta.
Stamattina proprio non mi andava giù, sapere che in Italia era una giornata di festa, di scampagnate, di gite fuoriporta ed invece qui ad Huntsville tutti rigorosamente al loro posto di lavoro. In realtà è la prima volta in quasi tre mesi che si verifica questa situazione. Altre due volte si era presentata esattamente la situazione opposta, due qualsiasi lunedì (Martin Luther King's Day e il Presidents' Day) che gli americani hanno festeggiato rimanendo a casa (quindi per ora vinco io per 2 a 1). Oggi Francesca si è svegliata con un sorriso smagliante e l'ha conservato pressochè inalterato per tutto il giorno fino al momento di andare a nanna. E anche quel momento è stato dolcissimo. Si è allungata sul letto, una carezza a Gianna, una a me, e si è addormentata serenamente. Ora che la vedo finalmente tranquilla e serena mi rendo ancora di più conto di quanto abbia sofferto nei giorni scorsi, per il male ai dentini e per la nostalgia di tutto quello che aveva lasciato in Italia. Naturalmente anche Gianna è serena. Sono così in sintonia tutte e due che, se stanno bene o stanno male, non si riesce più a capire quale delle due soffre o gioisce veramente e quale invece soffre o gioisce di riflesso. Io naturalmente dipendo completamente da entrambe così soffro e gioisco con loro al quadrato. Questo è uno degli inconvenienti (o dei vantaggi) di vivere tutti e tre insieme, sotto lo stesso tetto, condividendo tutto, persino l'aria che respiriamo. A Francesca questa situazione comincia a piacere. Finalmente può vivere un periodo di stabilità, di routine, di certezze, di riferimenti solidi e duraturi. Costa molto questa situazione perchè siamo lontani dai nostri cari, dai nonni, ma le mie convinzioni in merito stanno acquistando forma e sicurezza. Francesca aveva bisogno di questa solidità nei suoi ritmi. Certamente le mancano alcune figure, le mancano amici che la facciano svagare un po', ma con il tempo anche queste lacune saranno colmate da nuove conoscenze e nuovi rapporti sociali. E' incredibile come attiri la simpatia di chiunque capiti nei suoi dintorni. Chi la vede non può fare a meno di sorriderle ed ammirarla estasiato e lei, generosissima, non vieta a nessuno un radioso sorriso. E' proprio quella parte di carattere della mamma che desideravo ereditasse con tutto il cuore. E il mio desiderio è stato esaudito.

Da quando c'è Francesca non esiste nient'altro da mostrare.

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27/03/05     Buona Pasqua.
Ed è arrivata Pasqua. Una prima tappa. La prima Pasqua da soli. La prima Pasqua di Francesca. E' stata una giornata semplice, serena, naturale, non malinconica nè triste. Francesca era di buon umore e noi di conseguenza siamo stati bene con lei. In Italia è entrata in vigore l'ora legale e qui ancora no, quindi questa settimana siamo a 8 ore di differenza, siamo sfasati di un terzo di giornata. Ci siamo svegliati prestissimo anche perchè morivamo dal desiderio di salutare e fare gli auguri a nonni e zii. Fortunatamente c'è internet che ci permette di stare più vicini ai nostri cari, di vivere assieme a loro gli eventi e le situazioni senza sentirci così tanto distanti. Possiamo vederli negli occhi, sentire più di quanto possano dire le parole dietro un apparecchio telefonico. Certamente capita di scoprire nei loro occhi anche un po' di emozione ma non fa nulla, l'importante è vederli e farsi vedere sorridenti. Abbiamo scartato l'unico uovo di Pasqua che siamo riusciti a trovare nei vari centri commerciali e dentro abbiamo trovato un'autentica sorpresa: cinque o sei ovetti di cioccolata più piccoli ma identici a quello grande! Che fantasia che hanno questi americani, se non esistessero dovrebbero inventarli! Cristoforo Colombo non aveva proprio niente da fare poco più di 5 secoli fa... In mattinata siamo stati a messa e questa volta anche Gianna e Francesca sono entrate nella comunità. Francesca come al solito si è fatta notare subito: prima ha flirtato con un ragazzo che sedeva accanto a noi, non lo perdeva mai di vista estasiata, poi ha lanciato alcuni strilli di gioia nei momenti più topici e silenziosi. Comunque in generale ha fatto la brava. Il pranzo è stato degno della giornata di festa: lasagne e crepes con la nutella sono stati i piatti forti. Nel pomeriggio avremmo voluto fare una gita nei dintorni ma un tempo minaccioso di fulmini e saette ci ha suggerito di riposarci e fare un pisolino più lungo del solito. Purtroppo da queste parti non è stata importata la sana tradizione della pasquetta così domani mi tocca tornare al lavoro, invidiando non poco i milioni di italiani che rimarranno per ore bloccati sulle strade e autostrade italiane alla ricerca del prato perduto.

Da quando c'è Francesca non esiste nient'altro da mostrare.

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25/03/05     Fa caldo.
Gianna: All'improvviso è scoppiata l'estate. Francesca ha indossato i suoi primi vestiti estivi e siamo solo a marzo. Alle 21 di sera siamo stati costretti ad accendere l'aria condizionata. Nel pomeriggio siamo usciti a fare una passeggiata con Alicia. Francesca è felicissima quando usciamo. Le piace vedere altra gente e soprattutto le è piaciuto godersi la bella giornata di sole. Le abbiamo persino comprato la crema solare. Poi siamo andati in un centro commerciale. Abbiamo comprato qualcosa di carino per Francesca. Anch'io avrei dovuto comprare qualcosa per me, anche perchè fa caldissimo e tutto il mio guardaroba, soprattutto quello estivo, è ancora in viaggio. Mentre giravo per i centri commerciali mi rendevo conto che i vestiti qui sono orribili. Camicie e pantaloni con i fiorellini, e con colori sgargianti, proprio come le pezze americane che si trovano nei nostri mercatini. Abbigliamento fuori moda, che si portava trent'anni fa. Ho scartato, scartato e alla fine non ho comprato niente. Vado ancora in giro con una tenuta invernale. Tutti mi guardano. Sembro un extraterrestre. Loro già abbronzati con T-shirt colorate, pantaloncini e infradito, naturalmente senza calze ed io ancora con pantalone e maglione di lana. Ma preferisco morire dal caldo piuttosto che indossare quelle mostrusità.

Per Francesca è arrivata l'estate.

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24/03/05     Il cibo.
Gianna: Mentre mio marito scriveva il diario per se stesso, io scriverò queste righe per mostrare a chi avesse intenzione di venire a vivere in America, cosa lo aspetta... Oggi parlerò del cibo americano (sicuramente mio fratello Giuseppe non resisterebbe neanche un giorno). L'ingrediente predominante in tutti i cibi è l'aglio. Dopo venti giorni, finalmente in un nuovo centro commerciale ho trovato la mozzarella. Che visione, che gioia infinita quando Piero me l'ha mostrata! Quando gli altri clienti hanno visto il nostro carrello non abbiamo potuto nascondere la nostra identità: c'era soltanto pasta fresca, pasta barilla, pomodori, pizza, mozzarella, olio d'oliva e ortaggi vari. In realtà c'è qualcosa di veramente buono: la carne. La tagliano in modo diverso, più doppia ma è tenerissima. Quanto mi manca la pizza rustica! Non è possibile trovare la pasta sfoglia neanche a pagarla oro. E neanche il pane si trova. Ormai come perfetti americani mangiamo soltanto pane per toast scaldato nel forno. Anche i dolci non attirano assolutamente la mia curiosità. Ah quanto rimpiango quei cornetti, quelle crostate ripiene di Nutella di mio cognato Nico... Penso che inizierò una lunga dieta per poi affogare nel cibo quando tornerò in Italia! La prossima volta parlerò di come si vestono gli americani...

Il nostro grande amore.

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22/03/05      L'America vista con gli occhi di Gianna.
Per la prima volta dopo tre mesi scrivo il diario insieme a Gianna. Tuttavia è un lavoro molto difficile perchè lei continua a ridere e non riesco ad interpretare quello che sta pensando. Allora scrive lei: quando Piero mi ha proposto di andare a vivere per tre anni in Alabama, io pensavo di trovare uno scenario fantastico come nei migliori film americani. Che delusione! Già appena arrivati a Washington l'aereo che ci ha portati ad Huntsville sembrava del primo dopoguerra. La casa è bella, soprattutto mi piace la moquette che mi permette di camminare scalza, il mio sogno. Siamo arrivati di lunedì sera e non ho incontrato nessuno, forse era tardi. L'indomani Piero, entusiasta, ci ha portati in giro per la città: deserto assoluto. Per altri tre giorni non ho incontrato nessuno. Finalmente una mattina ho intravisto attraverso la tenda veneziana una cinesina che portava a spasso il cane, sembrava una visione. Piero continua ad insistere: ti piacerà tanto. Ci sono soltanto centri commerciali. Hanno abitudini diverse, pranzano a mezzogiorno, cenano alle sei e alle sette vanno a letto e la mattina sono freschi e riposati. L'unico svago che hanno è fare figli. Ho incontrato dal pediatra una signora che aveva quattro figli tutti a distanza di dieci mesi l'uno dall'altro. E aveva una faccia serena allegra. Io invece con una sola figlia ero preoccupatissima ed agitatissima. Nei centri commerciali si vedono solo mamme con almeno tre o quattro figli. Per non parlare del cibo... Il resto lo racconterò la prossima volta. Saluto affettuosamente tutti coloro che leggeranno la "mia avventura americana"... e che Dio mi aiuti!

La nostra prima foto americana (scattata da Phyllis Loconto).

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20/03/05      Domenica di riposo.
Un attimo di tregua. Per me queste due settimane con Gianna e Francesca sono volate. Non ho avuto un attimo di respiro per pensare, per annoiarmi. Per loro sicuramente non è stato così. Ma è un itinerario che tocca percorrere appena arrivati qui. I nostri ritmi italiani sono infinitamente più elevati e non è semplice adeguarsi alla lentezza ed alla tranquillità dell'Alabama. Poi quando ci si abitua, la giornata torna ad avere le sue 24 ore. Per ora penso che soprattutto per Gianna la giornata sia almeno di 72 ore... Comunque la situazione è particolare anche perchè l'arrivo in Alabama è coinciso con l'arrivo del dolore di dentini per Francesca. E' sempre fastidiosa, si lamenta, non sopporta nulla, i rumori, le voci. In questo posto non si sentono rumori. Il silenzio è pressocché assoluto, quindi basta accartocciare un pezzo di carta o un cigolio di una sedia per farla saltare in aria spaventata a morte. Sto ancora ripensando agli ospiti di ieri. Peccato che siano dovuti ripartire così presto, avevamo non una vita ma almeno tre o quattro generazioni di vite da raccontarci. E' incredibile quanto possano diventare importanti certi aspetti della propria vita, certi valori della propria esistenza quando ci si trova di fronte ad una situazione di questo tipo: dover raccontare in pochi minuti tutto di se stessi, dei propri cari, dei genitori, dei nonni, dei bisnonni. Persone che a volte sono soltanto un nome nei ricordi di un bambino che acquistano all'improvviso una nuova dimensione, si reincarnano nella nostra immaginazione, nell'intervallo di un racconto, in qualche aneddoto inedito raccontato da persone fino a qualche ora prima sconosciute e che invece ti conoscono profondamente attraverso la conoscenza dei tuoi antenati. Allora all'improvviso è come se coloro che non ci sono più tornassero in vita e si raccontassero con parole nuove, con episodi inediti a volte deformati dal tempo e dal passaparola, ma che forse proprio per questo diventano ancora più affascinanti. Se devo dire grazie a David è anche per questa passione che mi ha trasmesso. La capacità, il desiderio di guardarsi indietro, di guardarsi dentro, per poter andare avanti e trovare nuovi obiettivi. Io mi sono subito immedesimato in lui perchè anch'io, come lui, sono originario di Ariano ma non ci sono mai stato ad abitare. E' difficile spiegare a chi non si è mai trovato in questa situazione, cosa si prova. E' come se mancassero dei riferimenti, dei punti chiave, delle fondamenta su cui montare un castello. Io non vivo questa situazione con sofferenza ma mi ha sempre incuriosito il disagio che provavo ogni volta che qualcuno mi chiedeva di dove fossi. Non sono mai stato in gradi di dare una risposta secca, decisa, concreta, convinta. Cominciavo sempre a raccontare parte della storia della vita mia e di quella dei miei genitori per riuscire a giustificare un origine che non è possibile documentarla con un certificato o una carta d'identità. E' scritta nel mio cuore, come in quello di David, e nessuno può leggerla ma nessuno potrà neanche cancellarla.

Francesca con la nonna Michela.

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19/03/05       Giornata memorabile.
Oggi è stata una di quelle giornate che penso rimarranno scolpite nei ricordi di tutta la mia vita. Un altalenarsi di emozioni che, messe tutte insieme, avrebbero meritato una giornata a testa sicuramente. Innanzitutto è stata la mia prima festa del papà. Da quanti anni aspettavo questo momento! Per la prima volta ho potuto festeggiare la festa del papà essendo io stesso il papà da festeggiare. Francesca e Gianna mi hanno fatto il più bel regalo che avessi mai potuto desiderare in tutta la mia vita. E non contente mi hanno anche fatto un vero regalo con tanto di letterina con la poesia e tanti poster con le scritte "ti voglio bene papà", "Auguri papà", "I love you daddy", "you are the best daddy in the world" sparsi per la casa. Poi è arrivato David, il cugino professore di Sociologia che vive in Alabama e che è entusiasta di poter andare ad Ariano questa estate ed ha un sogno nel cassetto: quello di poter andare a vivere in Italia, magari quando andrà in pensione. E' un bravissimo ragazzo, mite, educato, ho visto nei suoi occhi tanta malinconia e il forte desiderio di riscoprire le sue origini autentiche. Quello che ha potuto raccogliere finora sono soltanto i ricordi di quando lui era bambino e partecipava agli incontri di famiglia con i suoi genitori, i nonni, gli zii, i cugini e si rinnovavano ogni volta le antiche sane tradizioni italiane. Con l'incontro di oggi ha potuto rinverdire quei ricordi e penso sia aumentato il desiderio di approfondire ed andare a toccare di persona la sua terra. Poi ci hanno raggiunto anche Frank e sua moglie Phyllis. Sono due persone molto socievoli, abituate a trattare con la gente. Frank è amabile, una persona molto nota e soprattutto che conosce tantissimi personaggi importanti americani, da Bill Clinton a tutti gli attori e cantanti più famosi. Cantava e canta tuttora, ha una bellissima voce. Scrive canzoni e produce canzoni. Presenta show televisivi, insomma si dà da fare nel mondo dello spettacolo. Ci hanno portato montagne di fotografie della loro famiglia e di quelle dei loro cugini. Avremmo avuto bisogno di almeno due o tre giorni per poter guardare con attenzione tutte le foto, con le relative descrizioni. Io avrei voluto fare una copia di tutto ma non è stato possibile, anche perchè non è stata la giornata migliore di Francesca che ha pianto e si è lamentata tutto il giorno, con qualche decimo di febbre e tanto dolore ai dentini. Probabilmente aveva anche un forte mal di testa e la presenza di tutti quegli estranei la infastidiva. Tutti hanno apprezzato tantissimo la cucina di Gianna, soprattutto le melanzane alla parmigiana, malgrado le difficoltà che ha avuto per la mancanza degli strumenti fondamentali della cucina e per i capricci di Francesca che ha voluto stare in braccio tutto il giorno.La prima impressione sugli ospiti è stata che David sta cercando qualcosa che non ha ancora trovato e spero che i suoi sogni si realizzino finalmente durante il viaggio che ha programmato per questa estate. Frank invece è un uomo molto sicuro di sè, che ha vissuto ed ha saputo vivere la sua vita con allegria e decisione. Ho acquistato due nuovi parenti, due belle persone, diverse ma ugualmente care. Questa sì che è stata una giornata memorabile.

I due cugini Frank e David.

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17/03/05       San Patrizio.
San Patrizio è una festa molto sentita in tutti i paesi anglosassoni e, naturalmente, ovunque ci sia un irlandese. Tutti girano vestiti di verde e questo sembra annunciare la primavera ormai imminente. Tuttavia oggi il tempo è stato ancora più invernale del solito. Tanti auguri alla zia (e madrina) Patrizia. Oggi forse ha sofferto ancora di più la lontananza della nipotina Francesca ma la vita è così. Se le cose fossero facili e scontate non avrebbero lo stesso sapore. Gianna si sta preparando per il fine settimana che sarà di fuoco. Avremo ospite David per un incontro storico tra generazioni lontanissime e, per uno strano caso fortuito, anche Frank si troverà ad Huntsville per un funerale nello stesso weekend. Anche tra di loro non si sono mai visti e potranno fare, a casa nostra, il più clamoroso dei "carramba che sorpresa". Per ironia della sorte nello stesso fine settimana ricorreva anche la festa del papà e la mensile cena degli italiani di Huntsville. Non avrei mai pensato di avere così tanti impegni mondani in così breve tempo. Per non parlare degli amici che ci vorrebbero incontrare anche tutti i giorni, come Alicia o Ersilia. Ora il difficile sarà non deludere le aspettative. Questi lontani parenti americani vorranno assaggiare la cucina tipica italiana e noi siamo un po' a disagio perchè gli ingredienti giusti e autentici non si trovano e quelle poche cose che ci siamo portati dall'Italia non possiamo utilizzarle perchè sono ancora in viaggio. Comunque Gianna ha molta fantasia e non si perderà d'animo, l'importante è stare in compagnia e divertirsi.

Questi occhi faranno innamorare molti cuori....

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15/03/05       Una distrazione .
Quanto può costare una distrazione? Gianna ha rotto gli occhiali e le si è spezzato anche il cuore quando ha saputo a quanto ammontava il danno... Diciamo che in America ci sono cose che costano "un po' di più" rispetto all'Italia, come gli occhiali, mentre altre cose, come la benzina, hanno costi ridicoli. E' stata divertente la scena, durata più di un'ora, con i tentativi di Gianna di farsi capire dall'oculista e gli ottici che si sforzavano di essere il più possibile pazienti e comprensibili pur di convincerla a comprare gli occhiali più costosi. I loro sforzi sono comunque serviti al punto che Gianna ha capito quasi tutto quello che è stato detto. Addirittura era comprensibile anche la descrizione tecnica sui trattamenti superficiali antiriflettenti di alcune lenti rispetto ad altre. Domani vedremo Gianna con un nuovo look, una nuova forma di occhiali che sarà tutta una sorpresa. Gli americani, quando sentono italiano associano subito l'idea alla buona cucina. Infatti l'ottico che era piuttosto sovrappeso, aveva la bava alla bocca quando gli abbiamo raccontato che Gianna cucinava alcuni piatti tipici italiani. Il medico invece era polacco ed era molto comprensivo nei confronti di Gianna e della sua scarsa conoscenza della lingua. Ha detto che lui è originario di New York una città dove puoi nascere e morire senza la necessità di imparare una sola parola d'inglese, se vivi in quartieri tipo Little Italy o China Town. Mentre qui ad Huntsville occorrerà necessariamente imparare l'inglese. Anche lui appassionatissimo della cucina italiana ci ha consigliato il ristorante Villa Fiore aperto, tra l'altro, da un mio ex-collega alcuni anni fa. Chissà se e quando lo andremo a testare. Sabato prossimo invece ci sarà l'Italian Dinner, una serata organizzata dagli italiani per incontrarsi e confrontarsi, una volta al mese. Potrebbe essere piuttosto deprimente o estremamente interessante sentire i racconti di gente che si è trasferita 40-50 anni fa, ma dovremo provare almeno una volta. Probabilmente questa occasione ce la perderemo perchè sabato prossimo avremo il fatidico incontro con David Loconto, ma non mancheremo la prossima. In serata siamo andati a trovare Sara e Alicia che stanno poco bene. Francesca è entusiasta ogni volta che incontra Sara. Quando la vede i suoi bellissimi occhi azzurri di illuminano, diventa radiosa. Ogni giorno è sempre più bella, serena, felice. Le piace tantissimo stare con i bambini e Sara è molto carina e soprattutto ha tantissimi giocattoli...

La torta di zio Nico dedicata ai nonni (Nonni, non preoccupatevi... il tempo VOLA...! A presto FRANCESCA).

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14/03/05       Ritorno alla normalità.
La situazione sta tornando finalmente alla normalità. Francesca si sta adeguando ai ritmi americani e dorme anche 12 ore consecutive. E' molto più tranquilla e ride sempre. E' soltanto un po' esigente e pretende l'attenzione assoluta nei suoi confronti da parte di tutti e due costantemente. Gianna si è ormai abituata alle mille differenze tra l'Italia e l'Alabama e comincia a trovare anche aspetti positivi sulla sua permanenza, un po' forzata negli States. Ha finalmente conosciuto Alicia e, come previsto, si è trovata completamente a suo agio con lei. Hanno parlato per almeno 5 ore senza smettere un attimo. Francesca e la piccola Sara, invece, sono ancora un pò diffidenti. Francesca come al solito si è lanciata verso Sara per dimostrarle tutto il suo affetto, ma Sara, che era un po' raffreddata, non si è fatta avvicinare. Il tour dei centri commerciali sta andando avanti regolarmente. Abbiamo potuto anche fare qualche acquisto un po' più importante come il ferro da stiro, l'umidificatore, lo sterilizzatore che va nel microonde. Gianna è eccitatissima a scoprire le mille soluzioni tecnologiche che gli americani hanno trovato nei confronti dei piccoli problemi quotidiani. E soprattutto ha potuto scoprire sulla sua pelle cosa significano gli sbalzi termici. Di giorno può sembrare primavera avanzata, si va in giro in T-shirt e pantaloncini, ma la sera, o il giorno dopo, bisogna rimettere sciarpa e guanti. Ora capisco perchè qui sono così maniaci delle previsioni del tempo. Se intervisti un americano a caso, magari non ti sa rispondere sulle domande più semplici di geografia, ma sa perfettamente dove sta e quanti danni farà la prossima perturbazione in arrivo da nord-ovest. Del resto se non ci si mantiene continuamente informati sul tempo, si rischia di prendere clamorose cantonate e uscire leggeri quando fa freddo e, viceversa, pesanti quando fa caldo. Noi Europei invece siamo molto meno accorti e per non sbagliare abbondiamo sempre con gli abiti, soprattutto con i bambini. L'altro giorno siamo usciti con Francesca e Gianna le aveva messo il giubottino imbottito ed il cappellino di lana, come è normale di questi tempi. Ebbene tutti quelli che la vedevano chiedevano: è appena stata sulla neve a sciare?

Francesca con gli zii Anna e Giuseppe.

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12/03/05       Ancora disagi.
I disagi continuano per entrambe. Non pensavo che per loro potesse essere così difficile adeguarsi al nuovo mondo. Oggi è il quinto giorno che siamo arrivati e Gianna e Francesca non si sono ancora abituate, nè al fuso, nè ai nuovi ritmi, nè al nuovo stile di vita. Francesca è sempre piuttosto capricciosa, soprattutto quando deve bere il latte. Nessun problema invece quando mangia la minestrina o la crema di riso. Continua a bere soltanto dal bicchiere ed è uno spettacolo. Oggi è stata una giornata tipicamente primaverile, calda e soleggiata. Sono uscito a fare una passeggiata con Francesca e lei se l'è proprio goduta, poi si è addormentata ed è stata molto meglio. In generale quando esce riesce a riposare meglio e più a lungo. Nei centri commerciali tutti quelli che la vedono non possono non esprimere parole di ammirazione: è bellissima. Gianna si sta riprendendo ma molto lentamente. Non conoscere la lingua per lei sta diventando un ostacolo imprevisto nelle relazioni sociali. Tutti le rivolgono parola soprattutto per merito di Francesca ma lei rimane bloccata. Oggi ha anche rotto gli occhiali e per lei il disagio è aumentato. L'unica persona, oltre il sottoscritto, con cui ha potuto scambiare due parole è Alicia, la moglie di Antonio, che ha telefonato e ci ha invitati per domani a pranzo.

Francesca con la nonna Anna.

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10/03/05       Problemi di fuso.
Gianna e Francesca non si sono ancora adeguate al fuso orario! Dopo tre giorni non è ancora cambiato nulla. Sono entrambe crollate dal sonno alle 17.00 (mezzanotte italiana) e non si sono più risvegliate. Praticamente non sono mai partite dall'Italia, sia con lo spirito che con la mente. Soltanto il loro corpo è qui con me. Francesca è ancora molto frastornata, i denti ed i postumi della vaccinazione hanno fatto il resto. Comunque dorme parecchio e riusciamo a farla mangiare con un po' di insistenze. Il dolore ai dentini le impedisce di mangiare e bere dal biberon, preferisce mangiare con il cucchiaino e bere direttamente dal bicchiere. E' una bimba dolcissima e vederla soffrire ci spezza il cuore. Speriamo che riesca ad uscirne presto. Le mie giornate sono completamente assorbite dalle mie due bambine, sto andando in ufficio soltanto per il minimo indispensabile. Loro hanno bisogno di me e della mia presenza costante. Fortunatamente andiamo incontro al weekend, potremo stare insieme per quasi altri tre giorni completi. Oggi abbiamo evitato di far uscire Francesca così è saltata la visita al centro commerciale quotidiano. Riprenderemo la via crucis domani.

Francesca con la mamma e la cuginetta Simona.

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09/03/05       La giornata di Francesca.
Non ci sono dubbi. La protagonista assoluta di questo secondo round americano è senz'altro Francesca. Non si è ancora resa conto che qui ci sono sette ore in meno, così si addormenta alle 16 (le 23 italiane) e si sveglia all'una di notte fresca e riposata! Oggi è stata la protagonista perchè ha compiuto 8 mesi ed è anche uno dei suoi onomastici (Santa Francesca Romana cade proprio il 9 marzo). E' ancora molto stanca e sconvolta dal viaggio. Ha i dentini che vogliono uscire con le buone o le cattive. Forse anche un po' di mal d'orecchi e la nostalgia per le figure che aveva imparato a riconoscere e che le facevano tanta compagnia (zii, cugini e soprattutto nonni). Tutto questo la rende molto nervosa e fastidiosa al punto che ci ha un po' preoccupati. Così l'abbiamo portata dal pediatra che le ha riscontrato soltanto un dolore da dentizione. Sta così bene, pesa 17 libbre, che il dottore ci ha proposto di farle, seduta stante, il secondo richiamo delle vaccinazioni. E così ha pianto di nuovo dopo aver subito ben tre punture. Spero che tutte le lacrime che erano previste per questo soggiorno americano si siano esaurite in questa prima settimana, altrimenti povera Francesca! Anche Gianna, pur se migliorando dal punto di vista della vitalità, è ancora piuttosto sconvolta e assonnata per il benedetto fuso. Abbiamo potuto così constatare le differenze abissali tra la sanità americana e quella nostrana. La tranquillità e la serenità di quell'ambiente sono senz'altro da esportare in Italia. Mentre invece essere coperti da un'assicurazione è un obbligo assoluto. Naturalmente noi abbiamo un'assicurazione che ci è stata assegnata dall'ambasciata italiana a Washington e che tuttavia copre soltanto il 70% delle spese sanitarie. Oggi abbiamo avuto i nostri primi ospiti. I primi americani/italiani che ci hanno dato il benvenuto sono stati Ersilia e Paul con una bella (e buona) torta alle mele e uvetta. Antonio e Alicia, invece, non li abbiamo ancora incontrati perchè sono a sciare in Colorado: beati loro!

Francesca con la zia Patrizia.

08/03/05       Siamo tornati (e buona festa a tutte le donne).
Sono, anzi, siamo tornati. Non è facile riepilogare tutto quello che è successo in questi 5 giorni (viaggi inclusi). E ancora non è passato l'effetto del cambio di fuso orario (jet lag per gli inglesi), per cui non so se riuscirò a rimanere sveglio, scrivendo queste righe, fino alla fine. Probabilmente da oggi in poi questo Diario Americano sarà scritto a quattro mani da me e Gianna ma per oggi non se ne fa nulla perchè anche Gianna è ancora abbastanza "fusa". Francesca non ha apprezzato molto il viaggio. Era dolorante alle orecchie per un principio di otite e questo ha determinato due sequenze di atterraggio da brividi degni di un film di Hitchcock. Appena variavano le condizioni di pressurizzazione dell'aereo la poveretta cominciava a urlare di dolore ed insieme a lei tutti i cuori presenti sull'aereo, a partire dai nostri, soffrivano impotenti. E' inutile affermare e ripetere quanto mi abbia fatto piacere rivedere tutti, naturalmente a partire dalle mie due donne. Tuttavia nelle ultime 24 ore il mio tempo libero, come facilmente pronosticato, si è drasticamente ridotto alle poche ore rubate al sonno. Francesca è una forza della natura e bisogna essere veramente molto forti per starle dietro, fisicamente e psichicamente. Gianna mi ha portato alcune fotografie scattate nei giorni della mia assenza dall'Italia e prossimamente ne potrò mostrare qualcuna. Adesso non riesco proprio ad andare avanti concentrato, sono le 20,30 (ma in Italia sono le 3.30 del mattino) ed io ho molto sonno...

Una foto di Francesca con lo zio Antonio.

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02/03/05       Il grande giorno.
Finalmente è arrivato. Anche se in realtà si tratta di domani per me, e l'arrivo è dopodomani, con la testa sono già a Fiumicino. I miei pensieri vanno a mille. E' come quando sono partito due mesi fa. Dover pensare a tante cose contemporaneamente, prevedere tutto il prevedibile e tentare di indovinare l'imprevedibile. Perchè tutto deve essere perfetto. Gianna e Francesca dovranno sentirsi completamente a loro agio appena arrivate qui. Oggi sono stato a pranzo da Antonio e Alicia e ci hanno nominati loro testimoni di nozze. Devo dire che sono veramente lusingato. In fondo ci conosciamo soltanto da meno di due mesi, ma mi hanno subito fatto sentire a mio agio, sono simpaticissimi. Penso di aver trovato veramente due nuovi amici. Con l'arrivo di Gianna anch'io sarò più spinto a stringere nuove amicizie. Dovremo riprendere i contatti con molte persone che già conosco. Finora, senza telefono, con la macchina abusiva e senza le mie "public relation managers" preferite, Gianna e Francesca, li avevo trascurati un pochino. Quindi appena torniamo dovrò chiamare Ersilia e Paul, Alfonso e Karen, Giuseppe e Nadia, Fiorenza e Mike, ed anche Maurizio con la moglie incinta. E quando Gianna comincerà a sentirsi più a suo agio anche con l'inglese, ci incontreremo anche con il mio capo John e la moglie. Ma gli italiani ad Huntsville sono molti di più. Questi sono solo alcuni di quelli che ho già conosciuto. C'è anche la graziosa famigliola del mio collega francese, però loro parlano soltanto francese e un po' d'inglese, per Gianna sarà un po' arduo colloquiare con loro. Ora devo smettere, devo ancora preparare la valigia. Se per qualche giorno questo "Diario Americano" non verrà aggiornato... non c'è da preoccuparsi, penso sia abbastanza comprensibile!

L 'immagine del giorno non poteva essere che l'aeroporto di Huntsville.

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01/03/05       L'attesa.
Non mi è mai capitato di aspettare con tanta ansia una data, un'ora particolare. Non sto più nella pelle. Dormo poco, sono agitato. Sono emozionato come un bambino al primo giorno di scuola. Quelle due donne mi hanno completamente stregato. Non posso più neanche respirare senza di loro ed io sono in apnea da due mesi. Ormai ogni secondo che passa è un secondo in meno che mi separa dal loro incontro. Mi farà senz'altro piacere vedere tutti, ma Francesca ha un fascino particolare. Ho perso due dei suoi otto mesi e voglio recuperare, non voglio più perderla di vista neanche un minuto. Forse solo Gianna può capirmi. Naturalmente quando sarà qui, crescendo, farà i capricci come tutti i bambini, mi farà innervosire, ma non vedo l'ora che mi regali un'emozione, qualsiasi essa sia. Sto provando sentimenti contrastanti. Mentre sono felice di poter riabbracciare tutti i miei cari, mi sento anche un po' egoista perchè so che sto andando a prendere mia figlia ma sto anche andando a togliere una figlia, Gianna, a sua madre. Il loro legame era già molto forte prima ed ora è diventato di pietra. Purtroppo, è facile a dirlo ma difficile da comprendere, non è possibile avere tutto dalla vita. I percorsi a volte si scelgono, a volte si subiscono, a volte sono inevitabili. Il nostro percorso ci porta a stare lontani dai nostri cari, ma è soltanto un episodio, un intervallo, una sosta di servizio. Torneremo, alterneremo momenti felici, di compagnia, a momenti tristi, di solitudine. Non possiamo scegliere quando e come si alterneranno. Dovremo soltanto fare in modo che in momenti più bui durino il meno possibile. Dovremo riempire i vuoti con il nostro amore reciproco, dovremo farci prendere dall'entusiasmo di conoscere un nuovo mondo e sono sicuro che in questo Francesca ci darà una mano, sarà il nostro collante, il nostro calmante, la nostra spinta di energia. E quando torneremo dai nonni sarà bellissimo, potremo raccontare tante cose, e soprattutto saremo fieri di mostrare loro i progressi di Francesca, le sue prime paroline, le sue piccole conquiste quotidiane. Sarà sempre una sorpresa, un dolcissima, tenerissima sorpresa. E quando vedremo i loro occhi lucidi dall'emozione, i nostri cuori si riempiranno di gioia e soddisfazione.

Una grotta spettacolare che si trova in questa zona, dovremo senz'altro visitarla.

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