31/05/05 Primi
passi.
Ogni giorno una nuova conquista, ogni giorno una nuova sorpresa. Ora Francesca
cammina. Naturalmente non da sola, ha ancora bisogno del nostro aiuto, ma
ha una fortissima voglia di camminare, di correre, di raggiungere l'indipendenza.
Non passa giorno che non restiamo sbalorditi per le cose che fa, per i tentativi
di parole, per le espressioni. E' meravigliosa quando tenta di cantare. A
volte riesce ad alzarsi da sola in piedi, quando trova un solido punto d'appoggio.
A quattro zampe è ormai padrona della casa e va dove e quando vuole
con una rapidità fulminea. Riusciamo appena a percepire cosa sarà
quando potrà correre. Non vediamo l'ora, anche se siamo un po' spaventati
all'idea. Ha le mani dove arrivano gli occhi. Se riesce ad afferrare il cellulare
riesce facilmente a bloccare la tastiera e comporre qualcosa. Le piace dormire,
le piace mangiare, adora la musica e, quando le gira bene, anche il computer
la affascina molto. Ama uscire a fare le passeggiatine per il residence e
ultimamente si vedono più bambini in giro perchè le scuole sono
finite. E' dolcissima. Quando torno dal lavoro, sta almeno mezz'ora ad abbracciarmi
stretta stretta con estremo calore. Sfido il cuore più duro a non sciogliersi
dopo una tale dimostrazione d'affetto.
Francesca con le sue scarpette nuove.
29/05/05 Italian
Dinner.
Una simpatica serata purtroppo rovinata dal maltempo. Oggi abbiamo partecipato
al nostro primo Italian Dinner. Esiste una tradizione qui ad Huntsville che
una volta al mese (se possibile) tutti gli italiani si incontrano presso un
locale affittato e passano una serata in compagnia. Normalmente le coppie
portano un vassoio con qualcosa da mangiare e gli scapoli portano da bere.
Nella tradizione esiste un'eccezione che è diventata a sua volta una
tradizione: il Memorial Day (che sarebbe domani) si festeggia tutti insieme
a casa di Alfonso. Abbiamo già descritto altre volte Alfonso e sua
moglie. Hanno una bellissima casa, enorme e accogliente. E' una tipica casa
americana di quelle che siamo abituati a vedere nei film e telefilm americani
(ad esempio la Famiglia Bradford) su due piani con tante camere, un grande
giardino, il garage e tutto il resto. Nel giardino del retro Alfonso ci ha
installato una piscina, un campo di pallavolo e un campo da bocce. Insomma
tutto l'occorrente, con ottima musica italiana, per passare una bella giornata
con gli amici. Purtroppo il maltempo (strano per questo periodo, infatti i
giorni scorsi era piena estate) ha un po' rovinato tutto. Abbiamo avuto comunque
il tempo per festeggiare il compleanno di Nadia e per fare quattro chiacchiere
soprattutto con quelli che non avevamo ancora conosciuto. Dovrebbero organizzare
più spesso questi incontri, soprattutto per quelli come noi che non
ci siamo ancora inseriti nella comunità locale.
Italiani che giocano a volley.
26/05/05 L'abbigliamento.
Una cosa che si può comprare sicuramente in America, nel settore dell'abbigliamento,
sono i jeans. Sembra un'affermazione banale e scontata e invece devo ammettere
che è assolutamente veritiera. Noi pretendiamo di essere i primi nella
classe nella mondo della moda e sicuramente i nostri creatori sono sempre
all'avanguardia, tuttavia il caro vecchio jeans, quello blu tipicamente americano
bisogna comprarlo qui. Innanzitutto le taglie. Una volta che si riesce a capire
qual è la taglia giusta, non basta vedere quella (nel mio caso porto
38 o 40 a seconda del pantalone) ma ogni pantalone ha tre misure fondamentali:
la vita, la larghezza delle gambe e la lunghezza. Infatti una cosa che in
Italia avevo sempre odiato era che i pantaloni, una volta comprati, bisognava
farli accorciare e di conseguenza pagare o ringraziare qualcuno. Alla fine
inevitabilmente si finiva per indossare qualcosa di diverso rispetto a quello
che avevo scelto perchè era stato in qualche modo modificato. Qui invece
per i pantaloni è possibile scegliere anche la lunghezza giusta, così
comprarli e indossarli è un'azione unica. Anche le taglie sono comodissime.
Siccome da queste parti e superobesi sono numerosissimi, tutti i negozi sono
fornitissimi di taglie forti e fortissime (le x non si contano più,
mettono i numeri: 3x, 4x, 5x...), così per me che sono un po' sovrappeso
è un gioco da ragazzi trovare la taglia giusta. Ultima cosa da non
trascurare è che quelli di "marca" come i Levis o i Lee costano
molto meno di quelli che da noi sono made in Naples.
Francesca con la sua amichetta Claudia.
24/05/05 Aspettateci.
Gianna: italiani preparatevi! Il 6 agosto arriviamo, finalmente ! Sicuramente
tutti i parenti stanno aspettando con ansia il nostro arrivo, in particolare
i nonni. Già non sto più nella pelle. Mancano "soltanto"
una settantina di giorni e praticamente ho già fatto le valigie. Non
che ci stia così male qui ad Huntsville, tranquillità, tranquillità,
tranquillità, però mi manca un po' il caos della vita quotidiana
italiana e soprattutto il calore e l'affetto di tutti i nostri cari. Frencesca
mi tiene impegnata tutto il tempo, ogni giorno diventa sempre più bella
e vivace. Adesso ha cominciato a gattonare e non si trattiene più.
Vuole andare ovunque, vuole prendere tutto. Penso che comincerà a camminare
molto presto, infatti vuole stare sempre da sola in piedi. Per ora si mantiene
sempre vicino a qualcosa, ma presto si lascerà andare. Sicuramente
quando arriveremo a Roma, potrà andare da sola ad abbracciare i suoi
nonni, che emozione! E' una furbacchiona, ha capito che non riusciremmo a
negarle nulla e se ne approfitta. Non dico che la viziamo, però ci
siamo molto vicini... Lei è tutta la nostra vita, è la realizzazione
di tutti i nostri sogni e vogliamo godercela il più possibile. Quando
fa il suo pisolino, durante la giornata, già mi manca. E' così
espressiva, riempie così tanto ogni istante della mia giornata che
quando non c'è si sente, eccome! Comunque penso che dovrò separarmi
da lei. A ottobre comincerò a portarla ai "Day Care" che
sarebbero degli asili dove puoi lasciare i bambini per qualche ora. Non è
che voglio disfarmene anzi, penso che soffrirò molto le prime volte
però sento che a lei manca il contatto con gli altri bambini, quando
li vede si eccita da morire e le piace tantissimo giocare con loro. Non posso
essere così egoista da costringerla a stare soltanto con me, per sempre...
Francesca O'Hara al laghetto.
22/05/05 Green
Mount.
Ormai sta diventando una tradizione, non passa domenica che non facciamo una
gitarella fuoriporta in mezzo alla natura. Oggi è toccato al parco
Green Mount (Monteverde) che in comune con l'omonimo quartiere di Roma non
ha proprio nulla. Si trova nella collina a pochi passi da casa nostra (10
minuti di auto) ma sembra di essere nella foresta amazzonica. E' il caso di
dire che il nome è tutto un programma: è una collina veramente
verdissima, straripante di vegetazione, dove si è formato un laghetto
simpatico, abitato da numerose papere, anatre, scoiattoli e chissà
quanti altri animali che non abbiamo incontrato. Con il passeggino non è
comodissimo, sarebbe stato meglio un fuoristrada, però il contatto
con la tranquillità, l'ossigeno, la natura in senso stretto è
alquanto pagante. Naturalmente anche qui è tutto attrezzato per picnic,
barbeque e scampagnate varie, ma il profumo della carne sulla brace guasterebbe
l'aroma dei fiori di bosco. C'è qualcuno che pratica il bird-watching
con binocolo e macchina fotografica con teleobiettivo, qualcun altro che sonnecchia
con una canna da pesca in mano, bambini che sorridono alla vista delle paperette,
vecchietti che sgranchiscono le giunture arrugginite. E tutto è avvolto
da un silenzio armonico e rassicurante. Stiamo cominciando a gustarci questa
permanenza ad Huntsville. Stiamo riabituando il nostro palato a sapori, ad
odori, a colori a cui non eravamo più familiari. Sono pillole di benessere
che dovremo mettere da parte per quando torneremo nel caotico, inquinato,
stressante clima di Roma. Proprio a due passi da Monteverde...
Il laghetto di Green Mount.
20/05/05 28°
scudetto.
Una volta tanto concedetemelo: forza Juve! Vincere uno scudetto a più
di 8000 km di distanza ha un sapore diverso. Purtroppo è senz'altro
più insipido e senza senso. Non posso fare caroselli in centro, innanzitutto
perchè il centro non c'è, poi perchè al primo suono di
clacson mi farebbero la multa, al secondo mi arresterebbero per disturbo della
quiete pubblica e al terzo mi manderebbero al manicomio criminale, braccio
degli indemoniati. Ne approfitto per salutare uno juventino d.o.c., uno di
quelli che se lo sono guadagnato questo scudetto forse anche più dei
giocatori: Antonio, mio cognato. Più che un cognato è un amico
o anche di più, un fratello. E' un ragazzo meraviglioso, la sua principale
virtù è la generosità che non nega a nessuno, ha un cuore
d'oro e a volte la gente se ne approfitta. Mi fa proprio piacere che oggi
abbia sorriso con una delle sue clamorose risate di cuore. Spesso è
stato sfortunato nella sua vita e spero che questa vittoria sia di buon auspicio
per lui, che cambi finalmente la sorte e la dea fortuna si decida a dargli
un lungo bacio appassionato. Ha un debole per la Juve e bisogna riconoscere
che per la Vecchia Signora non ha mai badato a spese. Non si è perso
una partita ed ogni volta, al termine dell'incontro, mi ha sempre descritto
con particolari da cronista professionista tutte le azioni principali, ovunque
io fossi in giro per il mondo. E' un peccato che ormai il campionato volga
al termine, mi mancheranno le sue telefonate settimanali. Forza Juve, Antonio!!!!!
Antonio, Nico (autore della torta) con Francesca e... la torta.
19/05/05 Serenità.
Ormai dopo quasi cinque mesi siamo diventati perfetti americani. Pranziamo
alle 12.00, ceniamo alle 19.00, Francesca un'ora prima di noi. Gianna comincia
a interagire con i passanti, parla, capisce, riceve i complimenti per il suo
inglese. Francesca è completamente a suo agio, per lei la lingua non
è mai stato un problema. Cominciamo a divertirci anche guardando i
programmi demenziali che tramettono in TV. E li capiamo pure. Facciamo acquisti
spesso anche su internet. La buca delle lettere non è mai vuota. Pratichiamo
sport (tennis e atletica) con una regolarità impressionante. E soprattutto,
come gran parte degli americani, abbiamo messo la famiglia e le esigenze della
famiglia al primo posto dei nostri valori. Una volta ci facevamo sopraffare
dal lavoro, dai servizi in casa, dalla vita frenetica della città caotica,
vivevamo ore in auto per gli spostamenti quotidiani. Ora invece al primo posto
ci siamo noi tre, le nostre esigenze, i nostri desideri, i nostri sfizi. Viviamo
tutti e tre insieme, ognuno dipende dagli altri due come deve essere in una
vera famiglia, con serenità. Stiamo saldando un rapporto che era già
molto forte, ma che ora è diventato d'acciaio. Serenità è
il termine più appropriato. E' vero che ci mancano i nostri cari e
non vediamo l'ora di riabbracciarli. E' anche vero che abbiamo ancora pochi
amici e a volte ci sentiamo po' soli, però siamo felici e sereni perchè
viviamo finalmente, con una intensità inedita e meravigliosa, la nostra
vita di famiglia. E Francesca lo sente e ci ringrazia con i suoi sorrisi splendidi,
con i suoi abbracci calorosi, con i suoi baci approssimati che vogliono trasmettere
tutto l'amore che prova per noi.
Francesca O'Hara in "Via col vento".
17/05/05 Ancora
progressi.
Ancora una ricorrenza. Ieri l'Italia ha festeggiato il compleanno della zia
Patrizia, madrina di Francesca. Tanti auguri anche dall'America! A proposito
di Francesca. Ogni giorno fa progressi incredibili. Per ogni genitore il proprio
figlio è un fenomeno, un genio, un caso particolare. Francesca non
ci delude assolutamente. Ci dà già tante soddisfazioni. Ha un
carattere molto forte. E' determinata. A 10 mesi sa già cosa vuole
e ha trovato il modo di farsi comprendere per ottenerlo. Tra 30 videocassette
è in grado di scegliere quella preferita, ed è capace di mandarle
tutte all'aria finchè non la trova. Alcuni giochi la annoiano, soprattutto
quelli per bambini più piccoli, preferisce i giochi di concetto, i
puzzles, le costruzioni. Ama tantissimo la musica e decide lei cosa ascoltare.
Le piace uscire a fare una passeggiata ma soltanto se le gira giusto, altrimenti
non c'è modo di convincerla. Piano piano si sta abituando alle nostre
quotidiane partitelle di tennis, ma pretende anche lei una racchetta e la
pallina. Si sta abituando anche a vedere Gianna che guida, le prime volte
non sopportava l'idea, però vuole manovrare anche lei il cambio. Il
nostro terrore è il giorno che comincerà a camminare e allora
sì che non riusciremo più a governarla. Immagino già
i mille pericoli che rischierà ogni istante della giornata. E noi sempre
dietro...
Francesca e la sua lettura preferita.
15/05/05 Weekend.
Un tranquillo weekend di riposo. Il sabato mattina è passato tra le
faccende domestiche. Nel pomeriggio, finalmente, Gianna ha trovato una parrucchiera
che l'ha soddisfatta. Grazie ad un magico consiglio di Alicia abbiamo trovato
qualcuno che sa usare la spazzola e la piastra (quasi) come in Italia. Poi,
con Ersilia e Paul siamo andati a mangiare una bruschetta in gelateria. Non
sono diventato tutto matto, effettivamente presso la gelateria di Nicola,
il foggiano, oltre ad uno squisito gelato italiano, è possibile assaggiare
cappuccino e cornetto, autentiche bruschette (delizia di Gianna), panini con
prosciutto e salame, tutto come in un qualsiasi bar/gelateria/rosticceria
italiano. Nicola sa vedere lontano. A qualsiasi ora del giorno è sempre
pieno di gente. Può soddisfare qualsiasi gusto e gli americani in questo
sono molto esigenti. La domenica è stata ancora più tranquilla.
Con Alicia e Antonio abbiamo tentato di visitare il famoso Giardino Botanico
di Huntsville ma siamo arrivati troppo tardi: le 5 del pomeriggio è
un'ora troppo tarda per le abitudini locali. Comunque a partire dal 1 giugno
si potrà visitare fino alle 20 ed allora sì che potremo goderci
un po' di fresco all'ombra di piante e fiori esotici. Davanti all'ingresso
c'era una rappresentazione teatrale "Le Cirano de Bergerac". Con
Francesca non è stato consigliabile fermarci ad assistere allo spettacolo.
Così siamo rientrati a casa giusto in tempo per far cenare Francesca
e giocare una partitella a tennis. Udite udite, siamo sopravvissuti bene ad
un intero weekend ad Huntsville, senza andare in nessun supermercato e centro
commerciale. Forse stiamo cominciando ad integrarci...
Gianna e Francesca davanti al Giardino Botanico.
13/05/05 Auguri
a nonno Andrea!
Gianna: oggi è il compleanno del mio papà. Una persona fantastica,
gentile, generosa e sempre sorridente. La sua vita non è stata facile.
A 18 anni, orfano di madre è partito come emigrante in Svizzera. Ha
lavorato tantissimo e anche se ora è in pensione non si ferma mai.
Si è sposato e ha avuto 6 figli. Con i suoi grandi sacrifici non ci
ha fatto mai mancare nulla, anzi ci ha dato troppo, privandosi di tutto pur
di accontentare i nostri desideri. Tuttavia non ha mai perso il suo sorriso,
ci ha sempre tirati su nei momenti tristi con una carezza ed una parola buona.
E' sempre stato un esempio da imitare, amare e rispettare. Dietro a quel sorriso
tante volte ha saputo celare bene i suoi momenti tristi. Non è di quelli
che ti fanno pesare i loro problemi. Come me, adora stare tra la gente, parlare,
sorridere. Non si è mai tirato indietro quando c'era da dare la mano
a qualcuno in difficoltà. Non ho mai avuto il coraggio di dirgli grazie,
per tutto quello che mi ha dato e voglio che tutti quelli che leggono il nostro
diario sappiano che fantastico papà (e nonno) abbiamo e che gli vogliamo
un mondo di bene. Auguri!
Francesca con nonno Andrea.
Oggi
ci siamo dati allo sport. Sicuramente a Roma non avremmo trovato nè
il tempo, nè la voglia e forse neanche lo spirito giusto. Stamattina
mi sono messo d'impegno e ho fatto la mia corsettina quotidiana. Purtroppo
il clima diventa ogni giorno più caldo, così ogni giorno devo
anticipare la partenza per non rimanere cotto ed assiderato durante la corsa.
Nel pomeriggio invece con Gianna abbiamo sfruttato una delle tante comodità
del nostro residence. Ci sono due campi da tennis in cemento, sempre desolatamente
vuoti e in attesa di qualche anima pia che, presa da compassione, li calpesti
con le scarpe ginniche. Così noi, che abbiamo un cuore tenero, abbiamo
concesso l'onore a quei campi di poter respirare finalmente l'odore delle
nostre palline gialle nuove di zecca. Ieri infatti avevamo comprato tutto
il necessario. Racchette e palline. I campi sono naturalmente gratuiti e
a pochi metri dal nostro appartamento. Niente e nessuno avrebbe potuto impedirci
di giocare. Così con Francesca che divertita ci osservava come un
professionista giudice di sedia, ci abbiamo dato dentro per più di
mezz'ora. Ci siamo divertiti. Un sano e sereno divertimento, io e Gianna,
come due bambini. Il nostro stile non è puro come quello di Adriano
Panatta, però riusciamo spesso a fare scambi anche lunghi. Ed era
soltanto il primo giorno. Fra tre anni potremmo andare a sostenere la nazionale
in Coppa Davis!
Francesca si è
divertita un mondo a vederci giocare.
Ieri
siamo entrati nel quinto mese americano, Gianna e Francesca nel terzo. Era
anche il complemese di Francesca che ha finito i suoi primi dieci mesi.
Sembra ieri che la osservavo minuscola dietro il vetro dell'incubatrice
ed ora già fa i suoi primi passettini (anche se ancora con il nostro
aiuto). Oggi Francesca ha fatto la sua terza vaccinazione (seconda in Alabama).
Come previsto, ha pianto parecchio sia durante la visita pediatrica sia
quando l'infermiera inflessibile l'ha infilzata per tre volte. Il pediatra,
un tipo simpatico, altissimo, svelto e razionale, ha detto che va benissimo,
cresce soprattutto in lunghezza piuttosto che in larghezza ed anche come
riflessi e comportamento è praticamente in anticipo rispetto alla
sua età. Le buone notizie fanno sempre bene, specialmente di questi
tempi. Speriamo soltanto che la reazione alla vaccinazione non sia accompagnata
da febbre troppo alta. Oggi è anche il secondo compleanno di Simona,
la splendida e simpaticissima nipotina e figlioccia di Gianna. Tanti auguri
anche a lei e sarà un'altra festa da ripetere quando torneremo in
Italia. Stiamo accumulando i baci, gli abbracci (e i regali) per tutte le
feste e le ricorrenze che non possiamo condividere con i nostri cari. Alla
prima occasione riorganizzeremo una megafesta per tutti e con tutti.
Gianna:
Che bello svegliarsi è trovare il bigliettino di auguri di mia figlia,
mi sono emozionata tanto. La mia prima festa della mamma, un po' triste
perchè siamo tanto lontani dalle nostre mamme però felice
perchè ho una figlia fantastica e festeggiare con lei è stato
meraviglioso. Francesca (naturalmente per mezzo di Piero) mi ha fatto trovare
oltre al bigliettino con una letterina commovente anche il regalo e tanti
cartelli appesi alle pareti di casa che dicevano: "Un milione di auguri
alla mamma più buona, più intelligente, più generosa,
più bella, più dolce, più simpatica, più brava,
più in gamba del mondo". Naturalmente non ci credo ma una volta
l'anno è bello e toccante sentirselo dire. Tanti auguri a tutte le
mamme del mondo. Nel pomeriggio siamo andati a vedere un parco che si trova
proprio sulla collina che sovrasta Huntsville, si chiama Parco Monte Sano.
Era pieno di gente e soprattutto di bambini. Mi è sembrato per un
attimo di tornare alle vecchie abitudini delle domeniche affollate italiane.
Per terminare quest'aria nostrana siamo andati a prendere un buon gelato
da un italiano (pugliese, e si sente) che vive qui da 35 anni. Ha aperto
da poco un locale che fa gelati, panini, bruschette, e tante altre squisitezze
italiane. Penso che lo andremo a trovare spesso, soprattutto a fare colazione
con il classico cornetto e cappuccino. Nicola (questo è il suo nome)
ci ha detto che la cosa più difficile in questi primi giorni è
stato spiegare agli americani cosa sia un gelato! Tanti auguri anche a lui
per la nuova attività.
Il bigliettino
che Francesca ha dedicato alla mamma.
Questa
volta abbiamo osato l'impossibile. Nessuno di noi due aveva mai fatto la
pizza prima d'ora e allora ci siamo chiesti: perché non provarci?
In fondo siamo qui a migliaia di chilometri dalla patria della pizza e,
comunque venga, sarà sempre migliore di quella che troveremmo nelle
pizzerie locali. Così ci siamo messi d'impegno e abbiamo comprato
il lievito. Gli altri ingredienti c'erano già. Purtroppo la mozzarella
aveva di simile rispetto a quella italiana soltanto il nome, il resto era
tutt'altra cosa. Una via di mezzo tra le sottilette e il galbanino. Comunque
non ci siamo persi d'animo e abbiamo impastato, aspettato la lievitazione
e infornato. Devo dire che i giudici erano molto severi, noi stessi, e hanno
dato parere positivo. Come primo tentativo non c'è proprio niente
da dire. Io e Gianna abbiamo adottato due tecniche leggermente differenti
ma i risultati sono stati abbastanza simili. Promossi entrambi. Per la cronaca
abbiamo realizzato tre teglie di dimensioni diverse. Le due più grandi
erano margherite con la salsiccia e quella più piccola bianca alle
zucchine. L'esperimento è riuscito e probabilmente inviteremo qualche
amico, nelle prossime settimane, per mostrare i nostri progressi culinari.
Se poi, fra tre anni, saremo diventati così bravi, tanto da non poter
ritornare in Italia perchè avremo aperto una pizzeria che va a gonfie
vele... No non è possibile. Gianna si farebbe cancellare la memoria
e tornerebbe comunque in Italia.
Un
pensiero da dedicare al cambio automatico. Durante la vacanza a Las Vegas
abbiamo noleggiato un'auto, una Dodge Neon, che da noi sarebbe una berlina
medio-grande e che invece qui è una delle utilitarie più piccole.
In quei 5 giorni ho guidato parecchio, del resto qui in America non si fa
altro che guidare (o l'automobile o il carrello del supermercato), ma non
mi sono stancato affatto. Il traffico era molto intenso a qualsiasi ora
del giorno e della notte e si stava per molto tempo incolonnati a passo
d'uomo, ma non ne ho risentito per niente. Merito del cambio automatico.
E' una pacchia. E' un'invenzione troppo intelligente e razionale perchè
possa attecchire anche da noi e infatti chi guida un'auto col cambio automatico
viene di solito additato come stravagante e minorato (fisico o mentale).
Qui invece questo tabù è stato abbondantemente superato e
surclassato dall'estrema comodità della trasmissione automatica.
Lo Stato dovrebbe dare incentivi per auto del genere. Sono molto più
sicure perchè, non dovendo premere continuamente la frizione e manovrare
il cambio, specialmente in città, permette di tenere le mani sempre
ben salde sul volante. Eventualmente è possibile anche telefonare
col cellulare perchè la mano destra è inutilizzata (ed infatti
in USA è consentito, anche se sconsigliato, stare al cellulare durante
la guida). Ma soprattutto non è stressante. Il piede sinistro è
sempre fermo e il destro esegue due movimenti semplicissimi e naturalissimi
come accelerare e frenare. Tutto qui. Pensavo fosse più difficile
adeguarsi alla nuova guida: non più di trenta secondi, il tempo di
capire il significato della leva che si trova al posto del cambio. P sta
per parcheggio, N per Neutral (in folle), R per Retromarcia e D per Drive
(guidare). In realtà esistono ancora altre due posizioni, una per
usare il freno motore, in discesa e una per le salite importanti. Ma in
città sono inutilizzate. L'unico neo è che forse, specialmente
in città, consuma un po' di più, ma con il prezzo della benzina
in USA non è un problema. Da noi potrebbe esserlo. Ma siamo sicuri
che tutti gli europei sappiano guidare così bene da utilizzare sempre
la marcia più adeguata, in ogni condizione di guida, sempre per un'ottimale
rapporto consumi/prestazioni? E' una bella domanda e accetto risposte.
Ieri
con i colleghi dell'ufficio, tutti quelli non americani, abbiamo organizzato
una gita in barca sul fiume Tennessee. Coincidenza ha voluto che fosse molto
vicina al 1° maggio quindi si può dire che abbiamo comunque onorato
la festa dei lavoratori. Eravamo tutti europei, due italiani, due inglesi,
due tedeschi e un francese. La giornata è stata soleggiata anche
se l'aria fredda si faceva sentire soprattutto quando la barca andava veloce
contro vento. A fine giornata comunque il sole aveva provocato i suoi effetti:
tutti rossi come peperoni. Abbiamo preventivamente fatto un po' di spesa,
provviste alimentari soprattutto, abbiamo noleggiato un'imbarcazione presso
la stessa base in cui lavoriamo e siamo partiti. I due inglesi sono esperti.
Uno dei due ha anche la patente nautica e la licenza di pesca, quindi eravamo
perfettamente in regola. Dopo un paio d'ore di navigazione prima verso ovest
e poi verso est, abbiamo deciso di approdare su una spiaggetta invitante
ed abbiamo acceso il barbeque. Le salsiccie tedesche e la carne americana
sono state squisite. Anche gli antipasti forniti dal francese non sono tornati
indietro. Verso le tre quando avevamo deciso di ripartire per il rientro
a casa, la cattiva sorpresa: la barca non dava segni di vita. Il motore
non ne voleva sapere di partire. Ormai eravamo quasi rassegnati a passare
la notte all'addiaccio quando è arrivato il soccorso, un ragazzino
di poco più di vent'anni che ci ha portato un fusibile nuovo e siamo
ripartiti. Durante la giornata il francese aveva insistito molto perchè
voleva imparare a pescare. Aveva portato con se una canna regalatagli dal
figlio e voleva onorare il cadeau appena ricevuto. Così uno dei due
inglesi gli ha dato alcuni suggerimenti su come iniziare. Il francese ha
imparato subito! Nel giro di pochi minuti ha pescato 4 pesci anche grandi
e lui tutto contento ha potuto portare a casa i suoi trofei. L'inglese è
rimasto allibito. Lui, che pescava i tonni in Kenia, non ha mai visto una
fortuna così sfacciata. A pochi metri da noi pescatori di lungo corso
che avevano decenni di esperienza sulle spalle lo guardavano con un'espressione
mista di ammirazione, invidia e odio. La classica fortuna del principiante.
Quarta
puntata del viaggio a Las Vegas. Cos'altro c'è da dire? Al Bellagio
abbiamo mangiato veramente bene (strano), abbondante ed economico. E' una
città dai mille volti e che si trasforma ogni giorno, anzi ogni ora.
Ci sono alcune cose che sorprendentemente sono gratis, ad esempio i parcheggi,
altre che sono carissime (una Sambuca può costare anche 40 dollari).
Ti può capitare di imbatterti per caso in un concerto di Celine Dion
oppure faticare da morire per cercare un francobollo per l'Europa. Non abbiamo
voluto nè potuto giocare ai casinò. Ogni volta che ci avvicinavamo
ad una slot-machine arrivava qualche addetto che ce lo impediva (non è
permesso ai minori di 21 anni neanche avvicinarsi alle macchine infernali
e non riuscivamo a convincerli che Gianna ne avesse qualcuno di più...)
così abbiamo perso soltanto un paio di dollari tanto per dire di
aver giocato a Las Vegas. Ma noi non eravamo a Las Vegas in cerca di certe
facili fortune. Io mi ritengo già sufficientemente fortunato ad avere
le mie due fantastiche donne con me, non conviene stuzzicare ulteriormente
la dea bendata, potrebbe togliersi la benda... E' la città del lusso
e dello spreco. Una città per ricchi ma dove immagino che migliaia
di muratori ed elettricisti abbiano lavorato e guadagnato per realizzare
un'opera così mastodontica. L'ultima creatura che sta per essere
inaugurata è un nuovo albergo enorme, dove c'è un'area per
super ricchi. Una girata di manovella alle slot-machine può costare
anche 45.000 dollari! Conclusione: una bella gita. Ne è valsa veramente
la pena e per chi ha intenzione di visitare gli States e soprattutto la
costa occidentale, non può escludere dall'itinerario la città
del gioco e del divertimento, potrebbe pentirsene!