L'alba
è arrivata. Finalmente è giunto il momento di chiudere
tutto, svuotare l'appartamento, restituire le chiavi, salutare
amici e colleghi e affidarsi al destino. Giornate come quella
di oggi rimarranno senz'altro tra i miei ricordi più forti
e sicuramente più duraturi. Raramente capita di cambiare
una pagina così importante della propria vita ed esserne
così consapevoli. A volte accadono episodi che stravolgono
la nostra esistenza e non ce ne rendiamo conto, in questo caso
ne sono pienamente cosciente e mi piace esplorare i miei sentimenti
per vedere cosa si prova in questi casi. A dire la verità
nel mio caso i sentimenti sono comunque contrastanti. Da una parte
c'è il dispiacere di chiudere un libro che ci era piaciuto,
uno di quelli che non vorresti mai che finisse. Da un'altra parte
c'è il forte desiderio di riabbracciare Gianna e Francesca
e ricostruire il nostro nucleo familiare. Qualche anno fa non
avrei mai pensato di poter essere così legato a due persone
al punto da sentirmi completamente vuoto quando loro non ci sono.
Forse il loro distacco e il miraggio del ricongiungimento mi ha
aiutato ad assorbire meglio l'altro distacco, quello dalla comunità
di Huntsville. Stasera abbiamo festeggiato la mia partenza con
Arpad, Ezio, Stefania e i bambini. Siamo tornati da Landry's lo
stesso ristorante dove salutammo la comunità italiana a
metà maggio. In effetti un po' di magone c'è, è
inutile negarlo, ma è tutta la situazione nel suo complesso
che provoca forti emozioni. E' arrivata la fine della nostra avventura
americana e con essa anche questo diario. Non avrebbe senso continuare.
E' un peccato perchè ci eravamo abituati, era un modo per
fotografare le nostre esperienze e metterle in piazza era un modo
per condividerle con chi non poteva essere fisicamente con noi.
I nonni hanno potuto vedere crescere giorno dopo giorno la loro
nipotina, gli amici hanno potuto appassionarsi alle nostre vicende
come fosse una telenovela. Abbiamo trovato tanti nuovi amici e
tanti parenti hanno potuto lasciarci messaggi di affetto. Ora
sarà la volta degli americani che vorranno continuare a
seguirci e rimanere in contatto con noi. Allora ho deciso di continuare
altrove la nostra storia, meno assidua e meno dettagliata ma comunque
ricca di esperienze e di notizie su di noi. Ho attivato un blog
professionale presso http://pietroloconte.wordpress.com
dove continuerò a raccogliere i miei pensieri sulla vita
di tutti i giorni, le foto di Francesca, i nostri viaggi futuri.
Spero che chi ci ha seguiti finora continui a seguirci creando
un ponte virtuale tra passato e futuro, tra gli USA e l'Europa.
Non resta che salutare tutti e come dicono gli americani "let's
keep in touch!", rimaniamo in contatto.
L'avventura è finita, si spegne il computer, si spegne
la luce e si porta via la chiave... arrivederci!
Una
giornata di forti emozioni quella passata. Persino salutare Peter
il nostro vicino di casa cecoslovacco mi ha lasciato un magone
dentro. Ormai siamo agli sgoccioli. E' tempo di saluti e ringraziamenti.
Stamattina ho salutato ufficialmente i colleghi dell'ufficio.
Seguendo la tradizione ho scelto lo stesso ristorante in cui Tommaso
salutò tutti e presentò il sottoscritto. Stavolta
è toccato a me. Dopo un veloce pranzo da Rosie's Cantina,
un ristorante messicano, il mio capo John ha tenuto un bel discorso
ricordando tutto quanto ho fatto durante il mio incarico. Poi
è venuto il mio turno. Chi mi conosce sa che non sono di
molte parole, comunque credo abbiano apprezzato il mio modo di
ringraziare tutti coloro che mi hanno supportato nel mio lavoro
e nella mia permanenza in Alabama. Naturalmente ho anche presentato
Ezio a tutti quanti. Mi hanno regalato un quadro con la targa
che ricorda il mio periodo trascorso al Redstone Arsenal, un bel
libro illustrato sulle bellezze naturali dell'Alabama, due magliette
e un cappellino con i loghi dell'ufficio. Al termine una classica
foto di gruppo. In serata, invece, non ho trattenuto l'emozione
nel salutare Ersilia e Paul. Ersilia si è operata nuovamente
la settimana scorsa ed è ancora dolorante. Nel salutarla
mi è venuto un groppo in gola e non sono più riuscito
a parlare. Ersilia e Paul sono una coppia straordinaria. Anche
e soprattutto grazie a loro, la nostra permanenza in America è
stata più piacevole. Sono stati i nostri genitori adottivi.
Con un cuore immenso e tanto affetto ci hanno messo subito a nostro
agio. Sapere che c'erano loro a pochi minuti di strada, sempre
disponibilissimi a darci una mano nei momenti di bisogno, ci ha
aiutato tantissimo a superare i momenti di sconforto, le piccole
grandi difficoltà del vivere quotidiano. Aver conosciuto
loro due sarebbe già un motivo sufficiente per dire che
ne è valsa la pena venire a vivere a tanti chilometri da
casa. Persone così non si trovano facilmente in giro, ci
mancheranno tantissimo. Un grande grazie e arrivederci anche a
loro!
Gianna con Paul e Ersilia.
Siamo
quasi al traguardo. Ormai mancano soltanto poche ore, circa 60,
alla mia partenza. Le attività di chiusura di tutto sono
quasi concluse e anche per Ezio molti step sono stati superati.
Effettivamente arrivare in USA avendo la possibilità di
sfruttare le esperienze di qualcuno già in loco, permette
di velocizzare molto l'ambientamento, di risolvere molti problemi
in anticipo e affrontare la permanenza in America con un po' di
più di serenità. Malgrado non abbia ancora il Social
Security Number e di conseguenza la patente, grazie ai contributi
miei e di Arpad, Ezio è già stato in grado di aprire
un conto in banca, comprare e assicurare un'auto (quella di Gianna)
e iscrivere i bambini all'asilo (il 6 agosto sarà il primo
giorno di scuola per Paolo e il 13 sarà la volta di Sara).
Anche senza SSN è riuscito ad avere la TV via cavo, il
telefono e internet e naturalmente mi sembra ormai inutile e scontato
sottolineare ancora una volta (l'ho fatto per 3 anni e mezzo)
l'importanza fondamentale che può assumere la presenza
di un collegamento web ad alta velocità per chi come noi
vive a più di 8000 km di distanza dal proprio paese e dai
propri affetti. Insomma tutto sembra andare per il meglio per
loro e anch'io mi sento un po' sollevato. Ezio è sempre
stato come un fratello per me e se nell'entusiasmo che ho mantenuto
nei miei racconti ci fosse anche solo una delle tante motivazioni
che lo hanno portato, insieme a Stefania, a scegliere di seguire
le mie orme, mi sentirei responsabile, in qualche modo. Le ultime
tappe le ho felicemente superate, ormai non vedo l'ora di poter
riabbracciare le mie donne, i miei cari. Ora veramente non mi
resta che finire di preparare le valigie e cominciare una nuova
vita, finalmente a casa nostra. Da domani comincerò a salutare
chi ci è stato più vicino in questi anni. Ma sarà
soltanto un arrivederci, verranno senz'altro altri momenti da
condividere con i nostri amici americani. Ne sono certo.
La famiglia al completo: Paolo, Ezio, Sara e Stefania.
Ripensando
a questi anni trascorsi insieme, diventa quasi spontaneo associare
il bilancio del soggiorno in America con quello della vita matrimoniale,
del nostro rapporto di coppia. Spesso gli stravolgimenti della
solita routine, i cambi di ritmo, di abitudini, di amicizie, di
interessi possono essere molto nocivi, possono incrinare gli equilibri
che naturalmente si sono venuti a formare tra marito e moglie.
Tuttavia, non è per nulla scontato affermare che queste
esperienze in qualche modo traumatiche possono essere paradossalmente
persino positive per la coppia. Nel nostro caso, infatti, credo
che sia stato proprio come mi auspicavo a gennaio 2005, ne siamo
usciti più forti, come persone, come genitori e come compagni
di vita. Certamente non sono in grado di giudicare me stesso,
ma questo periodo della nostra vita insieme, ci ha permesso di
conoscerci ancora più a fondo, anzi, forse è servito
proprio a completare quella conoscenza che avviammo appena fidanzati
e che non finirà mai, soprattutto perchè in qualche
modo tra noi sarà sempre presente il terzo incomodo, la
furia ingombrante e preponderante di Francesca. Più volte
in questi anni ho scritto su Gianna, e sono pronto a sottoscrivere
tutto ancora una volta, perchè si tratta di una persona
speciale, che una volta che ti entra nel cuore... non puoi più
farne a meno. Gianna ha un carattere fantastico che si fa voler
bene istantaneamente da chiunque. E' quel tipo di persona che
riesce a farti subito sentire a tuo agio, riesce a trovare istantaneamente
il giusto feeling con chiunque, trasmette quelle sensazioni che
fanno sì che ognuno che la conosce crede di avere l'esclusiva
del suo cuore, tanto ne ha di amore e attenzioni da dare. Quando
arrivò qui, nel marzo 2005, era un po' scettica, veniva
da un'esperienza fortemente agrodolce, legata alla nascita di
Francesca, ma si fidò di me e partì, come quando
si parte per un lungo viaggio un po' controvoglia sperando che
finisca tutto presto. Poi, vivendo la nuova realtà con
alti e bassi, si è subito resa conto della grande opportunità
che le si era presentata davanti. Ha avuto l'intelligenza, il
buon senso, la pazienza di rimettersi in gioco, di trovare un
nuovo ruolo nell'ambito della nostra coppia e della società
che ci circonda. Qui ad Huntsville, come altrove precedentemente,
è riuscita a fare breccia in tante persone che sicuramente
nei prossimi mesi la cercheranno invano. Come tutti, anche lei
ha i suoi difetti, i suoi periodi meno fortunati, ma riesce sempre
ad affrontarli con una forza incredibile invidiata da tutti. Se
ho un timore, una remora per il prossimo futuro, è che
presi dalla frenesia tipica della vita italiana, non si confermi
e consolidi quanto di bello abbiamo costruito insieme. Ma come
lei si fidò di me allora, oggi io mi fido di lei e sono
certo che riuscirà, anzi riusciremo, a ritrovare la stessa
armonia, la stessa serenità che siamo riusciti a conquistare
in 3 anni e 1/2 di vita americana, ancora una volta insieme.
3 anni e 1/2 di vita insieme... Arrivederci Huntsville! (clicca
sull'immagine).
Oltre
a tutti i vantaggi già menzionati, ciò che sicuramente
abbiamo guadagnato in questi 42 mesi è stata la serenità,
la tranquillità, l'aria pulita, la mancanza assoluta di
stress. Probabilmente sarà il ritorno da queste sensazioni
la delusione più forte che avremo dopo che ci saremo sistemati
nuovamente a Roma. Rispetto ai tempi italiani e in particolare
della capitale, il tempo ad Huntsville sembra dilatato, ci ha
dato la possibilità di dedicarci a noi stessi, agli amici,
agli hobbies. Huntsville è una città dove sei tu
che decidi i tempi, se arrivi in ritardo ad un appuntamento sei
tu l'unico vero responsabile, non è la città stessa
che ti ha costretto contro la tua volontà. Se ci pensiamo
bene, a Roma viviamo per la città, per rispettare i suoi
tempi, i suoi spazi, le sue abitudini. Non si può prendere
un'iniziativa, un'idea, senza doversi scontrare e incontrare con
milioni di persone, tanti robot usciti da una infinita catena
di montaggio. Qui invece è la città che ha vissuto
per noi, le nostre esigenze sono state sempre soddisfatte. Naturalmente
non parlo di cibo e neanche di relazioni sociali, ma di efficienza
burocratica, di tempi di percorrenza delle strade, di affollamento
nei centri commerciali, di infiniti non-problemi come la criminalità
e lo smaltimento dei rifiuti. Tutto è a misura d'uomo,
di donna, di bambino. Ogni desiderio viene esaudito, si tratta
soltanto di tirar fuori i soldi. A Roma, invece, a volte capita
che ci si sente impotenti e vittime delle situazioni che si creano
continuamente, in tempo reale. Se ci si trova imbottigliati nel
traffico non ci sono possibilità d'uscita, persino un miliardario
non avrebbe agevolazioni a meno di adottare stratagemmi al limite
del lecito. Soprattutto per i bambini c'è un abisso nella
differenza dall'offerta di parchi pubblici, alla diffusione di
"day care" fino al prezzo dei vestitini. Sembra che
in Italia sia una scelta politica quella di ostacolare in ogni
modo la voglia di mettere al mondo dei bambini. Ovviamente agli
americani non sembra vero... e ne approfittano.
Una foto ricordo accanto al Golden Gate di San Francisco.
Visto
che mi trovo, continuo il discorso viaggi. Una cosa che abbiamo
scoperto nei nostri numerosi viaggi è che oltre alla visione
di scenari stupendi, culture diverse, esperienze indimenticabili,
sono il modo ideale per ricevere degli insegnamenti veramente
imprevedibili. Qualche esempio. La vacanza a Las Vegas ci ha insegnato
a non dare mai retta a chi è in procinto di sposarsi, infatti
per ascoltare Antonio che aveva fretta di partire e non ha visto
bene il tabellone degli orari, abbiamo perso la coincidenza all'aereoporto
di Dallas... La vacanza in Florida invece ci ha fatto toccare
con mano l'assoluta incompetenza dei meccanici americani, sono
molto meglio i portoricani. Infatti, prima di partire ho fatto
controllare tutta l'auto, da cima a fondo, spendendo un occhio
della testa ... e naturalmente l'auto si è fermata dopo
poche ore di viaggio, il meccanico americano si era "dimenticato"
di controllare le candele! La vacanza in Colorado ci ha invece
dato una dimostrazione del patriottismo americano. Eravamo in
overbooking sul volo di ritorno ad Hunstville e soltanto la presentazione
di un documento militare ci ha consentito di partire, altro che
cercare di impietosire le hostess con una bambina piccola che
piangeva.... Il viaggio in California, invece, ci ha insegnato
che prima di pensare a moglie e figlia, se un poliziotto ti intima
di salire in auto... è meglio ubbidire! Inoltre abbiamo
intuito che fare i predicatori televisivi deve fruttare un sacco
di soldi. Il viaggio a New York ci ha fatto constatare che se
puoi scegliere tra un Hotel Sheraton quasi gratis, nel New Jersey
a pochi chilometri dalla Grande Mela e una pensione fatiscente
e carissima in pieno centro... è più conveniente
scegliere la seconda! Tra multe, pedaggi, traffico e parcheggi,
girare per le strade di New York con la propria auto può
essere assolutamente deleterio per il proprio portafoglio! Inoltre
non bisogna sorprendersi se capita di mangiare un'ottima pasta
in un ristorante irlandese e bere un'ottima birra in un ristorante
italiano. Tutto è possibile in America!
Altre cartoline dall'America.
Tra
una settimana sarò in volo! Torniamo al nostro bilancio
di quasi 4 anni americani. Un altro aspetto che resterà
sicuramente sempre nei nostri ricordi e nei nostri cuori è
stata la possibilità che abbiamo avuto, saputo e voluto
sfruttare dei viaggi attraverso gli Stati Uniti. Come dice il
carissimo David, abbiamo visto più America noi della maggior
parte degli americani. La nostra collezione ha raggiunto la cifra
di 32 stati, il nostro frigorifero è completamente tappezzato
di magneti, ed abbiamo sperimentato tanti modi diversi di viaggiare.
Cominciammo prestissimo, poco più di un mese dall'arrivo
di Gianna e Francesca, quando partecipammo al classico matrimonio
a Las Vegas, la città del divertimento. Un paio di mesi
dopo vedemmo la Capitale Washington e la Casa Bianca. A fine anno
venne la volta della Florida, in auto, fino a Key West, il punto
più a sud degli Stati Uniti a sole 80 miglia da Cuba, in
un incantevole paesaggio che ha ispirato per i più bei
racconti di Hemingway. Qualche mese dopo riprendemmo l'auto e
ci azzardammo fino in Canada a Toronto e alle cascate del Niagara.
Trovammo anche il tempo, questa volta in aereo, di vedere la neve
sulle Montagne Rocciose del Colorado a Denver. Quindi vivemmo
la fantastica avventura del giro della California, da San Diego
a San Francisco, passando per Los Angeles, Hollywood, Santa Barbara
e gli incredibili scenari naturali dello Yosemite Park. Ultima
grande gita fu il giro sulla costa Atlantica, da Boston a Baltimora,
passando per New York, Phildelphia e la Virginia. Naturalmente
abbiamo fatto tantissime altre gite più brevi, che sono
durate l'arco di un finesettimana, a Nashville, Chattanooga, Atlanta,
Memphis, New Orleans e la costa sul Golfo del Messico. Per lavoro
ho visto (purtroppo da solo) anche Dallas, il New Mexico con il
deserto di White Sands e l'Arkansas. Ogni viaggio ci ha insegnato
tante cose, alcune anche insospettabili, e sarebbe impossibile
riassumere in poche righe quanto abbiamo vissuto, tutte le emozioni
provate. Tanti episodi, tante esperienze che rimarranno sempre
nei nostri ricordi più cari e che cercheremo, per quanto
possibile, rivedendo foto e filmini, di mantenere sempre freschi
anche in Francesca che, troppo piccolina, non ha potuto gustare
fino in fondo.
Tante cartoline dall'America.
Breve
aggiornamento su Ezio e Stefania: ormai vanno alla grande! Dopo
il materasso e il tavolo ora hanno anche la televisione e addirittura
i canali via cavo già attivi! Ezio è anche riuscito
a fare gran parte dei documenti per accedere nella base e nell'edificio
in cui si trova il "nostro" ufficio. Domani se va tutto
bene ci riuscirà anche Stefania. I bambini sono molto tranquilli,
anzi, devo dire che sono veramente contenti della nuova sistemazione.
La piccola Sara ha preso confidenza ed è felicissima di
poter scorazzare per tutta la casa senza il rischio di cadere
e farsi male (c'è la moquette ovunque come al solito).
Paolo è molto interessato a tutte le novità, c'è
da scoprire un nuovo mondo e 24 ore non bastano. Hanno la piscina
a portata di mano e possono approfittarne, soprattutto in queste
giornate molto calde (ieri era 102°Farenheit con un tasso
d'umidità inumano). Non hanno ancora internet (probabilmente
all'inizio della prossima settimana) ma nella clubhouse e a bordo
piscina è possibile sfruttare la rete del residence, con
alcune postazioni fisse e una rete wireless per chi è provvisto
di computer portatile. Hanno potuto sfruttare anche altri servizi
offerti dal residence, come la lavanderia (lavatrici e asciugatrici
sono disponibili per pochi spiccioli) e il bar, dove, se ci si
accontenta del caffè americano, è possibile fare
colazione a scrocco. Devo dire che hanno fatto un'ottima scelta.
Sono stati agevolati dal fatto che il residence ha aperto circa
un mese fa, quindi è ancora poco conosciuto ma è
tutto nuovissimo di zecca. Fa piacere sapere che prima di te non
ha mai abitato nessuno, dà un senso di purezza. Anche la
posizione è molto buona. In un raggio di 10 minuti è
possibile raggiungere il posto di lavoro, i maggiori centri commerciali,
ospedali, scuole, quasi tutti gli italiani e anche l'aeroporto.
Insomma se avessi avuto la proposta di rimanere per altri tre
anni, credo che anch'io mi sarei trasferito in quel residence,
certamente Gianna e Francesca si sarebbero divertite di più.
Ezio si sta rilassando.
Forse
ancora più degli amici, la cosa straordinaria che mi è
capitata in questo soggiorno americano, è stato incontrare
tantissimi parenti, sia da parte di mio padre che di mia madre,
per la maggior parte dei quali non immaginavo neanche l'esistenza.
E la cosa strana è stata che chi mi ha introdotto nei rami
americani della famiglia, David LoConto, è stato l'unico
con cui non sono riuscito a trovare un rapporto di parentela stretto.
Sicuramente avremo un antenato comune, ma bisogna andare molto
indietro nel tempo. David è una persona fantastica, un
bravissimo ragazzo, di una sensibilità e intelligenza uniche.
Forse è stato un po' sfortunato con le donne, ma è
proprio il classico buon partito, uno da sposare. Poi ho conosciuto
Bob e Pam che ci hanno ospitati a casa loro in Florida, ed anche
il loro figlio Michael con la moglie Suzanne che invece ci hanno
ospitati in Massachusetts. Tutte persone squisite con cui abbiamo
trascorso momenti sereni e anche molto interessanti. Abbiamo conosciuto
anche Frank, la personalità della famiglia, colui che con
i fratelli Arthur e Peter formava il trio musicale dei Lane Brothers,
e gli altri suoi fratelli Rick e Tony. Siamo stati in Michigan
a conoscere la famiglia di Allison e il suo papà Paul.
In New Jersey, invece abbiamo incontrato John, manager di uno
Sheraton Hotel alle porte di New York. Suo fratello Jim, invece,
ci ha seguiti sempre con affetto dal New Mexico pur non avendoci
mai visti. In Massachusetts abbiamo invece avuto un bellissimo
incontro con tanti cugini tra cui Jeannie è stata attivissima.
Dalla parte di mia madre, invece, abbiamo conosciuto tantissimi
parenti anche abbastanza stretti, nella zona di Toronto. Senz'altro
sono da ricordare la grande ospitalità di Carmelina e Vincenzo
e la simpatia dei miei anziani prozii, Angelina e Michelino. Insomma
si è trattato di un bellissimo rendez-vous che ci ha arricchiti
tantissimo dal punto di vista umano. Abbiamo imparato molto da
tutti quanti, soprattutto abbiamo scoperto in essi un grandissimo
amore per la loro terra d'origine, molti dei quali non l'hanno
neanche mai vista. Tutti hanno trovato fortuna in questa terra
straniera, ma ci hanno insegnato ad apprezzare ancora di più
ciò che abbiamo in Italia, la grande tradizione, il patrimonio
culturale, la storia, l'arte, i rapporti sociali. Tanti pregi
che il nostro paese possiede e che noi spesso trascuriamo o addirittura
scambiamo per difetti. Ho imparato a vedere il nostro paese con
i loro occhi e incredibilmente... mi sembra ancora più
bello! Insomma mi hanno insegnato a riscoprire le mie origini,
ed io che non mi ero neanche accorto di averle smarrite.
Questa volta saluto tutti i miei parenti americani!
Stasera
pizza da Giuseppe e Nadia con Ezio e Stefania. Sicuramente, dopo
noi stessi, la seconda cosa che abbiamo trovato di bello qui in
America sono stati i rapporti sociali, le nuove amicizie nate
spontaneamente, la generosità e la disponibilità
incontrata in alcune famiglie della comunità italiana.
Gli americani, da questo punto di vista, mi hanno un po' deluso.
Mi aspettavo una maggiore apertura da parte loro e invece si sono
comportati in maniera molto anglosassone, gentili, cortesi, ma
ognuno a casa sua. Soltanto quelli che hanno sposato degli italiani
(come Paul e Karen, ad esempio) hanno dimostrato di avere un grande
cuore d'oro ed hanno aperto volentieri le porte di casa loro.
La comunità italiana si è ingrandita in questi 4
anni. Quando arrivammo noi, nel gennaio 2005, c'erano soltanto
le famiglie che risiedono permanentemente ad Huntsville e qualche
altro nucleo di gente temporanea come noi che si era stabilito
a Madison. Nel corso di questi anni le proporzioni si sono invertite.
Ora la maggioranza (più di 15 famiglie) è di passaggio
e vive a Madison. Noi geograficamente e caratterialmente ci siamo
trovati nel gruppo di Huntsville, ma siamo comunque riusciti ad
instaurare un qualche rapporto con quasi tutti. E' inevitabile
che ci si ritrovi meglio con alcuni piuttosto che con altri, l'importante
è non dare peso ad aspetti insignificanti e valorizzare
i lati migliori di ognuno. Sono nate belle amicizie. Con alcuni,
come Ersilia e Alfonso si è instaurato addirittura qualcosa
di più, come se ci fosse una relazione di parentela, una
zia e uno zio d'America che sicuramente continueremo a frequentare
anche a distanza. Con altri, come Nadia e Giuseppe, Fiorenza e
Mike, Arpad e Daniela, ci sarà sempre la possibilità
di incontrarci tutte le volte che verranno in vacanza a Roma.
Con altri, infine, come Adele e Domenico, Letizia e Riccardo (della
Virginia), ci sarà la possibilità di frequentarci
più assiduamente a Roma (sempre che Domenico si decida
di trasferirsi, prima o poi...). Con gli altri abbiamo avuto tanti
bei momenti, ma forse troppo brevi per poterli considerare intimi
allo stesso modo. A volte ci sentiamo proprio come al termine
di una vacanza, quando ci si scambiano gli indirizzi e ci si saluta
convinti che un giorno ci si potrà incontrare nuovamente,
magari in un'altra vacanza.
Un saluto a tutti!
Oggi
Ezio e Stefania hanno preso possesso della loro nuova casa. Per
quanto mi riguarda, gli ultimi giorni non ho fatto niente oltre
che accompagnare loro. Ormai casa mia è sempre più
vuota, ogni giorno porto a loro qualcosa che mi avanza. Alla fine
della prossima settimana consegnerò anche ad Alfonso quanto
si è comprato da me. Per gli ultimi due-tre giorni mi resterà
soltanto il materasso su cui dormo, il computer portatile e tre
valigie. Torniamo al nostro bilancio. Senza dubbio sono tante
le cose che abbiamo ottenuto, le conquiste, i vantaggi, le occasioni.
Non è facile fare una classifica e dire cosa più
di tutto questa avventura ci ha dato. Ma non credo di sbagliare
molto se affermo che ci ha dato (o restituito) noi stessi. Grazie
a quest'isolamento dal resto della famiglia abbiamo potuto consolidare
i nostri rapporti, siamo diventati un vero nucleo familiare, in
cui nessuno dei tre può fare a meno degli altri due. Questi
due mesi lontani sono pesanti da sopportare per tutti e tre senza
distinzioni. La sensazione più bella che abbiamo provato,
è il senso di assoluta indipendenza di ogni nostra azione.
Allo stesso tempo ci siamo responsabilizzati e resi immuni da
ogni tipo di condizionamento esterno. Io e Gianna abbiamo potuto
dimostrare a noi stessi, soprattutto, di essere dei bravi genitori,
né troppo severi né troppo indulgenti. Abbiamo insegnato
a Francesca le buone maniere senza torturarla o intimorirla. Le
abbiamo dedicato tutti noi stessi senza viziarla in modo esagerato.
L'America e Huntsville, in particolare, sono l'ambiente ideale
dove crescere dei figli, lontani dalla violenza, dallo smog, dallo
stress della vita cittadina e della vita italiana. Abbiamo avuto
tanti privilegi a disposizione senza abusarne, dando il giusto
peso ad ogni situazione. Spero tanto che qualcosa ci rimanga di
questi 4 anni, i primi 4 anni della vita di Francesca, sarebbe
un vero peccato perdere tutto. La parte più difficile del
nostro rientro, forse, sarà proprio fare in modo che un
pezzetto di America non si esaurisca mai nei nostri cuori, nelle
nostre esperienze, nei nostri pensieri. Dovrà essere un
seme che piano piano germoglierà e continuerà a
darci ancora tanto nel futuro.
... e questo è il panorama che si vede dal loro balcone.
Tanti
auguri alla mia mamma che oggi ha festeggiato il suo compleanno.
Per il resto non c'è stato molto da festeggiare, ci sono
stati altri due lutti ad Ariano. Il papà del mio amico
Costantino (il mitico Kosta del sito cittadiariano.it)
e mio zio Baldo (fratello di mia nonna Assunta) sono deceduti
oggi pomeriggio. E' un periodo maledetto, soprattutto per la famiglia
della mia nonna paterna. Le mie preghiere vanno alle loro anime
che hanno finito di soffrire ed ai loro familiari perché
trovino il giusto conforto. Anche la giornata odierna l'ho dedicata
completamente ad Ezio e Stefania ed alle loro peripezie per mettere
su casa. Finalmente hanno trovato un residence che ha incontrato
gran parte delle loro aspettative. Si tratta del Madison Park,
appena inaugurato e quindi nuovissimo e attrezzatissimo. C'è
una bellissima piscina situata a pochi metri dal loro appartamento,
praticamente è quasi la loro piscina privata. Da domani
mattina si trasferiranno lì e dovranno cominciare ad arredarla
con le cose più essenziali, in attesa dell'arrivo del trasloco
da Roma. Il problema, come al solito, è che senza Social
Security Number e tutti i documenti ad esso collegati, è
difficilissimo muoversi e compiere qualsiasi attività amministrativa.
Oggi, ad esempio, voleva noleggiare un materasso con una forma
particolare di acquisizione simile al leasing. Si noleggia l'oggetto
per 12 mesi e al termine diventa tuo. Se invece hai intenzione
di restituirlo puoi farlo, ma dopo aver pagato almeno quattro
rate. Peccato che per uno come Ezio che non ha ancora SSN, né
patente americana, né carta d'identità militare
tutto diventa più difficile anzi praticamente impossibile.
Non è servita neanche la mia garanzia... non si fidano.
Ad ogni modo le cose, anche se un po' lentamente, stanno andando
tutte a posto. Quando si saranno sistemati avranno tutto il tempo
per godersi la nuova casa. Per domani l'esigenza più impellente
sarà trovare un materasso provvisorio su cui dormire e
un tavolo e delle sedie per poter mangiare. Tutto il resto è
superfluo.
L'appartamento di Ezio e Stefania (al centro della foto, piano
intermedio).
In
questi giorni, naturalmente, sono più impegnato del solito
perché sto aiutando Ezio e Stefania a muoversi tra Huntsville
e Madison. Hanno comprato la mia macchina, ma finché ci
sono io dovremo condividerla. Oggi siamo stati al Social Security
Office per chiedere il fatidico numero SSN che tanto mi fece penare
a suo tempo. Auguro vivamente a Ezio che riesca ad ottenerlo in
tempi decisamente più brevi. Tornando al mio bilancio pro-contro
l'avventura americana, sicuramente il risultato finale può
considerarsi positivo. A parte le difficoltà iniziali prevedibili,
anzi scontate, vivere in America è stato più semplice
del previsto. Oggi mi sto rendendo conto di avere comunque fatto
dei progressi anche con la lingua inglese. Le stesse persone,
gli stessi impiegati che a stento riuscivo a capire tre anni fa,
oggi sono molto più comprensibili. Anche la radio, ormai,
non cela più segreti. Riesco a ridere anche delle battute
che fanno i disk-jockey. Per alcuni aspetti è anche una
questione di memoria o addirittura di abitudine. Al ristorante,
ormai, non mi faccio più sorprendere dalla solite domande
(che contorno vuole? come la vuole cotta la carne? la birra in
bottiglia o alla spina?) ma addirittura anticipo le risposte.
Anche la scelta stessa dei ristoranti non è più
fatta a caso ma è il risultato di una lunga esperienza
e soprattutto di tante delusioni e scelte sbagliate. Oggi, ad
esempio, con Ezio e Stefania abbiamo fatto colazione da "Atlanta
Bread", pranzo da "Nothing but Noodles" e cena
da "Logan's". In tutti e tre i casi abbiamo fatto ottime
scelte e, credo, Ezio e Stefania si sono fatti un'ottima idea
dei ristoranti americani.
Com'era Francesca a 8 mesi.
Stasera
sono arrivati Ezio e Stefania con i loro bambini Paolo e Sara.
Naturalmente erano stanchissimi ma il viaggio è andato
bene. Hanno preso tre voli e i bambini hanno dormito negli ultimi
due. Praticamente hanno rispettato perfettamente gli orari italiani...
ciò significa che alle 2 di notte saranno sveglissimi!
Per le prime 5 notti rimarranno in albergo, il Fairfield Inn Marriott,
poi si sistemeranno da qualche parte a Madison, probabilmente
in un appartamento in un residence. Da domani li accompagnerò
un po' ovunque e rivivrò insieme a loro tutta la procedura
di iniziazione, la burocrazia americana, i vari passaggi che ho
vissuto io tre anni e mezzo fa. Fa un certo effetto. Rivedo nei
loro occhi le stesse emozioni, i dubbi, la meraviglia, le incertezze
che avevamo noi allora. Ne è passato di tempo, e riguardando
le prime foto scattate allora si nota molto bene, soprattutto
Francesca è cambiata tantissimo. Comunque mi fa piacere
che siano Ezio e Stefania a raccogliere il nostro testimone, avremo
tante cose da raccontare nei prossimi tre anni e nella vita futura.
Mi dispiace soltanto che staremo ancora una volta lontani, con
loro ci saremmo divertiti senz'altro. A questo punto non mi resta
che augurare loro un'ottima permanenza. Un'altra tappa prevista
è stata raggiunta, è arrivato il mio sostituto quindi
c'è un motivo in più, per me, di andare via. I prossimi
14 giorni li farò un po' in apnea, un po' con la frenesia
che passino in fretta. Ormai non ho più niente da dire
agli americani, la nostra avventura sta davvero volgendo al termine.
Come eravamo 3 anni fa.
Oltre
a quanto ho detto un paio di giorni fa, ad essere sinceri, la
nostra permanenza in Alabama non ci ha tolto molto di più.
Dal punto di vista professionale forse qualcosina, più
che altro per il fatto che sarà molto difficile applicare
in Italia la mentalità lavorativa americana e pertanto,
per certi aspetti, ho perso più di 3 anni d'esperienza
lavorativa italiana... ma si recupera in fretta, e comunque ho
acquistato almeno una migliore padronanza della lingua inglese.
Per quanto riguarda Gianna, sicuramente la lontananza da suoi
cari le ha dato talvolta la sensazione di aver perso qualcosa,
ma grazie ad internet con il VOIP e le videoconferenze in realtà
ha partecipato più vivamente da qui alle vicende della
sua famiglia rispetto a quando eravamo a Roma. Per il lavoro è
lei che ha perso sicuramente di più e molto probabilmente
non sarà facile riprendere quanto aveva lasciato. Vedremo
se vorrà e se potrà ricominciare un vecchio discorso.
Per ciò che concerne Francesca, invece, sicuramente le
sono mancati i nonni, i cuginetti, gli zii, ma avrà tempo
per recuperare. Sarò banale, scontato, tipico italiano
un po' provincialotto, ma forse l'unica cosa che veramente ci
è mancata dell'Italia in questi anni è il cibo,
ma neanche tutto, soltanto la mozzarella, la pizza, il pane e
qualche dolce. I ristoranti italiani sono da evitare nella maniera
più assoluta e la cucina americana ti gonfia solo a guardarla.
Ma anche qui, da bravi italiani ci siamo arrangiati e siamo riusciti
ad ovviare a certe carenze di mercato, utilizzando qualche ingrediente
surrogato, o portato dall'Italia, e cucinando da soli in casa.
Dietro questi pochi aspetti negativi ci possiamo rendere conto
che in realtà si nascondono molti aspetti positivi, ma
questi saranno argomento delle prossime giornate.
Francesca e Gianna il giorno della partenza.
Che
tristezza! Proprio ieri avevo affrontato il discorso della sensazione
d'impotenza che ci assale quando succede qualcosa di brutto in
Italia e noi siamo troppo lontani e proprio stamattina c'è
stato un incidente stradale in cui ha perso la vita Mario, il
figlio di un mio cugino di Ariano. Nello stesso incidente è
stato coinvolto anche Domenico, il figlio di un altro cugino che
versa in gravi condizioni. Una vera tragedia. Mario aveva soltanto
19 anni. Si era appena diplomato e da qualche giorno aveva cominciato
a lavorare. Era così felice, aveva una vita di sogni da
realizzare che si è interrotta all'improvviso al casello
di Termoli. Ad Ariano sono tutti scioccati. Sul sito web Cittadiariano.it
ci sono state decine di manifestazioni di solidarietà alla
famiglia di Mario e di sostegno, di ansia e preghiere per la sorte
di Domenico. Quando capita di sentire certe notizie viene un grande
sconforto dentro. Mancano le parole, mancano i pensieri giusti
per poter esprimere il dolore che si prova in questi momenti.
Non riesco ad immaginare quanto stiano soffrendo Nino e Raffaella,
i suoi genitori, e la sorella Ilaria. Non ho molta voglia di scrivere
oggi. Desidero soltanto fermarmi a riflettere e pregare per l'anima
di Mario e per la salute di Domenico. Tutto il resto è
nullità.
Un fiore bianco per un'altra vita spezzata troppo presto.
Auguro
buon compleanno a Lucia (festeggiato ieri) e Luciana (lo festeggia
domani). A proposito di auguri, è tempo di bilanci e credo
che sia ora di fare un riepilogo di quanto ci ha dato e quanto
ci ha tolto questa avventura americana. Cominciamo, per ora, con
quello che ci ha tolto. Non c'è dubbio che la cosa che
ci è mancata di più in questi 3 anni e mezzo è
stata la possibilità di partecipare a tanti eventi allegri
e tristi di amici e parenti. Non potremo mai dimenticare di aver
mancato le comunioni di Davide, Lorenzo e Andrea, e la cresima
di Davide. Abbiamo rinunciato al matrimonio di mio cugino Andrea
e del nostro amico Rino. Non abbiamo assistito a tante feste di
compleanno, alle nascite di bambini, al fidanzamento di Antonio
e Lucia e alla loro festa della "promessa di matrimonio".
E non abbiamo potuto essere di conforto ai nostri cari quando
hanno avuto problemi di salute e soprattutto a chi ha avuto momenti
tristi e drammatici, come Gabriella e Elena quando hanno perso
il loro Graziano. Forse la scomparsa di Graziano, con quella recente
di Angelo, è stato uno dei momenti peggiori, in cui mi
sono sentito completamente impotente. Con Ezio e Graziano abbiamo
sempre formato un trio perfetto, eravamo inseparabili, condividevamo
tutto. Infatti con Ezio continueremo a condividere l'esperienza
americana, fra tre giorni gli passerò il testimone. Invece
Graziano, quando seppe che sarei partito per gli USA non fu contento.
Io rimasi sorpreso, quasi deluso. Graziano per me era sempre stato
più di un amico, era un confidente, una spalla su cui fare
affidamento, un grande consigliere. Sapere che lui non era così
favorevole mi fece star male. In realtà era già
malato e probabilmente sentiva che non ci saremmo più visti.
Sarò sciocco, forse un po' patetico, ma non me lo perdonerò
mai.
Il sottoscritto con Ezio e Graziano, il giorno del nostro giuramento
(autunno 1987).
Stare
da soli è pesante ma aiuta a sfruttare l'ingegno. Nel mio
caso non si tratta solo di solitudine, ma anche di mancanza degli
strumenti che possano alleviare la mia permanenza in queste ultime
3 settimane scarse. Già non è facile, ad esempio,
cucinare quando non fa solitamente parte delle proprie attività
quotidiane, ma nel mio caso non ho neanche le pentole adatte,
le posate, spesso neanche gli ingredienti giusti. Allora, grazie
ad internet e ad un po' d'inventiva, mi arrangio e a volte riesco
a realizzare dei pranzetti anche molto buoni. Sarà la fame
o che sono una buona forchetta, mi accontento facilmente e riesco
più che a sopravvivere, forse anche ad ingrassare (questo
non lo so perchè anche la bilancia è partita con
il trasloco). Anche vedere che ore sono, è diventata un'impresa...
Per dormire ho risolto con un vecchio materasso, come tavolo uso
il mobile porta PC. Le uniche cose, invece, che non sono proprio
sostituibili sono proprio le mie due donne. Oggi Francesca ha
festeggiato il suo compleanno con i suoi nonni, zii e cuginetti.
Ci eravamo accordati che al momento del soffio delle candeline
ci saremmo collegati. Per tutto il giorno ho tenuto il computer
portatile acceso e pronto per avviare il collegamento. Purtroppo,
però, proprio nel momento più importante, è
passato dalle parte mie un violento temporale e come al solito
basta che cada qualche goccia per far cadere la linea ADSL. Che
disdetta! Sono riuscito a malapena a vedere la torta e qualche
fotogramma con Francesca e Gianna. Tutto qui. che delusione! Vorrà
dire che festeggeremo di nuovo tutti e tre insieme, i nostri tre
compleanni e il ritorno a casa, nel mese di agosto. A proposito...
mi hanno detto che le nostre masserizie attraccheranno al porto
di Napoli il 12 agosto. Poi si vedrà, da Napoli a Roma,
quanti giorni ci metteranno...
Ecco come ho visto la festa di Francesca.
Ieri
non ho fatto gli auguri a Julia, un'altra bella bambina che compiva
gli anni. Rimedio subito: Tantissimi auguri per il suo secondo
compleanno! Julia è nata proprio il giorno della vittoria
ai mondiali di calcio. L'amicizia che è sorta troppo tardi
con Nadia e Giuseppe è uno dei rimpianti della nostra permanenza
ad Huntsville. Peccato non aver avuto maggiori possibilità
di frequentarci. Sono una coppia molto simpatica e interessante,
con cui discutere su qualsiasi argomento e con cui abbiamo trascorso
piacevoli serate. E le bambine si sono trovate molto bene assieme.
Credo sia ora, però, di lasciar perdere i rimpianti, i
bei ricordi, la nostalgia di un tempo che ormai è passato
e inevitabilmente non potrà più tornare indietro.
La nostra permanenza in USA è stata senz'altro positiva,
soprattutto per l'ambiente sereno che eravamo riusciti a crearci
intorno. Per Francesca, ma anche per noi due, è stato un
toccasana, il momento ideale per staccare la spina da tutto e
da tutti e dedicarci soltanto a noi tre. Ma la vita va avanti
e il nostro scopo per i prossimi mesi sarà ritrovare quegli
stimoli, quell'interesse sul futuro che avevamo a fatica costruito
al nostro arrivo in terra americana. Altrimenti sembrerà
di vivere una costante situazione di disagio e di insoddisfazione,
un po' come quella pubblicità della Costa Crociere in cui,
al termine della vacanza, rimane soltanto una grande depressione
e la voglia di ripartire daccapo. Ma sono sicuro che riusciremo
anche stavolta a trovare il bandolo della matassa. Ah dimenticavo!
Oggi invece è il compleanno del piccolo Paolo, figlio di
Ezio, che la prossima settimana verrà a stabilirsi qui.
Allora per Paolo... doppi auguri!
La piccola Julia.
Stento
a camuffare i miei sentimenti che non possono che essere estremamente
contrastanti. Oggi la mia principessa Francesca compie 4 anni!
Nel mio cuore combattono aspramente una gioia immensa, per questo
traguardo così bello, e la profonda tristezza di non poterci
essere, di non poterla abbracciare e baciare, non poterle dare
tutte quelle dimostrazioni di affetto che lei stessa si aspettava
oggi dal suo papà. Ma è molto matura per la sua
età ed ha capito perfettamente. Forse siamo noi adulti
che non riusciamo ad accettare certe situazioni scomode e in qualche
modo vediamo nei nostri bambini il riflesso delle nostre stesse
frustrazioni. Da quanto mi ha raccontato Gianna, è stata
splendida. Ha preteso gli auguri, gli abbracci, i baci da tutti,
essendo pienamente cosciente del fatto che io non ho potuto farlo
per una ragione importante. Ci siamo collegati ed ha visto l'appartamento
semivuoto e si è dimostrata contenta, ha capito che la
mia presenza qui, a tanta distanza da lei, aveva un significato
importante e questo le è bastato. Com'è cresciuta
in fretta la nostra bambina. Oggi più di tanti altri giorni
me ne sono reso conto. Soprattutto in questi giorni che sto rivivendo,
come un film al contrario, tutte le vicende che ci hanno portato
qui 3 anni e mezzo fa, quando arrivai in una città sconosciuta,
lontano da tutti, in un appartamento vuoto, con una moglie e una
bambina di sei mesi estremamente bisognose del mio affetto e del
mio sostegno, ma tanto lontane. Sto rivivendo, in una sorta di
dejà-vu, le stesse situazioni di allora, con la differenza
che allora provavo ad immaginare un futuro con le mie due donne
ed ora sto qui a ricordarne un meraviglioso passato trascorso
interamente insieme. Praticamente tutta la vita di Francesca si
è svolta qui. Ha preso dagli americani certe espressioni,
certi modi di ragionare, di affrontare la vita di tutti i giorni
che spero fortemente conservi anche nell'avvenire. E' una bambina
bella e pulita, nel cuore e nell'anima, di una educazione e una
generosità immense. Non lo dico perchè è
mia figlia, o forse non solo per questo, chissà. Lo credo
veramente e spero ardentemente che conservi queste qualità
per tutta la sua vita. Tantissimi auguri, principessa mia, non
ti preoccupare, sto arrivando e ti riempirò di baci fino
a soffocarti!
La mia principessa compie 4 anni.
Come
promesso, oggi sono venuti altri due uomini (diversi da quelli
di ieri, non ho capito il perché) che hanno finito di imballare,
hanno smontato alcuni mobili ed hanno caricato il camion. In realtà
non si tratta del container definitivo. Mi hanno spiegato che
domani presso la loro sede verranno ricontrollati tutti i pacchi,
messi in sicurezza quelli più delicati e caricati sul container
che fisicamente attraverserà l'oceano. Una certa malinconia,
è inutile negarlo, c'è stata, soprattutto quando
è stato smontato il nostro letto matrimoniale. Ad ogni
modo è inutile rimuginare e piangere sul latte versato.
Ci aspetta un nuovo futuro, a tre, in quel di Roma. Oggi fuori
ha fatto un caldo pazzesco. Chiuso in casa con l'aria condizionata,
spesso non me ne rendo conto. Invece oggi ho fatto qualche capatina
fuori, per dare uno sguardo di curiosità al camion che
man mano si riempiva, e mi sono accorto che la temperatura esterna
è esageratamente alta. Anche l'umidità sta salendo,
infatti per domani è prevista qualche goccia. L'aria condizionata
sarà un'altra di quelle cose che mi mancheranno parecchio.
Non che l'ami in modo particolare, ma soltanto averla a disposizione
e poterla accendere in qualsiasi momento, è un lusso a
cui rinuncerò malvolentieri. A casa a Roma non ce l'abbiamo
e neanche in ufficio ci sarà possibilità di averla.
Insomma soltanto in macchina potremo rinfrescarci un po'. Qui
invece sono rarissimi i momenti in cui non è possibile
stare al fresco, praticamente soltanto per i pochi metri che separano
il parcheggio dell'auto all'edificio di destinazione (casa, ufficio,
negozio). Ora devo decidere dove dormire. Mi è rimasto
soltanto un materasso singolo e ho a disposizione due camere da
letto ed un soggiorno completamente vuoti. Potrei passare ogni
notte in una stanza diversa, oppure decidere per una sola, oppure
dormire sul divano in soggiorno. Sul tavolo no, perchè
non ce l'ho più neanche per mangiare, mentre la vasca da
bagno la vedo un po' scomoda... credo che mi annoierò parecchio
nei prossimi giorni.
... ed ora tristemente i pacchi se ne vanno via.
Ebbene
sì, è giunta un'altra delle inevitabili tappe che
più significativamente dimostrano che un'epoca della nostra
vita sta volgendo al termine. I traslochi sono sempre un trauma.
Anche se il futuro che ci aspetta fosse più roseo rispetto
ai nostri ultimi 4 anni (difficile, ma mai disperare), chiudere
una pagina del nostro libro ha sempre un effetto disarmante sulla
nostra psiche. Io ne so qualcosa, iniziai il primo trasloco quando
avevo l'età di Francesca (quasi 4 anni) ed ho continuato
a traslocare fino ad oggi. In totale ho "subito" 10
traslochi, in media uno ogni 4 anni, per non parlare dei brevi
periodi di 1-4-6 mesi. Ci si sente violati nell'intimo. Assistere
alla scena in cui persone estranee hanno preso possesso delle
nostre cose, dei nostri sogni, dei nostri sacrifici e li hanno
impacchettati con cura ma senza sentimenti, è stato difficile
da sopportare. Non dico che è la stessa cosa di assistere
legati ed imbavagliati ad un furto nel proprio appartamento, ma
ci siamo vicini. Hanno fatto bene Gianna e Francesca a non essere
presenti. Faranno bene, invece, ad esserci a Roma, al loro arrivo,
a dare loro il benvenuto per il definitivo ritorno a casa. E'
incredibile quanta roba abbiamo comprato in quasi 4 anni. E' ancora
più difficile riuscire a capire dove fosse nascosta fino
a qualche giorno fa. Non avevamo armadi né grandi cassettiere.
Tre piccoli ripostigli, uno per camera e uno sul balcone, tenevano
gelosamente conservati quintali di vestiti, giocattoli, stoviglie,
biancheria, libri, etc. Tirarli fuori e metterli nelle scatole
è stata una faticaccia, ma soprattutto hanno letteralmente
invaso tutto l'appartamento. Sembra un film dell'orrore dove esseri
inanimati prendono vita e travolgono ogni cosa, ma dopo un po'
ti ci affezioni e quando saranno andati via per sempre, in qualche
modo, ti mancheranno. I traslocatori non hanno finito il lavoro,
domani dovranno smontare i mobili della camera da letto e caricare
finalmente tutto nel container. Insomma da domani, è strano
a dirsi, resterò ancora un po' più solo.
I pacchi hanno invaso il nostro appartamento.
Se
c'è una cosa che sicuramente ci mancherà dell'America
è la facilità con cui è possibile fare shopping.
In Italia vorremmo fare anche noi i consumisti, ma non ci riusciremo
mai completamente, perché ci rendiamo la vita sempre tremendamente
complicata. Ci sono state volte che a Roma abbiamo dovuto rinunciare
a spendere i nostri soldi per il traffico e la mancanza di parcheggio.
Qui ad Huntsville, per spendere, occorre soltanto un'automobile
e una carta di credito. Oggi, ad esempio, nell'arco di un solo
pomeriggio (sabato pomeriggio... immaginate cosa significa per
chi va nei centri commerciali italiani) sono stato da Hobby
Lobby, Marshalls,
Ross, Bed
Bath & Beyond, Target,
Commissary, BX/PX
e Madison Square Mall.
Poi, piuttosto stanco, mi sono ritirato ma, volendo, avrei avuto
ancora un paio d'ore a disposizione per comprare qualcos'altro.
Tornare negli stessi luoghi in cui andavamo quasi tutti i pomeriggi
con Gianna e Francesca mi fa un po' effetto. Tra tutti quanti,
forse, il negozio che mi mancherà di più è
Hobby Lobby. Infatti, mentre per il fai-da-te in Italia ci sono
parecchi Brico-centers (le versioni americane si chiamano Lowe's
e Home Depot) non c'è
un posto dove è possibile trovare tutto quanto può
servire per chiunque abbia un hobby (dal modellismo al ricamo,
dalla pittura allo scrapbooking, etc). Forse sarà perchè
gli italiani non hanno tanto tempo libero, impegnati come sono
a intasarsi nel traffico e a cercare parcheggio. Anche Bed Bath
& Beyond è un bel negozio, in parte assomiglia alla
zona dell'Ikea dove si possono trovare gli accessori per bagno
e cucina. Ma qui ha un fascino particolare. Ci sono tantissimi
strumenti diversi, insoliti. Ce ne sono alcuni che attirano maggiormente
la mia attenzione, sono quelli che riportano sulla confezione
"As seen on TV",
cioè sono quei prodotti strani e geniali, quei brevetti
sorprendenti, come l'apribarattolo elettrico o certi attrezzi
per il relax, ad esempio, che spesso vediamo soltanto in TV e
possiamo acquistare solo al telefono o su internet. Ogni volta
faccio una fatica enorme per non comprarli. Il regno di Gianna,
invece, è sempre stato Marshalls, Ross o TjMaxx
dove l'abbigliamento di marca è a portata di portafoglio.
Un vera delusione, invece, quando sono arrivato al grande Mall
per rivedere il negozio preferito di Francesca, il Disney
Store... ebbene è stato chiuso! Evidentemente i migliori
clienti che l'hanno sostenuto economicamente per questi 4 anni
si stanno trasferendo... ho il presentimento che forse ne apriranno
un altro a Roma.
Gianna e uno dei suoi negozi preferiti.
Mentre
a Roma si piange, qui in America si festeggia. Oggi è il
4 luglio e come tradizione gli americani si danno alla pazza gioia.
Ovunque da est e ovest, da nord a sud, ci si riunisce tutti in
famiglia ad abbrustolire la carne sul barbecue e, appena calato
il sole, tutti a scoppiare petardi e mortaretti. Quando gli americani
ci si mettono, non c'è niente da dire, sono dei veri professionisti.
Noi a capodanno ci accontentiamo di fare qualche botto molto forte,
da far tremare i vetri delle finestre oppure a sparare qualche
pistolettata qua e la, qui invece, come sempre, è la scenografia
che conta. Tutti si sono dati da fare in una competizione tra
vicini, fino all'ultimo botto multicolore. Avrei potuto andare
a vedere i fuochi importanti, quelli organizzati a livello comunale
(quest'anno erano al Town Bridge Center), invece ho preferito
trascorrere il 4 luglio con gli americani, in una vera famiglia.
E' stato gentilissimo Alfonso ad invitarmi ed io ho accettato
di buon grado. Ci siamo proprio divertiti. Malgrado una pioggerellina
fastidiosa non ci siamo persi d'animo ed abbiamo giocato a pallavolo
per quasi 4 ore! Sono veramente distrutto. Credo che domani non
mi alzerò dal letto. Non giocavo da almeno vent'anni ed
allora pesavo anche 25 kg di meno... Comunque, tra punti persi
e punti guadagnati, credo di non aver fatto una figuraccia. Del
resto, a parte Alfonso, tutti gli altri avevano almeno 10 anni
meno di me. Nel frattempo i bambini si deliziavano in piscina.
La piccola Claudia è stata in ammollo 4 ore consecutive.
Sul tavolo carne, salsicce, fagioli, insalate, macedonia e dolci.
Nei frigoriferi bibite ghiacciate a volontà. Al termine
della serata, come dicevo, almeno due ore di fuochi ininterrotti
a livello professionale. Non ho osato chiedere ad Alfonso ed ai
suoi generi quanto sia venuto a costare quello spettacolo... comunque,
complimenti!
I festeggiamenti per il 4 luglio.
Oggi
avrei voluto cominciare la mia analisi sui 42 mesi passati qui
ad Huntsville. Ma una notizia che mi è giunta da Roma mi
ha rattristato molto e mi ha subito portato alla mente quanto
la nostra permanenza in terra Americana ci ha tolto. Angelo, un
amico che viveva a Passo Corese alle porte di Roma, ci ha lasciati
dopo atroci sofferenze, per un male incurabile. Aveva un anno
meno di me. Eravamo cresciuti insieme anche se le nostre vite,
inevitabilmente, ci avevano portati in direzioni diverse. Era
un grande artista e un grande uomo. Da ragazzo lo ammiravo perché
in ogni attività, ogni iniziativa che intraprendeva, riusciva
a raggiungere in breve tempo la perfezione. Ricordo, da piccoli,
giocavamo a soldatini o con il trenino e lui realizzava plastici
e campi da battaglia con una perfezione certosina, da vero esperto.
Gli piaceva andare in bicicletta e divenne uno dei migliori a
livello nazionale in campo dilettantistico, tanto da pensare seriamente
di diventare professionista. Ma il suo talento principale era
l'arte grafica. Sembrava che Dio stesso volesse disegnare attraverso
le sue mani. Riusciva a realizzare dei capolavori con una perfezione
fotografica. Infatti uno dei suoi tanti mestieri fu quello di
disegnare a mano libera le illustrazioni per i libri di medicina.
Fu un grande scenografo, ultimamente lavorava per Mediaset, le
scenografie di tutti gli spettacoli più importanti degli
ultimi anni sono stati realizzati da lui. Angelo di nome e di
fatto, nella vita privata era un pezzo di pane, sempre con il
sorriso, sempre con una parola buona per tutti, mai uno scatto
d'ira, ma sempre tantissima dolcezza nei confronti di tutti. Non
riesco ad immaginare il dolore che stanno provando i suoi genitori,
sua moglie Claudia e le tre bellissime bambine. Che disgrazia!
Evidentemente il Signore ha voluto vicino a sé un grande
artista e un grande uomo. Da oggi in poi, ogni volta che ammirerò
i fantastici colori della natura, un bel tramonto, un cielo azzurro,
il verde dei prati, voglio immaginare che ci sia anche un piccolo
tocco, da lassù, del mio grande vecchio amico... Ciao Angelo!
Una candela per Angelo.
Una
canzone di Riccardo del Turco di 40 anni fa (1968) diceva "Luglio,
col bene che ti voglio vedrai non finirà...". Io invece
spero che finisca molto presto. Ad ogni modo, volente o nolente,
devo stare qui ad aspettare e non posso neanche stare con le mani
in mano, ho mille attività da fare. E' incredibile ma ogni
giorno, invece di diminuire, sembrano aumentare sempre di più.
Mi sta venendo il terrore di non riuscire a fare tutto quello
che c'è da concludere prima del trasloco sapendo che non
ci sono alternative, tutto quello che non parte e non vendo, non
butto o regalo, dovrà entrare in un paio di valigie. Bando
alle ciance, mancano esattamente 4 settimane alla mia partenza
e credo che sia giunta finalmente l'ora di trarre le mie (e nostre)
conclusioni e considerazioni su tutta la nostra avventura. Dovrò
esprimere il mio parere su cosa ci ha dato e cosa ci ha tolto,
su come e cosa sono questi americani e quest'America, in più
o in meno rispetto agli italiani e all'Italia (o all'Europa in
genere). Ma comincerò ad affrontare il discorso a partire
da domani. Per oggi voglio fare soltanto qualche saluto: a mia
suocera Michela che è finalmente tornata a casa dopo un
soggiorno in ospedale, a Francesca che si è ripresa dalla
febbre ed è stata felicissima di riabbracciare la nonna,
a Gianna che non ha chiuso occhio per molte notti e finalmente
ora può rilassarsi un po’, agli sposini Antonio e
Lucia che sono tornati dal viaggio di nozze, a Davide che ha brillantemente
superato gli esami di terza media, a Rita di Pompei che oggi compie
gli anni e a zia Sr. Vandina e Rocco che li compiono domani ed
infine buon onomastico a tutti coloro che si chiamano Grazia e
Graziano.
Gli sposi Antonio e Lucia sono tornati dal viaggio di nozze.