Ieri
è stato l'onomastico di tutti quelli che si chiamano Michele,
Gabriele e Raffaele. Un grande saluto e tanti auguri a tutti ed
in particolare un abbraccio con tanto affetto a Nonna Michela
e al cuginetto Gabriele. Oggi invece è il compleanno di
Patrizia di Roma, tantissimi auguri anche a lei. Ogni giorno è
la festa di qualcuno, sarà forse per questo motivo che
la canzone preferita di Francesca è proprio "tanti
auguri a te". In questi ultimi giorni Francesca è
particolarmente scatenata. Non si regge più. Continua a
chiedere "voglio uscire!!!". Se non va all'asilo ci
fa rimpiangere il fatto che l'abbiamo iscritta soltanto per 4
giorni a settimana. Ha un'energia da vendere, corre, salta, è
iperattiva. Quando va all'asilo, invece di stancarsi, torna ancora
più eccitata e il pomeriggio fa molta fatica a prendere
sonno. Quando non ci va è continuamente alla ricerca degli
altri bambini e diventa intrattabile. Nei centri commerciali è
una forza della natura. Ormai non riusciamo più a comprare
nulla, passiamo il tempo a rincorrerla tra gli scaffali e a cercarla
sotto i vestiti. Cominciamo a scegliere i negozi in base alla
loro distanza da casa. Sono migliori quelli un po' più
lontani, tali che Francesca, che ama dormire in macchina, ci arrivi
già bella e addormentata. Così possiamo fare shopping
in santa pace. In questi casi però, appena rientriamo,
lei si sveglia e ricomincia a chiedere "voglio uscire!!!!".
Francesca ha mangiato la cioccolata.
Gli
auguri di buon compleanno di oggi sono dedicati ad Edmondo da
Cerignola. Happy Birthday to you, too! A pochi metri da casa nostra,
tra stradoni larghi 8 corsie e centri commerciali, tra enormi
SUV e improbabili Pickup, c'è un campo di cotone. Non ho
resistito alla tentazione di fermarmi un istante e scattare qualche
foto. E' caratteristico il bocciolo della pianta di cotone perchè
ha la forma di un uovo e quando si apre, mostrando la sua soffice
e candida fibra, sembra un popcorn appena scoppiato con tanto
zucchero filato. Le piantagioni di cotone sono un simbolo, specialmente
qui in Alabama. Sono ciò che resta dell'epoca neanche tanto
remota della schiavitù e delle generazioni di afro-americani
(così si chiamano le persone di colore) che hanno versato
sudore e sangue su questa terra. Sembra di rivivere l'epopea di
"Via col vento" o la più realistica saga di "Radici".
Come già accennato altre volte in questo diario, da queste
parti ancora 40 anni fa c'era una forte segregazione razziale,
malgrado la schiavitù sia stata bandita 140 anni fa, e
ancora adesso le due comunità vivono essenzialmente separate
e convivono sotto lo stesso tetto soltanto per quieto vivere,
nell'indifferenza reciproca. Pian piano, molto lentamente, la
comunità nera si sta emancipando, ma soltanto perchè
viene rilevata nelle attività più umili da quella
messicana. In attesa dell'arrivo dei cinesi...
Il campo di cotone e una pianta in primo piano.
26/09/06
I nipoti di Ariano nel mondo.
Tantissimi
auguri di pronta guarigione alla mia sorellina Tina. Non farmi
stare in pensiero, mi raccomando! Oggi ho avuto una piccola soddisfazione,
ho visto pubblicato su un portale
di Ariano Irpino un mio articolo
intitolato "I nipoti di Ariano nel mondo". Non sono
scrittore di professione ma evidentemente l'articolo, scritto
sia in italiano che in inglese, è piaciuto ed ha ricevuto
anche qualche commento di apprezzamento. Ho cercato, in qualche
modo, di interpretare i sentimenti, le sensazioni, i sogni dei
figli e nipoti degli Arianesi che tanti anni fa lasciarono la
loro terra in cerca di una vita migliore. Queste nuove generazioni
di Arianesi, a volte, non sanno neanche dove sia il loro paese
di origine, ma serbano nel loro cuore una grande passione per
tutto ciò che è Italia ed Ariano ed hanno una voglia
matta di riscoprire le loro radici. Incontrare loro mi ha portato
a riflettere su certi aspetti della nostra vita di eterni girovaghi,
che rimarranno patrimonio indelebile nel nostro bagaglio di emozioni.
Non dimenticherò mai il bellissimo rapporto instaurato
con David, Frank, Bob, Allison, Carmelina e Vincenzo. Ecco un
altro tassello, tra quelli raccolti nella nostra avventura americana,
che conserverò preziosamente per sempre tra i miei ricordi
più cari.
Francesca, americana "de Roma".
25/09/06
Flavio e Cristiano.
Dopo
un'annata di prevalenza femminile vogliamo salutare due meravigliosi
maschietti, nuovi arrivati tra i nostri numerosi fans. Abbiamo
già nominato Flavio, figlio di nostro cugino Giuseppe,
nato lo scorso 6 settembre, di cui riportiamo un'immagine scattata
via web, ed oggi abbiamo avuto la bellissima notizia che venerdì
scorso, in Virginia, è nato Cristiano! E' anche lui un
bellissimo bambino (come si fa a negarlo?) di 8 libbre e 4 once,
che equivalgono a 3,750 kg. Vogliamo rinnovare le nostre più
sentite felicitazioni ai suoi genitori Riccardo e Letizia ed al
suo fratellino Jacopo. Sono entrambi così belli che ci
assale un fortissimo desiderio di baciarli e abbracciarli. Dovremo
pazientare ancora alcuni mesi, per Flavio, e almeno un anno e
mezzo, per Cristiano, quando torneremo tutti definitivamente in
Italia.
Gianna: Cara Letizia, voglio rivolgerti due parole in più.
Devo dirti che ti ammiro tantissimo! Sei stata bravissima, hai
dato alla luce un meraviglioso bambino, ed hai trascorso tutti
i 9 mesi della gravidanza completamente da sola lontana da tutti.
So che ci sono stati alti e bassi, ma ora puoi dare un sospiro
di sollievo, tutto è andato bene e sono felicissima per
te e per tuo marito che ti è stato tanto vicino. AUGURI!!!
Flavio e Cristiano.
23/09/06
Andrea e Roberta.
Oggi
è stata un'altra di quelle giornate in cui abbiamo sentito
molta nostalgia di casa, dell'Italia, dei nostri cari. Mio cugino
Andrea e la sua ragazza Roberta si sono sposati stamattina ad
Albenga. Era una di quelle occasioni storiche in cui si riunisce
tutta la famiglia, e stavolta mancavamo soltanto noi. I nostri
cuori sono stati sintonizzati tutto il giorno con la Liguria e
ogni tanto abbiamo provato a sentire e vivere, telefonicamente,
un po' dell'emozione che si evinceva dalla voce tremolante dei
nostri parenti. Troppo poco ma meglio di niente. Auguriamo agli
sposi tutto il bene possibile e che i sogni, su cui hanno imbastito
il loro progetto di vita insieme, si realizzino nel migliore dei
modi, in serenità e prosperità. Cosa augurare, ancora
di più, a due bravi ragazzi come loro? Tanti bei piccoli
Lo Conte, che restituiscano a loro tutte le soddisfazioni che
loro stessi hanno regalato ai loro genitori. Il regalo che ha
fatto loro Francesca è stato bellissimo, malgrado si fosse
appena svegliata, ha urlato al telefono "Auguri agli sposi!
Tanti auguri a te..." ed ha cominciato a cantare le sue canzoni
preferite. Come si fa a non mangiarsela di baci?
Francesca si diverte alla sbarra.
La
sbornia del viaggio in Canada è ormai passata del tutto.
Si ritorna alla vita di sempre. Francesca, soprattutto da quando
va all'asilo, cresce ogni giorno sempre di più, a vista
d'occhio. Ormai è una signorina, con tutte le malizie e
furbizie della sua età. Non è più possibile
farle bere qualcosa, dirle una bugia, senza che lei se ne accorga
e te la faccia pagare. Ogni giorno arricchisce sempre più
il suo vocabolario di parole italiane ed inglesi. Le piace tantissimo
cantare, passa le mattinate all'asilo a ripetere gli stornelli
e ritornelli americani che ascolta in TV e ripete in classe e
sorprende le maestre per la sua capacità nel comprendere
entrambe le lingue con tanta semplicità. E' simpaticissimo
il suo modo di rispondere "non lo so" alzando le spalle,
se le chiedi qualcosa, e lei stessa continua a fare domande con
una grande fame di sapere. Ha cominciato a portare a casa i suoi
primi lavoretti, i primi disegni colorati, e noi siamo molto fieri
dei suoi scarabocchi, come se fossero pregiatissime opere d'arte.
Conosce benissimo tutti i suoi vestiti e li distingue e li sa
scegliere per ogni occasione. Ieri sera abbiamo provato a metterle
un pigiama prima di uscire a fare due passi (magari avesse preso
sonno) e lei se n'è accorta subito ed ha preteso un look
più adeguato.
Un'immagine di Francesca, un po' Lolita.
18/09/06
Il ritorno dal Canada.
Tanti
auguri a mia sorella Tina e a suo marito Roberto per il loro 13°
anniversario di matrimonio. La tradizione dice "nozze di
pizzo". Auguriamo loro che il 13 porti tanta fortuna! Il
viaggio di ritorno, come previsto, è stato altrettanto
lungo e stancante, forse anche di più dell’andata
perchè concentrato in soli due giorni e con dieci giorni
di viaggio sulle spalle. Francesca è stata meravigliosa.
Dopo i primi due giorni di deboli proteste per le sue abitudini
andate a monte, si è rassegnata ed ha apprezzato tutto
il viaggio. Quando era annoiata si addormentava, tranquilla, ed
al suo risveglio era sempre di buonumore. Dopo il Canada, il nostro
itinerario ha sfiorato Buffalo (nello stato di New York) e ci
siamo fermati per una sosta a Erie, sul lago omonimo, in Pennsylvania.
Poi siamo ripartiti alla volta di Cleveland e Columbus in Ohio.
Abbiamo pernottato a Grove City nel nostro solito Holiday Inn
Express (consiglio questa catena di hotel a chi vuole girare l’America
comodamente senza spendere grandi cifre) attrezzato con Internet,
piscina, palestra, colazione e tanti altri conforts (come frigo,
microonde, ferro da stiro, phon), tutto incluso nel prezzo. Ultima
sosta per il pranzo al Mammoth Cave State Park, che con i suoi
579 km è il sistema di caverne più lungo del mondo.
Tuttavia la stanchezza ci ha consigliato di tornarci nuovamente
in un altro momento per apprezzare meglio la straordinarietà
del posto. Dopo una settimana dal nostro rientro, siamo completamente
tornati alla solita routine. Quest'ultimo fine settimana è
passato velocemente. Sabato sera siamo stati a Decatur, una cittadina
vicina ad Huntsville che ha il vantaggio di essersi sviluppata
in parte sul fiume Tennessee e pertanto offre qualche attrattiva
in più, soprattutto per le passeggiate serali. C'era un
festival di musica country con tradizionale gara di barbecue ed
abbiamo potuto gustare di tutto un po'.
Il festival di Decatur.
17/09/06
Carmelina e Vincenzo.
Un
milione di auguri a uno dei cuginetti di Francesca, Andrea che
oggi compie 7 anni. Sembra ieri che Gianna mi chiamò e
mi disse con la voce rotta dall'emozione che era nato il suo primo
nipotino. Noi due eravamo fidanzati da soltanto un paio di settimane.
Una curiosità, Andrea compie gli anni nello stesso giorno
di un altro cuginetto, Vittorio (di 4 anni) e della buonanima
del mio bisnonno Antonio che nacque esattamente 130 anni fa.
La nostra permanenza a Toronto è stata molto piacevole.
Viziati e coccolati dai nostri parenti abbiamo senz’altro
visto la parte più bella. Ogni giorno abbiamo conosciuto
persone nuove che si sono mostrate molto gentili e disponibili.
Non capita spesso che italiani vadano a Toronto in vacanza, di
solito succede il contrario, così per loro, come per noi,
è stata un’occasione rarissima di poter incontrare
parenti, anche molto prossimi, che altrimenti non avremmo mai
conosciuto. Un pensiero particolare va a Carmelina e Vincenzo
che ci hanno ospitato ed ai loro figli Michele, Assunta e Antonio
che hanno sopportato volentieri la nostra presenza ingombrante.
Sono tutte persone squisite e non vediamo l’ora di poter
ricambiare, almeno in parte, tutta la disponibilità e l’ospitalità
che ci hanno offerto. Ci hanno accompagnati ovunque per una intera
settimana, mettendo sempre al primo posto le nostre esigenze.
Hanno una casa che rispecchia fedelmente l’immagine della
casa dei sogni di ognuno di noi. Sfido chiunque abbia in testa
una casa ideale, un posto dove vivere in pace con se stessi e
con il mondo, a non trovare nella loro villa ciò di cui
ha sempre sognato. Le parole non riuscirebbero a descriverla,
bisognerebbe viverla, come abbiamo fatto noi, almeno per una settimana.
Carmelina e Vincenzo nel patio della loro casa.
Prima
di continuare la descrizione del nostro viaggio, vogliamo augurare
a Rino ed Annalisa, che oggi convoleranno a nozze, un futuro sempre
prospero e felice. Purtroppo non possiamo partecipare al loro
giorno di festa, ma con il nostro cuore siamo loro vicini. Ed
ora ritorniamo al nostro ultimo viaggio. Il Canada meridionale,
quello che abbiamo visto noi, è un po’ deludente
dal punto di vista del paesaggio. Migliaia di fattorie, terreni
coltivati, ricordano le campagne francesi e non hanno nulla a
che fare con i paesaggi alpini o scandinavi che conservavamo nella
nostra immaginazione. Per vedere tali scenari occorre andare più
a Nord, nel Quebec, oppure ad occidente, in Alberta o in Colombia
Britannica verso l’Alaska. Anche la qualità delle
strade, le famose Interstates americane e canadesi, lascia molto
a desiderare, continuamente interrotte da lavori di manutenzione
e notevolmente sconnesse. Le nostre autostrade, che tuttavia sono
a pagamento, sono senz’altro migliori e i limiti di velocità
sono più alti. Dei 4000 km percorsi soltanto un decimo
(in Alabama e Tennessee) hanno il limite più alto (70 miglia/h,
circa 110 km/h) in tutto il resto del territorio non ho mai potuto
superare i 90-100 km/h. Di Toronto ho già scritto abbastanza,
da aggiungere è senz’altro lo Zoo che ha fatto divertire
tantissimo Francesca. E’ fatto molto bene, grandissimo e
attrezzatissimo. E’ organizzato per continenti e gli animali
sono protetti in speciali ambienti climatizzati che rispecchiano
fedelmente quelli a loro più familiari. Del resto, in una
città in cui l’inverno è estremamente rigido
e lunghissimo, non c’era altro modo per allevare animali
tropicali.
Un'altra immagine dello zoo di Toronto.
Non
ho ancora descritto nel dettaglio tutto il nostro itinerario.
Partiti da Huntsville e passando per Nashville in Tennessee, ci
siamo fermati la prima sera ad Elizabethtown in Kentucky. La mattina
seguente abbiamo visitato la capitale del Kentucky, Louisville,
dove costruiscono le famose mazze da baseball. Ce n’è
una enorme, in pieno centro, appoggiata ad un palazzo, che è
lunga 36 metri. Successivamente siamo giunti ad Indianapolis e
siamo entrati nella famosa pista dove si svolgono le gare di Formula
Nascar. Siamo stati fortunati, infatti proprio in quel momento
si svolgevano alcune prove ed il rumore assordante delle auto
da corsa ci ha fatto provare l’autentica emozione della
competizione. La sera, infine, siamo entrati nel Michigan ed abbiamo
dormito ad Okemos, ad est di Lansing dove vive la simpatica famiglia
di Paul Loconto, un altro mio lontano cugino che lavora come ricercatore
nell’Università del Michigan. La mattina del terzo
giorno siamo passati per Detroit, storica capitale dell’industria
dell’auto, la città dove Henry Ford costruì
la prima automobile nel 1896, ma dove si trovano anche la General
Motors e la Daimler-Chrysler. Tante marche di automobili sono
legate a Detroit come ad esempio Dodge, Cadillac, Chevrolet. Come
tante città che hanno visto un grande sviluppo con la rivoluzione
industriale, ora che il mercato automobilistico è dominato
dalle auto nippo-coreane, è un po’ decadente ma si
sta riscattando in altri settori. Al nostro arrivo era in preparazione
un grande festival Jazz e l’atmosfera era carica di ispirazione
artistica. Detroit si affaccia sul fiume omonimo che in realtà
è un canale che collega i due grandi laghi St.Clair ed
Erie. Sulla sponda opposta c’è già il Canada
con la città di Windsor, collegata a Detroit da un tunnel
sotterraneo, un ponte e qualche traghetto.
La mazza da baseball più lunga del mondo (in primo piano
Gianna e Francesca).
14/09/06
Gli Amish dell'Ohio.
La
nostra scelta di optare per l’automobile, piuttosto che
l’aereo per raggiungere il Canada, ci ha permesso di osservare,
esplorare, tutto il territorio che abbiamo attraversato. E’
significativo e interessante il fatto che muovendoci verso nord
abbiamo virtualmente attraversato differenti scenari spesso simili
a quelli italiani ed europei. L’Alabama, per certi aspetti,
ricorda le pianure campane mentre il Tennessee assomiglia in parte
al Lazio. Il Kentucky è molto bello, è verdissimo
e a volte montuoso, tanto da ricordare l’Umbria. L’Ohio,
invece, ha l’andamento collinare ed il panorama tipico della
Toscana. Abbiamo attraversato alcune zone dove vivono gli Amish,
la comunità Anabattista di lingua tedesca che non crede
nel progresso tecnologico e vive ancora oggi come nel telefilm
“La casa nella prateria”. E’ stato simpatico
incontrare i segnali stradali indicanti “attenzione attraversamento
calessi”. Lo Stato dell’Indiana invece è identico
alla Pianura Padana, Indianapolis è come Milano. Il Michigan
invece è qualcosa di più settentrionale ancora,
come ad esempio la Germania. Grazie al navigatore GPS è
stato semplicissimo muoversi in città come in campagna
e ci ha fatto guadagnare molto tempo utile.
Un calesse Amish.
Un
capitolo a parte lo meritano le cascate più famose del
mondo. Sin dal primo impatto il loro fascino ci travolge e ci
lascia senza fiato. Man mano che ci si avvicina ad esse, l’acqua,
con il suo rumore e la sua forza immane, prende il sopravvento
e ci fa sentire nullità al confronto, delle piccole formiche
in balia della potenza della natura. In prossimità del
dirupo, il fiume Niagara si divide in due parti, una in territorio
statunitense (Stato di New York) e l’altra, più grande
e maestosa, in territorio canadese (Stato dell’Ontario).
L’energia che producono le cascate è sufficiente
per illuminare entrambe le città di Toronto e New York.
Il punto di vista canadese è senz’altro il migliore
perchè si vedono entrambe le cascate dalla parte giusta.
L’unica delusione, al nostro arrivo, è stata la presenza
ingombrante di alberghi, casinò, sale giochi, strutture
turistiche che, anche se utili e produttrici di businesses, hanno
senz’altro definitivamente alterato l’atmosfera naturale
di questo luogo incantevole. Probabilmente in Europa non sarebbe
stato autorizzato un simile scempio. Comunque si tratta di un’esperienza
unica e da provare, un altro souvenir da conservare nei nostri
ricordi più cari.
Classica foto di sposini in luna di miele alle cascate dei Niagara.
Tanti
auguri di buon onomastico a tutte le Marie, comprese Gianna e
nonna Michela! Un grande "in bocca al lupo" a Gabriele
che oggi ha cominciato la sua lunga carriera scolastica. Toronto
è una metropoli, grande quanto Roma, dove si è riusciti
a far convivere diverse realtà senza particolari contrasti
o completi isolamenti. La torre televisiva che domina il suo panorama,
e che con i suoi 553 metri di altezza è la struttura più
alta del mondo, è un simbolo della operosità e del
sogno “americano-canadese” dei suoi abitanti. Gli
italiani hanno conservato quasi intatta la loro identità,
pur integrandosi e recependo la mentalità americana, fatta
di alta produttività e libero mercato, con uno sguardo
ai più poveri e bisognosi. Girando per le strade della
città abbiamo potuto ammirare stupendi grattacieli, grandi
opere architettoniche, ma anche condomini raffinati per gli anziani
e case popolari per i senzatetto. La rete dei trasporti pubblici
è adeguata all’esigenza, ma soprattutto la fittissima
rete di autostrade che la attraversa, rende possibili e agevoli
gli spostamenti anche durante le ore di punta. Naturalmente è
una città americana e pertanto sprovvista di monumenti
storici, ma non se ne sente la mancanza per quanto si venga travolti
dalla sua modernità. Durante il nostro viaggio abbiamo
visto altre città metropolitane più piccole di Toronto,
come Detroit, Indianapolis, Cleveland, Columbus, Cincinnati ma
nessuna di queste ha mostrato pari dignità nella inevitabile
decadenza delle periferie.
La CN Tower di Toronto (la più alta del mondo) e il panorama
visto da lassù.
Le
cose da raccontare sul viaggio appena terminato sono tante. Per
cominciare, ho notato molte differenze tra il Canada e gli Stati
Uniti. Apparentemente sembrerebbero due nazioni molto simili,
almeno per quanto riguarda l'Ontario, lo stato di lingua inglese
che abbiamo visitato. Invece, appena passata la frontiera, ci
siamo sentiti subito a casa. Un pizzico di Europa si può
trovare anche nel Nordamerica. Non saprei, esattamente, perchè
abbiamo avuto questa sensazione. Senz'altro l'influenza britannica
in uno dei paesi del Commonwealth si è fatta sentire fino
ai giorni nostri. Anzi di più. Da qualche anno tutte le
unità di misura impiegate sono quelle del Sistema Internazionale
(metro, grammo..) anche se la gente continua a pensare in miglia
e pounds. Il sistema sociale è molto meno basato sul capitale
rispetto agli USA e l'assistenza sociale e quella sanitaria sono
molto sviluppate e gratuite, come in gran parte dell'Europa del
Nord. Toronto è una città cosmopolita dove si sono
incontrate le rappresentanze di tutte le civiltà. In particolare
due comunità sono preponderanti, quella cinese (proveniente
da Hong Kong) e quella italiana (un abitante su dieci è
italiano). A Toronto Chinatown e Little Italy sono le due fette
più popolose e caratteristiche della città. Sono
il motore che negli anni ha lavorato sodo per il benessere della
città. Ormai sono pochi gli Italiani che arrivarono dal
nostro paese carichi di speranze. Oggi sono i loro figli e nipoti
che guardano al futuro con gli occhi nel passato, attenti a non
perdere quelle tradizioni, quel patrimonio di cultura popolare
ereditato negli anni.
Francesca allo zoo di Toronto.
Anche
il viaggio in Canada si è concluso. Tutto bene anche se
siamo molto stanchi. Abbiamo percorso 4000 km in 10 giorni e Francesca
è stata pazientissima. Ne abbiamo tantissime da ricordare
ma la stanchezza ci consiglia di andare a letto e rinviare il
racconto della nostra vacanza a domani. In questa settimana sono
successe anche tante cose in Italia. Mandiamo un saluto al neonato
Flavio, un bel bimbetto di 3,500 kg e tanti auguri ai suoi genitori
e al fratellino Daniele. Tantissimi auguri di pronta guarigione
a Nonno Andrea e, per quanto riguarda i compleanni, tanti auguri
a Fabrizio e a Oriana. Infine un milione di auguri a Nonno Antonio
che ieri ha compiuto 14 lustri. Ora è tardi. Buonanotte!
Le Cascate del Niagara viste da noi.
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