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31/07/07    Orange Beach e New Orleans (il ritorno - parte seconda).
Il secondo giorno del nostro ricco weekend lo abbiamo dedicato a New Orleans. Da Mobile, si attraversa la costa del Mississippi e dopo un ponte lunghissimo (il Twin Span di quasi 9 km danneggiato da Katrina e in via di ricostruzione) si arriva nel cuore della città più importante della Louisiana, capitale mondiale della musica Jazz. La prima impressione arrivando a New Orleans, dopo due anni dalla sciagura di Katrina, è quella a cui siamo abituati guardando le rovine di molte nostre città periodicamente sconvolte da disastri naturali come il terromoto. Ovunque, soprattutto in periferia, si scorgono tetti divelti, insegne crollate, attività commerciali in abbandono. A distanza di due anni ci si rende conto di quale danno economico (al di là delle vittime umane) abbia subito questa città. Il centro invece sembra quasi completamente recuperato. Il quartiere Francese, simbolo della città, con i suoi locali trasgressivi e alternativi, e le note di musica jazz ad altissimo volume che inebriano le orecchie dei numerosi turisti, è come ce lo aspettavamo. Naturalmente lo abbiamo visto di giorno, quando le attività artistiche sono ancora in quieto letargo per risvegliarsi e stupire tutti gli avventori nelle ore notturne. Come Memphis e Nashville, New Orleans deve essere vista di notte, ma la presenza di una bambina ce lo ha sconsigliato. Una città veramente caratteristica, dove è forte il contrasto tra i grattacieli modernissimi di downtown e le abitazioni in legno lavorato, decorato e coloratissimo della famosa Bourbon Street. Un'altra bella esperienza turistica da conservare nel nostro album dei ricordi.

Gianna e Francesca nel tempio del Jazz: New Orleans.


30/07/07    Orange Beach e New Orleans (il ritorno).
Siamo tornati! Ormai la nostra vita è costellata, scandita, da partenze e ritorni. Cosa dire di quest'ultimo viaggio? Veramente stancante. Soltanto l'enorme pazienza nostra e soprattutto di Francesca ha permesso che fosse tutto piacevole. Siamo stati sul Golfo del Messico. Abbiamo potuto fare un bel bagno nelle sue caldissime acque e abbiamo potuto ammirare una sabbia incredibilmente bianca: zucchero a velo. E come lo zucchero, quando era bagnata sembrava quella glassa che gustiamo sui dolci al limone. Deliziosa. L'Alabama non ha una costa molto estesa ma, quel poco che ha, la tiene molto bene, curata, pulita, elegante. Esattamente il contrario della vicina Florida che invece di coste ne ha tantissime ed evidentemente non tiene in modo particolare a quella di Pensacola. Migliore è quella di Perdido Key con grandi alberghi e strutture residenziali in forte sviluppo. La costa dell'Alabama, sul Golfo del Messico, invece consiste essenzialmente nelle spiagge di Gulf Shores e Orange Beach (che a dispetto del nome è bianchissima). Ottimi posti dove spendere qualche giorno in assoluto relax, con sole e mare, ma anche molto favorevoli al turismo con numerosi parchi acquatici. Il resto della costa Alabamese (si dice così?) è nella baia di Mobile, un'enorme lago d'acqua salata, tranquillo ma dai colori completamente diversi. Noi abbiamo pernottato a Fairhope sulla costa opposta a Mobile, una tranquillissima cittadina nota per le sue ville prestigiose e i suoi negozi d'antiquariato (mobili e abbigliamento...!). Il ristorantino sul molo di Magnolia Beach (Yardarm Restaurant) è incantevole e cucina un'ottima frittura di pesce (continua).

Io e Francesca sul molo di Fairhope (AL).


26/07/07    Orange Beach e New Orleans.
Tanti auguri a nonna Anna, a zia Anna e a tutte le Anne (e Gioacchini) che ci conoscono. Siamo in piena stagione delle piogge. Mentre in Italia si "brucia" letteralmente dal caldo, qui sta piovendo spesso, sta cadendo tutta la pioggia che non è caduta in primavera. Siamo un po' preoccupati perché per questo fine settimana abbiamo organizzato una gita fuori porta un po' lontana. Abbiamo infatti prenotato un weekend ad Orange Beach e Gulf Shores, la spiaggia dell'Alabama sul Golfo del Messico a pochi chilometri da Pensacola (Florida) e da Mobile, la città costiera più importante dell'Alabama. La spiaggia più vicina a noi dista circa 600 km, una passeggiata. Domenica mattina, invece, visto che ci troveremo già sulla costa, vogliamo fare un "salto" a New Orleans in Louisiana. Vedremo se la città si è ripresa dopo il disastro causato dall'uragano Katrina. Un tempo New Orleans era una città fantastica, ovunque, tra le sue strade, si respirava la magica atmosfera del jazz, vedremo se la sua anima non è stata cancellata dalla furia del maltempo (e dall'incuria degli uomini). Comunque, anche se il tempo non sarà particolarmente bello, ci saranno senz'altro tante cose da vedere e qualche altra bandierina (e magnete) da collezionare (in Louisiana non ci siamo ancora stati). Ci rivediamo lunedì!

Nonna Anna con Francesca e la cuginetta Martina.


23/07/07    Noccioline.
Weekend trascorso all'insegna dei riallacci sociali. Sabato siamo stati in una steak house tipica americana. Ovunque ci sono barili e secchi pieni fino all'orlo di arachidi, le classiche noccioline americane. Tutti gli avventori sono autorizzati a mangiarne a volontà e gettare le bucce sul pavimento. A fine serata un tappeto uniforme di bucce di noccioline copre tutto il pavimento del locale. Molto rustico e anche la carne è ottima. Domenica invece siamo andati a festeggiare il primo compleanno della piccola Julia, una simpaticissima e voracissima bambina, sorella della piccola Claudia. Julia è nata, come Francesca, il 9 luglio ma, visto che si trovava in Italia in quel periodo, ha voluto festeggiare anche con gli amichetti americani. Ha un appetito incredibile, mangerebbe qualsiasi cosa si trova sul suo cammino. Guardarla divorare la torta è stato uno spasso indimenticabile. Oggi abbiamo comprato anche a Francesca il "nostro" regalo di compleanno: un'automobilina elettrica tutta rosa con i colori e i marchi di Barbie. La fatica più difficile è stato convincerla che la batteria dell'automobilina ha bisogno di almeno 18 ore per caricarsi, oltre al tempo necessario per montare tutti i pezzi, e che non era possibile andare in giardino e giocare appena tirata fuori dalla scatola. Una vera impresa.

Francesca urlatrice.


20/07/07    Pazienza.
Innanzitutto facciamo gli auguri a nonna Anna che un paio di giorni fa ha compiuto gli anni e a nonno Andrea che (sempre due giorni fa) ha subito un piccolo intervento ad un occhio. Come al solito (ormai siamo più che esperti) il fuso orario si fa ancora sentire. Gianna e Francesca ogni sera cominciano a sbadigliare già verso le 19.00 e la mattina alle 5.30 sono già sveglie e saltano come grilli per tutta la casa. Non è facile tornare alla solita routine, non tanto perché ci troviamo male qui, anzi, magari Huntsville fosse in Italia, piuttosto perché i ritmi sono decisamente più lenti. In Italia non facciamo altro che correre, rincorriamo gli eventi, anzi spesso ci facciamo travolgere dagli stessi. Alla fine di ogni soggiorno italiano abbiamo sempre dovuto rinunciare a qualcosa per mancanza di tempo. Qui, invece, abbiamo il tempo per programmare le cose con calma, con estrema calma, addirittura con una sonnolenza latente che ci impedisce persino di recuperare il Jet Lag velocemente. Francesca comincia a sentire la lontananza dall'Italia. Ormai ha capito che anche se casa nostra è qui in America, i suoi affetti non si limitano ai suoi genitori, ma da qualche altra parte c'è tanta gente che le vuole bene e lei lo sente e le manca molto. In questo periodo, inoltre, non c'è scuola e gli altri italiani sono ancora in vacanza, quindi per lei non si tratta del ritorno alla normalità, ma del perdurare di una situazione noiosa, di cui non comprende esattamente le cause. Dopo l'entusiasmo iniziale, la riscoperta dei vecchi giochi, ora la assale un'apatia poco simpatica. Anche il tempo non aiuta, mentre in Italia si boccheggia per il caldo, qui sta piovendo quasi tutti i giorni e non si può andare ai giardinetti. Comunque queste settimane passeranno in fretta. Per lei la scuola inizierà tra circa un mese e molto prima saranno rientrati tutti i suoi amichetti. Ci vuole soltanto un poco di pazienza.

Francesca e la sua amichetta Giulia.


17/07/07    Siamo rientrati in USA.
Eccoci qui di nuovo sul versante americano dell'Atlantico. Come sempre siamo molto provati, stanchi, con la testa fra le nuvole, colpa della differenza di fuso orario ma anche del viaggio lunghissimo. Come è andato questo mese in Italia? Senz'altro ci sono state tantissime novità. Le nostre giornate italiane sono sempre densissime di avvenimenti e di incontri, ma questa volta, forse più delle altre, le cose da raccontare sono tantissime: il matrimonio della nostra cugina Assunta, il compleanno di Francesca, la fine della schiavitù dei pannolini, i primi bagni di sole, l'acquisto dell'auto di Gianna, la comunicazione ufficiale del nostro rientro definitivo in Italia, il viaggio di ritorno come sempre stressantissimo (stavolta abbiamo anche perso la coincidenza da Cincinnati per Huntsville). Insomma le cose da raccontare sono tantissime e tante altre ce ne sarebbero (ma evitiamo, per non ledere la privacy di nostri parenti e conoscenti...). Una cosa che ci è rimasta impressa è il forte legame che si è instaurato tra Francesca e le sue due nonne. Si sentiva perfettamente a suo agio con le loro amorevoli coccole e le loro continue attenzioni. Noi le abbiamo lasciate fare. Una volta tanto abbiamo consentito che le nonne facessero le nonne e Francesca la loro nipotina viziata. A lei piaceva tantissimo stare sempre al centro dell'attenzione di amici e parenti, anche se ad un certo punto ha cominciato a dire che si era stufata di stare in giro e che voleva tornare a casa dai suoi giocattoli. Ora è eccitatissima a rivedere le sue cose, ma le nonne le sono rimaste scolpite nel cuore.

Francesca il giorno del suo terzo compleanno.


20/06/07    Dirittura di arrivo.
Tanti auguri a mio cugino Andrea, che finalmente incontrerò la prossima settimana dopo parecchi anni. Buon compleanno! Ormai ci siamo quasi, dopodomani, venerdì pomeriggio, spiccherò il volo e potrò riabbracciare la mia famiglia. Dopo giusto un mese, non vedo l'ora. Non so come fanno quelli che stanno separati dalle loro famiglie per anni interi, che non possono vedere crescere i loro figli, che non possono abbracciare le loro mogli. Non so se si tratta di una forma diversa di affetto, di abitudine o di autentica indifferenza, bah! Ieri sera ci siamo ritrovati in tre scapoli geografici, in una steak house, davanti ad una birra e a una bisteccona alta due dita. Abbiamo chiacchierato di lavoro, di interessi, di abitudini, ma ogni volta, istintivamente, i nostri discorsi tornavano sui nostri figli, sulle nostre famiglie. Siamo vuoti senza di loro e ce ne rendiamo conto. C'è chi manifesta di più questo disagio e chi fa buon viso a cattivo gioco, ma loro sono sempre al centro del nostro universo. Per quanto mi riguarda ho cercato in qualche modo di distrarre i miei pensieri durante questo mese. Ho fatto tante cose, non tutte quelle che mi ero prefissato, ma mi posso ritenere piuttosto soddisfatto. E' vero, quando sto da solo ho più tempo da dedicare ai miei hobby, ma non possono essere quelli il senso di una intera vita. Una piccola soddisfazione me la sono presa. Continuo a collaborare con il sito www.cittadiariano.it e, in occasione delle manifestazioni contro la riapertura della discarica di cui ho già accennato qualche giorno fa, ho scritto un articolo, che è stato pubblicato, in cui ho fatto un riepilogo di quasi venti anni di storia legata a quella faccenda. L'articolo è piaciuto ed ho ricevuto molte manifestazioni di stima, non solo dagli amici (quello era preventivabile) ma anche da perfetti sconosciuti, tanto che è stato pubblicato anche su altri siti, giornalistici (come CasertaNews) e culturali (come CulturaAriano.it). Per uno, come me, che non ha mai fatto né lo scrittore né il giornalista, è una bella soddisfazione.

Francesca in trepida attesa.


17/06/07    Coerenza.
Tanti auguri a zio Salvatore! Il nostro percorso indietro nel tempo è arrivato da dove è partito, il 9 gennaio 2005. In quella data ho salutato Francesca e Gianna ed ho cominciato l'avventura americana. Francesca aveva solo 6 mesi e non capiva ancora cosa l'avrebbe attesa. Lei non capiva, e neanche io comprendevo a pieno, cosa fosse la lontananza e quanto avrebbero pesato quei due mesi di solitudine forzata. Ora, in questo periodo, sto rivivendo quella lontananza in un modo forse anche più sofferto. Oramai mi sono abituato alla presenza di Gianna e Francesca nella mia vita. Soprattutto Francesca, ogni giorno, ogni ora (o quasi) è sempre presente nelle mie azioni, nei miei pensieri, quando c'è, e manca tremendamente quando non c'è. Questa volta, inoltre, anche lei sta soffrendo molto. Mi cerca sempre, non concepisce il perché di questa distanza prolungata nel tempo, oltre che nello spazio. Ogni volta che vede altri bambini con i papà si rattristisce e si pone delle domande. E' iniziata la stagione dei "perché". E' cresciuta ormai, non si fa più prendere in giro. Se gli diciamo domani, per lei è domani. Sta diventando una persona razionale che non accetta incoerenze. Speriamo, per lei, di essere sempre all'altezza della situazione, di poterle sempre dare risposte sensate. A proposito di coerenza, cambio discorso ed esprimo tutta la mia solidarietà alla popolazione di Ariano Irpino che in questi giorni deve subire un autentico linciaggio mediatico, soltanto per avere ancora una volta detto NO alla riapertura della sua maledetta discarica (che ha avvelenato un'intera città per più di dieci anni ed è ancora sottoposta a sequestro da parte della magistratura per gravi crimini ambientali). Non è questo il modo per risolvere il grave problema dell'emergenza rifiuti in Campania.

Francesca prima di partire per gli USA.


15/06/07    La prima pappa.
Oggi non è il compleanno di nessuno, per quanto ne sappia, allora faccio tanti auguri agli Artiglieri, visto che è la loro festa. Stasera ho partecipato anche al Retirement Party (festa di pensionamento, se si può dire in italiano... me lo sto dimenticando) del nostro generale. E' stata una serata noiosissima, almeno per noi stranieri. Gli americani per certe cose sono completamente diversi da noi. Le loro formalità durano pochi secondi, poi si sbracano e cadono nel ridicolo. Sull'invito c'era scritto "business casual dress" che potrebbe voler dire giacca e cravatta non scuro. Invece il festeggiato si è presentato in jeans, con camicia ricavata da una bandiera americano-texana e un cappello da cow boy. Loro ridono sempre, per qualsiasi cosa, basta che uno sale sul palco e fa un sospiro e tutti si spezzano in due dalle risate... bah! E poi, rispetto a noi hanno altre priorità. Su 4 ore e mezza (la cena doveva iniziare alle 18.00) il tempo passato a mangiare sarà stato non più lungo di 20-30 minuti compresa la lunga coda al buffet, tutto il resto discorsi, chiacchiere e battute che capivano solo loro. La cena: per la bellezza di 30 dollari (bibite escluse) tutto a spese degli invitati (che hanno messo pure altri 10 dollari per il regalo) c'era a disposizione un antipasto composto da patatine messicane con salsa piccante e una insalatina coperta da una salsa composta da maionese e chissà quanti altri ingredienti indecifrabili. Naturalmente il primo non c'era, mentre il secondo era un mix di 3 assaggi di carne diversa, altra insalata con salsa immangiabile, una pannocchia di mais, fagioli texani e pane duro col burro. Da bere gratis solo tè freddo senza zucchero. Il dolce poi era costituito dai soliti biscotti al cioccolato e una crostata di lamponi sparita subito. Tutto per trecento persone compreso il sindaco. No comment. Parliamo d'altro. La foto di oggi è stata scattata l'8 dicembre 2004. Il giorno dopo avrebbe compiuto 5 mesi e Francesca per la prima volta assaggiò qualcosa che non era la solita formula di latte alla soia. Dopo le prime facce un po' stupite, apprezzò subito il nuovo sapore. Per la cronaca si trattava di: crema di riso, mais e tapioca, con brodo vegetale di zucchina, patata e carota, arricchito da omogeneizzato di agnello e una goccia di olio extra vergine d'oliva... altro che la cena del generale!

Francesca e la prima pappa.


13/06/07    Sant'Antonio e San Padre Pio.
Buon onomastico a tutti gli Antonio che ci conoscono ed in particolare, naturalmente, al mio papà e al fratello di Gianna. Il nostro album dei ricordi non finisce più. Siamo arrivati al 30 ottobre 2004, il giorno in cui Francesca è entrata ufficialmente nella Comunità Cristiana mediante il battesimo. Per diverse vicissitudini, non solo legate alla sua rocambolesca, ma benedetta nascita, avevamo deciso che questo evento importantissimo per la vita di Francesca si dovesse svolgere in un luogo particolare, un luogo santo, o meglio, l'ambiente dove un grande Santo, il protettore di Francesca da cui lei aveva preso il nome, aveva vissuto e fatto tanto bene: San Giovanni Rotondo. Così Francesca è stata battezzata nella stessa cappella in cui San Padre Pio era solito battezzare i bambini, seguendo quelle che erano le sue particolarissime cerimonie. Era bellissima in quel suo vestitino bianco, tranquilla, silenziosa, quasi giudiziosa. C'erano anche altri bambini a condividere la stessa cerimonia, ma per noi c'erano solo occhi per lei. E' stata anche quella una grandissima emozione, la consacrazione di un prodigio, la testimonianza che la Grazia di Dio poteva vincere qualsiasi ostacolo. A quanto pare, dove passa Francesca, passa la benedizione divina: Patrizia, sorella di Gianna e madrina di Francesca, dopo 18 mesi da quel giorno è diventata anche lei mamma, di una bellissima bambina di nome Martina... ma questa è un'altra storia.

Francesca il giorno del battesimo.


11/06/07    Michele, ben arrivato!
Questi racconti su primi mesi di Francesca hanno portato bene ad una coppia di nostri amici, Rino e Annalisa (quelli che erano sposati a settembre), che oggi sono diventati genitori di un bel bambino di nome Michele. Tantissimi auguri a loro e soprattutto ad Oriana e a Michele che per la prima volta nella loro vita hanno potuto provare la grande emozione di sentirsi "nonni". Neanche a dirlo, la prima trasferta di Francesca fu proprio a Cerignola, il 19 settembre. Era ancora piccolissima, ma c'era tantissima voglia di presentarla ai nonni, agli zii, ai cuginetti. E l'accoglienza fu proprio alla grande, addirittura si spararono i fuochi d'artificio e zio Nico preparò una bella (e buonissima) torta con un disegno di Titti e un palloncino con la scritta "Benvenuta Francesca". Da quel giorno Francesca non ha più smesso di viaggiare, ha avuto poca possibilità di vedere e godersi i parenti (soprattutto nonni e cuginetti), anche se li conosce e riconosce tutti molto bene. Siamo riusciti nell'impresa di tenere sempre aperto il ponte con la nostra terra, anche se abbiamo vissuto quasi tre anni a migliaia di chilometri di distanza. In questi giorni sta recuperando un po', anche se le costa il sacrificio di non poter stare vicino a me, pazienza, recupereremo, non si può avere tutto.

Francesca un mese dopo il suo arrivo a casa.


10/06/07    Libera!
I miei ricordi continuano. Naturalmente il giorno più bello fu quando ci dissero che potevamo portarcela a casa. Il 23 agosto, dopo 45 giorni di trepidante attesa, Francesca, e noi con lei, era finalmente libera! Sono emozioni indescrivibili. E' come se fosse nata per la seconda volta, però questa volta era tutto bellissimo, come era sempre stato nei nostri sogni. Quei 45 giorni erano durati un'infinità. Le giornate intere passate lungo i corridoi di quell'ospedale a guardare le donne che arrivavano col pancione, la loro agitazione, quelle dei mariti, delle nonne, e poi vedere i bambini che, pochi minuti dopo la nascita, erano gia' tra le braccia delle loro mamme, esauste ma felici. Poi le processioni dei parenti, degli amici, con enormi mazzi di fiori e regali di ogni tipo, tutti ad ammirare vocianti quei gioielli piagnucolanti attraverso il vetro del nido. Alla fine, dopo pochi giorni, arrivava per tutti il momento tanto atteso: il papà che arrivava con la carrozzina appena comprata, fresca e profumata, e pieno d'orgoglio, anche se goffo e un po' impacciato, portava il resto della sua famigliola finalmente a casa. Nel frattempo altre storie, piccoli drammi, si avvicendavano nelle stanze vicine, quelle della terapia intensiva neonatale, vicende più tristi e sofferte ma quasi sempre, malgrado tutto e grazie a Dio, a buon fine. Così ce l'abbiamo fatta anche noi, ed ecco il nostro motivo d'orgoglio quotidiano, una bambina bellissima e intelligente, vivace e sensibile, simpatica e generosa. Cento (arrabbiature) ci fa venire e altrettante ce le fa passare, è sufficiente che ci regali uno dei suoi smaglianti sorrisi, o faccia una delle sue battute tanto apparentemente ingenue quanto già così maliziose...

Francesca finalmente fuori (da come è vestita non sembra il 23 agosto, eh?).


07/06/07    Il primo vestitino.
Mese di compleanni questo di giugno. Oggi è il turno del cugino di Gianna, Pino di Milano, tantissimi auguri! Il nostro racconto sui primi giorni del nostro ciclone chiamato Francesca, continua. Come dicono gli americani, "step by step", passo dopo passo, ogni giorno ottenevamo una nuova conquista, un nuovo risultato. Finché il 14 agosto arrivò il giorno tanto sospirato in cui Francesca poté staccare la spina e dire addio a quel brutto contenitore trasparente e ai bip noiosi dei macchinari delle incubatrici vicine. Finalmente poteva dormire in una culla come tutti i bambini del mondo. Com'era buffa in quel pigiamino! Era la taglia più piccola disponibile, la zero, eppure le andava enorme, siamo stati costretti ad arrotolare le maniche per fare uscire quelle manine minuscole! Come se avesse sentito la novità e si fosse rilassata dopo tanto stress, dormì per tre giorni consecutivi. Nella gabbia di vetro era sempre agitata, si muoveva sempre, gattonava..., nel suo lettino, invece, fu subito calma e serena, con quel sorriso sornione nel sonno che la diceva lunga sulla sua (e nostra) soddisfazione. Un altro passo verso la libertà era stato raggiunto, dovevamo soltanto aspettare che arrivasse al peso giusto, come un pugile che deve affrontare un incontro speciale, per portarcela finalmente a casa. Da allora Gianna, come e anche peggio di tutte le mamme, ha soltanto un pensiero fisso: deve mangiare, deve ingrassare! Meno male che Francesca è una buona forchetta e che tuttavia non assimila molto quello che mangia, altrimenti a quest'ora sarebbe gonfia come un pallone!

Francesca indossa il suo primo vestitino.


05/06/07    La marsupio-terapia.
Anche oggi c'è da festeggiare un compleanno, questa volta è il turno della nostra cugina acquisita Carmen. Auguri! Alla terza pagina del nostro ipotetico album dei ricordi, finalmente appare Francesca non più protetta del plexiglass dell'incubatrice. Quei giorni furono molto densi di emozioni per noi. Ogni piccola conquista, anche la più insignificante, era per noi un passo decisivo verso la normalità, verso la direzione giusta. Fu una felicità infinita il primo giorno in cui le infermiere concessero a Gianna di aprire l'incubatrice e prendere per la prima volta Francesca tra le sue braccia. Fu soltanto per pochi minuti, impacciati, alle prese con la coperta che scivolava, attenti a non farle prendere freddo, ma per noi fu la coronazione di un sogno finalmente realizzato. Per la prima volta non era un esserino indifeso, coperto soltanto da un pannolino troppo grande, da osservare dietro ad un vetro come fosse un pesciolino nell'acquario. Era una bambina come tutte le altre, forse ancora troppo piccola, ma che respirava, gemeva, emanava calore, ispirava una tenerezza estrema. Da quel giorno cominciò la marsupio-terapia, una tecnica che consente ai bambini prematuri di sentire, per qualche minuto al giorno, il calore del seno della mamma, anche se non può allattare. A Francesca piaceva molto quel contatto, quel calore, quel profumo della pelle della mamma, anche se, dopo pochi minuti, cominciava a piangere, evidentemente quella pratica le aumentava l'appetito! Chi non ha passato questa forte esperienza non può capire cosa significa per noi e non la auguriamo a nessuno. Noi siamo stati fortunati, la nostra storia è stata a lieto fine, ma le sensazioni provate in quei giorni non le dimenticheremo mai, ci accompagneranno e ci terranno ancora più legati tra noi, per tutta la vita.

Francesca comicia ad uscire dal suo nido di vetro.


03/06/07    Ancora ricordi.
Un grande saluto e tanti auguri di buon compleanno a due nostri cugini, Giuseppe che ha festeggiato l'altro ieri e Assunta che ha iniziato giugno alla grande, per lei sarà un mese pieno di novità. Continuiamo a sfogliare l'album dei ricordi. Un'altra foto memorabile che rimarrà sempre scolpita nei nostri cuori, malgrado sia sfocata e piena di riflessi del vetro dell'incubatrice, è quella in cui sono riuscito ad immortalare il primo sorriso di Francesca. Fu il giorno in cui per la prima volta vide o sentì la presenza della sua mamma e per lei fu istintivo e naturale, al suono della sua dolce voce, voltarsi verso di Gianna ed accennarle un meraviglioso sorriso. Tutte le nostre pene degli ultimi dieci giorni scomparvero all'improvviso e rimasero soltanto una gioia immensa e l'ossessionante desiderio di portarcela a casa per stare finalmente tutti e tre insieme. Spesso mi è capitato di pensare che in fondo la nostra permanenza (o esilio) in America è stato come un premio per quella nostra sofferenza patita all'inizio. Abbiamo dovuto aspettare 45 giorni per abbracciarla, ma poi la Provvidenza ci ha consentito di non separarci più da lei per tutti i suoi primi tre anni. Chi la conosce oggi e vede queste foto stenta a riconoscerla e anche noi facciamo molta fatica ad associare quello scricciolo sotto vetro con il ciclone che ogni giorno riempie la nostra casa. Eppure è sempre lei ed anche a lei piace molto rivedersi.

Il primo sorriso di Francesca.


01/06/07    Ricordi.
Evidentemente la lunga solitudine di questi giorni comincia a fare i suoi effetti. Sto rimettendo ordine nelle migliaia di foto digitali che ho scattato negli ultimi anni e naturalmente quel ciclone di Francesca è sempre presente. Allora ho deciso che in questi giorni, in attesa che lei compia il suo terzo compleanno, può far piacere sfogliare insieme l'album dei ricordi. La prima foto è senz'altro quella che resterà per sempre nella storia del nostro nucleo familiare. La prima poppata, la prima volta che per qualche istante abbiamo stabilito un contatto fisico, io e lei. Era minuscola, basta confrontare il suo faccino, le sue manine, con le mie dita. Anche il biberon, che sembra enorme, in realtà era quello minuscolo che di solito si usa per allattare i gattini trovatelli. Quel giorno fu una grande emozione per me. Rimanevo in bilico, tra le notizie confortanti sulla salute della bambina, che però non potevo abbracciare, non potevo stringere forte vicino al mio cuore, e le notizie tristi e desolanti che arrivavano dalla terapia intensiva dove una strana e crudele decisione del destino teneva Gianna lontana da me, da noi due. Quel giorno ho imparato tante cose. Prima fra tutte l'importanza della Fede, quella che non ci fa disperare mai, anche nei confronti delle situazioni più difficili da comprendere. Poi ho appreso all'improvviso, a nostre spese, quanto importanti, quanto siano fondamentali la vita e l'amore per la vita stessa. Francesca, già dal suo primo giorno di vita, mi ha insegnato a combattere, mi ha fatto capire che vale sempre la pena tirar fuori i denti. Con la determinazione, con la grinta, si può ottenere qualsiasi cosa. E grazie a lei e grazie a Gianna da quel giorno ho ritrovato il significato di tante cose, anche delle più semplici, come quello di un sorriso, di cui avevo completamente dimenticato l'esistenza.

11 luglio 2004: La prima poppata di Francesca (2 giorno di vita).


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