31/07/07
Orange Beach e New Orleans (il ritorno - parte seconda).
Il
secondo giorno del nostro ricco weekend lo abbiamo dedicato a
New Orleans. Da Mobile, si attraversa la costa del Mississippi
e dopo un ponte lunghissimo (il Twin Span di quasi 9 km danneggiato
da Katrina e in via di ricostruzione) si arriva nel cuore della
città più importante della Louisiana, capitale mondiale
della musica Jazz. La prima impressione arrivando a New Orleans,
dopo due anni dalla sciagura di Katrina, è quella a cui
siamo abituati guardando le rovine di molte nostre città
periodicamente sconvolte da disastri naturali come il terromoto.
Ovunque, soprattutto in periferia, si scorgono tetti divelti,
insegne crollate, attività commerciali in abbandono. A
distanza di due anni ci si rende conto di quale danno economico
(al di là delle vittime umane) abbia subito questa città.
Il centro invece sembra quasi completamente recuperato. Il quartiere
Francese, simbolo della città, con i suoi locali trasgressivi
e alternativi, e le note di musica jazz ad altissimo volume che
inebriano le orecchie dei numerosi turisti, è come ce lo
aspettavamo. Naturalmente lo abbiamo visto di giorno, quando le
attività artistiche sono ancora in quieto letargo per risvegliarsi
e stupire tutti gli avventori nelle ore notturne. Come Memphis
e Nashville, New Orleans deve essere vista di notte, ma la presenza
di una bambina ce lo ha sconsigliato. Una città veramente
caratteristica, dove è forte il contrasto tra i grattacieli
modernissimi di downtown e le abitazioni in legno lavorato, decorato
e coloratissimo della famosa Bourbon Street. Un'altra bella esperienza
turistica da conservare nel nostro album dei ricordi.
Gianna e Francesca nel tempio del Jazz: New Orleans.
30/07/07
Orange Beach e New Orleans (il ritorno).
Siamo
tornati! Ormai la nostra vita è costellata, scandita, da
partenze e ritorni. Cosa dire di quest'ultimo viaggio? Veramente
stancante. Soltanto l'enorme pazienza nostra e soprattutto di
Francesca ha permesso che fosse tutto piacevole. Siamo stati sul
Golfo del Messico. Abbiamo potuto fare un bel bagno nelle sue
caldissime acque e abbiamo potuto ammirare una sabbia incredibilmente
bianca: zucchero a velo. E come lo zucchero, quando era bagnata
sembrava quella glassa che gustiamo sui dolci al limone. Deliziosa.
L'Alabama non ha una costa molto estesa ma, quel poco che ha,
la tiene molto bene, curata, pulita, elegante. Esattamente il
contrario della vicina Florida che invece di coste ne ha tantissime
ed evidentemente non tiene in modo particolare a quella di Pensacola.
Migliore è quella di Perdido Key con grandi alberghi e
strutture residenziali in forte sviluppo. La costa dell'Alabama,
sul Golfo del Messico, invece consiste essenzialmente nelle spiagge
di Gulf Shores e Orange Beach (che a dispetto del nome è
bianchissima). Ottimi posti dove spendere qualche giorno in assoluto
relax, con sole e mare, ma anche molto favorevoli al turismo con
numerosi parchi acquatici. Il resto della costa Alabamese (si
dice così?) è nella baia di Mobile, un'enorme lago
d'acqua salata, tranquillo ma dai colori completamente diversi.
Noi abbiamo pernottato a Fairhope sulla costa opposta a Mobile,
una tranquillissima cittadina nota per le sue ville prestigiose
e i suoi negozi d'antiquariato (mobili e abbigliamento...!). Il
ristorantino sul molo di Magnolia Beach (Yardarm Restaurant) è
incantevole e cucina un'ottima frittura di pesce (continua).
Io e Francesca sul molo di Fairhope (AL).
26/07/07
Orange Beach e New Orleans.
Tanti
auguri a nonna Anna, a zia Anna e a tutte le Anne (e Gioacchini)
che ci conoscono. Siamo in piena stagione delle piogge. Mentre
in Italia si "brucia" letteralmente dal caldo, qui sta
piovendo spesso, sta cadendo tutta la pioggia che non è
caduta in primavera. Siamo un po' preoccupati perché per
questo fine settimana abbiamo organizzato una gita fuori porta
un po' lontana. Abbiamo infatti prenotato un weekend ad Orange
Beach e Gulf Shores, la spiaggia dell'Alabama sul Golfo del Messico
a pochi chilometri da Pensacola (Florida) e da Mobile, la città
costiera più importante dell'Alabama. La spiaggia più
vicina a noi dista circa 600 km, una passeggiata. Domenica mattina,
invece, visto che ci troveremo già sulla costa, vogliamo
fare un "salto" a New Orleans in Louisiana. Vedremo
se la città si è ripresa dopo il disastro causato
dall'uragano Katrina. Un tempo New Orleans era una città
fantastica, ovunque, tra le sue strade, si respirava la magica
atmosfera del jazz, vedremo se la sua anima non è stata
cancellata dalla furia del maltempo (e dall'incuria degli uomini).
Comunque, anche se il tempo non sarà particolarmente bello,
ci saranno senz'altro tante cose da vedere e qualche altra bandierina
(e magnete) da collezionare (in Louisiana non ci siamo ancora
stati). Ci rivediamo lunedì!
Nonna Anna con Francesca e la cuginetta Martina.
Weekend
trascorso all'insegna dei riallacci sociali. Sabato siamo stati
in una steak house tipica americana. Ovunque ci sono barili e
secchi pieni fino all'orlo di arachidi, le classiche noccioline
americane. Tutti gli avventori sono autorizzati a mangiarne a
volontà e gettare le bucce sul pavimento. A fine serata
un tappeto uniforme di bucce di noccioline copre tutto il pavimento
del locale. Molto rustico e anche la carne è ottima. Domenica
invece siamo andati a festeggiare il primo compleanno della piccola
Julia, una simpaticissima e voracissima bambina, sorella della
piccola Claudia. Julia è nata, come Francesca, il 9 luglio
ma, visto che si trovava in Italia in quel periodo, ha voluto
festeggiare anche con gli amichetti americani. Ha un appetito
incredibile, mangerebbe qualsiasi cosa si trova sul suo cammino.
Guardarla divorare la torta è stato uno spasso indimenticabile.
Oggi abbiamo comprato anche a Francesca il "nostro"
regalo di compleanno: un'automobilina elettrica tutta rosa con
i colori e i marchi di Barbie. La fatica più difficile
è stato convincerla che la batteria dell'automobilina ha
bisogno di almeno 18 ore per caricarsi, oltre al tempo necessario
per montare tutti i pezzi, e che non era possibile andare in giardino
e giocare appena tirata fuori dalla scatola. Una vera impresa.
Francesca urlatrice.
Innanzitutto
facciamo gli auguri a nonna Anna che un paio di giorni fa ha compiuto
gli anni e a nonno Andrea che (sempre due giorni fa) ha subito
un piccolo intervento ad un occhio. Come al solito (ormai siamo
più che esperti) il fuso orario si fa ancora sentire. Gianna
e Francesca ogni sera cominciano a sbadigliare già verso
le 19.00 e la mattina alle 5.30 sono già sveglie e saltano
come grilli per tutta la casa. Non è facile tornare alla
solita routine, non tanto perché ci troviamo male qui,
anzi, magari Huntsville fosse in Italia, piuttosto perché
i ritmi sono decisamente più lenti. In Italia non facciamo
altro che correre, rincorriamo gli eventi, anzi spesso ci facciamo
travolgere dagli stessi. Alla fine di ogni soggiorno italiano
abbiamo sempre dovuto rinunciare a qualcosa per mancanza di tempo.
Qui, invece, abbiamo il tempo per programmare le cose con calma,
con estrema calma, addirittura con una sonnolenza latente che
ci impedisce persino di recuperare il Jet Lag velocemente. Francesca
comincia a sentire la lontananza dall'Italia. Ormai ha capito
che anche se casa nostra è qui in America, i suoi affetti
non si limitano ai suoi genitori, ma da qualche altra parte c'è
tanta gente che le vuole bene e lei lo sente e le manca molto.
In questo periodo, inoltre, non c'è scuola e gli altri
italiani sono ancora in vacanza, quindi per lei non si tratta
del ritorno alla normalità, ma del perdurare di una situazione
noiosa, di cui non comprende esattamente le cause. Dopo l'entusiasmo
iniziale, la riscoperta dei vecchi giochi, ora la assale un'apatia
poco simpatica. Anche il tempo non aiuta, mentre in Italia si
boccheggia per il caldo, qui sta piovendo quasi tutti i giorni
e non si può andare ai giardinetti. Comunque queste settimane
passeranno in fretta. Per lei la scuola inizierà tra circa
un mese e molto prima saranno rientrati tutti i suoi amichetti.
Ci vuole soltanto un poco di pazienza.
Francesca e la sua amichetta Giulia.
17/07/07
Siamo rientrati in USA.
Eccoci
qui di nuovo sul versante americano dell'Atlantico. Come sempre
siamo molto provati, stanchi, con la testa fra le nuvole, colpa
della differenza di fuso orario ma anche del viaggio lunghissimo.
Come è andato questo mese in Italia? Senz'altro ci sono
state tantissime novità. Le nostre giornate italiane sono
sempre densissime di avvenimenti e di incontri, ma questa volta,
forse più delle altre, le cose da raccontare sono tantissime:
il matrimonio della nostra cugina Assunta, il compleanno di Francesca,
la fine della schiavitù dei pannolini, i primi bagni di
sole, l'acquisto dell'auto di Gianna, la comunicazione ufficiale
del nostro rientro definitivo in Italia, il viaggio di ritorno
come sempre stressantissimo (stavolta abbiamo anche perso la coincidenza
da Cincinnati per Huntsville). Insomma le cose da raccontare sono
tantissime e tante altre ce ne sarebbero (ma evitiamo, per non
ledere la privacy di nostri parenti e conoscenti...). Una cosa
che ci è rimasta impressa è il forte legame che
si è instaurato tra Francesca e le sue due nonne. Si sentiva
perfettamente a suo agio con le loro amorevoli coccole e le loro
continue attenzioni. Noi le abbiamo lasciate fare. Una volta tanto
abbiamo consentito che le nonne facessero le nonne e Francesca
la loro nipotina viziata. A lei piaceva tantissimo stare sempre
al centro dell'attenzione di amici e parenti, anche se ad un certo
punto ha cominciato a dire che si era stufata di stare in giro
e che voleva tornare a casa dai suoi giocattoli. Ora è
eccitatissima a rivedere le sue cose, ma le nonne le sono rimaste
scolpite nel cuore.
Francesca il giorno del suo terzo compleanno.
20/06/07
Dirittura di arrivo.
Tanti
auguri a mio cugino Andrea, che finalmente incontrerò la
prossima settimana dopo parecchi anni. Buon compleanno! Ormai
ci siamo quasi, dopodomani, venerdì pomeriggio, spiccherò
il volo e potrò riabbracciare la mia famiglia. Dopo giusto
un mese, non vedo l'ora. Non so come fanno quelli che stanno separati
dalle loro famiglie per anni interi, che non possono vedere crescere
i loro figli, che non possono abbracciare le loro mogli. Non so
se si tratta di una forma diversa di affetto, di abitudine o di
autentica indifferenza, bah! Ieri sera ci siamo ritrovati in tre
scapoli geografici, in una steak house, davanti ad una birra e
a una bisteccona alta due dita. Abbiamo chiacchierato di lavoro,
di interessi, di abitudini, ma ogni volta, istintivamente, i nostri
discorsi tornavano sui nostri figli, sulle nostre famiglie. Siamo
vuoti senza di loro e ce ne rendiamo conto. C'è chi manifesta
di più questo disagio e chi fa buon viso a cattivo gioco,
ma loro sono sempre al centro del nostro universo. Per quanto
mi riguarda ho cercato in qualche modo di distrarre i miei pensieri
durante questo mese. Ho fatto tante cose, non tutte quelle che
mi ero prefissato, ma mi posso ritenere piuttosto soddisfatto.
E' vero, quando sto da solo ho più tempo da dedicare ai
miei hobby, ma non possono essere quelli il senso di una intera
vita. Una piccola soddisfazione me la sono presa. Continuo a collaborare
con il sito www.cittadiariano.it
e, in occasione delle manifestazioni contro la riapertura della
discarica di cui ho già accennato qualche giorno fa, ho
scritto un articolo, che è stato pubblicato, in cui ho
fatto un riepilogo di quasi venti anni di storia legata a quella
faccenda. L'articolo è piaciuto ed ho ricevuto molte manifestazioni
di stima, non solo dagli amici (quello era preventivabile) ma
anche da perfetti sconosciuti, tanto che è stato pubblicato
anche su altri siti, giornalistici (come CasertaNews)
e culturali (come CulturaAriano.it).
Per uno, come me, che non ha mai fatto né lo scrittore
né il giornalista, è una bella soddisfazione.
Francesca in trepida attesa.
Tanti
auguri a zio Salvatore! Il nostro percorso indietro nel tempo
è arrivato da dove è partito, il 9 gennaio 2005.
In quella data ho salutato Francesca e Gianna ed ho cominciato
l'avventura americana. Francesca aveva solo 6 mesi e non capiva
ancora cosa l'avrebbe attesa. Lei non capiva, e neanche io comprendevo
a pieno, cosa fosse la lontananza e quanto avrebbero pesato quei
due mesi di solitudine forzata. Ora, in questo periodo, sto rivivendo
quella lontananza in un modo forse anche più sofferto.
Oramai mi sono abituato alla presenza di Gianna e Francesca nella
mia vita. Soprattutto Francesca, ogni giorno, ogni ora (o quasi)
è sempre presente nelle mie azioni, nei miei pensieri,
quando c'è, e manca tremendamente quando non c'è.
Questa volta, inoltre, anche lei sta soffrendo molto. Mi cerca
sempre, non concepisce il perché di questa distanza prolungata
nel tempo, oltre che nello spazio. Ogni volta che vede altri bambini
con i papà si rattristisce e si pone delle domande. E'
iniziata la stagione dei "perché". E' cresciuta
ormai, non si fa più prendere in giro. Se gli diciamo domani,
per lei è domani. Sta diventando una persona razionale
che non accetta incoerenze. Speriamo, per lei, di essere sempre
all'altezza della situazione, di poterle sempre dare risposte
sensate. A proposito di coerenza, cambio discorso ed esprimo tutta
la mia solidarietà alla popolazione di Ariano
Irpino che in questi giorni deve subire un autentico linciaggio
mediatico, soltanto per avere ancora una volta detto NO alla riapertura
della sua maledetta discarica (che ha avvelenato un'intera città
per più di dieci anni ed è ancora sottoposta a sequestro
da parte della magistratura per gravi crimini ambientali). Non
è questo il modo per risolvere il grave problema dell'emergenza
rifiuti in Campania.
Francesca prima di partire per gli USA.
Oggi
non è il compleanno di nessuno, per quanto ne sappia, allora
faccio tanti auguri agli Artiglieri, visto che è la loro
festa. Stasera ho partecipato anche al Retirement Party (festa
di pensionamento, se si può dire in italiano... me lo sto
dimenticando) del nostro generale. E' stata una serata noiosissima,
almeno per noi stranieri. Gli americani per certe cose sono completamente
diversi da noi. Le loro formalità durano pochi secondi,
poi si sbracano e cadono nel ridicolo. Sull'invito c'era scritto
"business casual dress" che potrebbe voler dire giacca
e cravatta non scuro. Invece il festeggiato si è presentato
in jeans, con camicia ricavata da una bandiera americano-texana
e un cappello da cow boy. Loro ridono sempre, per qualsiasi cosa,
basta che uno sale sul palco e fa un sospiro e tutti si spezzano
in due dalle risate... bah! E poi, rispetto a noi hanno altre
priorità. Su 4 ore e mezza (la cena doveva iniziare alle
18.00) il tempo passato a mangiare sarà stato non più
lungo di 20-30 minuti compresa la lunga coda al buffet, tutto
il resto discorsi, chiacchiere e battute che capivano solo loro.
La cena: per la bellezza di 30 dollari (bibite escluse) tutto
a spese degli invitati (che hanno messo pure altri 10 dollari
per il regalo) c'era a disposizione un antipasto composto da patatine
messicane con salsa piccante e una insalatina coperta da una salsa
composta da maionese e chissà quanti altri ingredienti
indecifrabili. Naturalmente il primo non c'era, mentre il secondo
era un mix di 3 assaggi di carne diversa, altra insalata con salsa
immangiabile, una pannocchia di mais, fagioli texani e pane duro
col burro. Da bere gratis solo tè freddo senza zucchero.
Il dolce poi era costituito dai soliti biscotti al cioccolato
e una crostata di lamponi sparita subito. Tutto per trecento persone
compreso il sindaco. No comment. Parliamo d'altro. La foto di
oggi è stata scattata l'8 dicembre 2004. Il giorno dopo
avrebbe compiuto 5 mesi e Francesca per la prima volta assaggiò
qualcosa che non era la solita formula di latte alla soia. Dopo
le prime facce un po' stupite, apprezzò subito il nuovo
sapore. Per la cronaca si trattava di: crema di riso, mais e tapioca,
con brodo vegetale di zucchina, patata e carota, arricchito da
omogeneizzato di agnello e una goccia di olio extra vergine d'oliva...
altro che la cena del generale!
Francesca e la prima pappa.
13/06/07
Sant'Antonio e San Padre Pio.
Buon
onomastico a tutti gli Antonio che ci conoscono ed in particolare,
naturalmente, al mio papà e al fratello di Gianna. Il nostro
album dei ricordi non finisce più. Siamo arrivati al 30
ottobre 2004, il giorno in cui Francesca è entrata ufficialmente
nella Comunità Cristiana mediante il battesimo. Per diverse
vicissitudini, non solo legate alla sua rocambolesca, ma benedetta
nascita, avevamo deciso che questo evento importantissimo per
la vita di Francesca si dovesse svolgere in un luogo particolare,
un luogo santo, o meglio, l'ambiente dove un grande Santo, il
protettore di Francesca da cui lei aveva preso il nome, aveva
vissuto e fatto tanto bene: San Giovanni Rotondo. Così
Francesca è stata battezzata nella stessa cappella in cui
San Padre Pio era solito battezzare i bambini, seguendo quelle
che erano le sue particolarissime cerimonie. Era bellissima in
quel suo vestitino bianco, tranquilla, silenziosa, quasi giudiziosa.
C'erano anche altri bambini a condividere la stessa cerimonia,
ma per noi c'erano solo occhi per lei. E' stata anche quella una
grandissima emozione, la consacrazione di un prodigio, la testimonianza
che la Grazia di Dio poteva vincere qualsiasi ostacolo. A quanto
pare, dove passa Francesca, passa la benedizione divina: Patrizia,
sorella di Gianna e madrina di Francesca, dopo 18 mesi da quel
giorno è diventata anche lei mamma, di una bellissima bambina
di nome Martina... ma questa è un'altra storia.
Francesca il giorno del battesimo.
11/06/07
Michele, ben arrivato!
Questi
racconti su primi mesi di Francesca hanno portato bene ad una
coppia di nostri amici, Rino e Annalisa (quelli che erano sposati
a settembre), che oggi sono
diventati genitori di un bel bambino di nome Michele. Tantissimi
auguri a loro e soprattutto ad Oriana e a Michele che per la prima
volta nella loro vita hanno potuto provare la grande emozione
di sentirsi "nonni". Neanche a dirlo, la prima trasferta
di Francesca fu proprio a Cerignola, il 19 settembre. Era ancora
piccolissima, ma c'era tantissima voglia di presentarla ai nonni,
agli zii, ai cuginetti. E l'accoglienza fu proprio alla grande,
addirittura si spararono i fuochi d'artificio e zio Nico preparò
una bella (e buonissima) torta con un disegno di Titti e un palloncino
con la scritta "Benvenuta Francesca". Da quel giorno
Francesca non ha più smesso di viaggiare, ha avuto poca
possibilità di vedere e godersi i parenti (soprattutto
nonni e cuginetti), anche se li conosce e riconosce tutti molto
bene. Siamo riusciti nell'impresa di tenere sempre aperto il ponte
con la nostra terra, anche se abbiamo vissuto quasi tre anni a
migliaia di chilometri di distanza. In questi giorni sta recuperando
un po', anche se le costa il sacrificio di non poter stare vicino
a me, pazienza, recupereremo, non si può avere tutto.
Francesca un mese dopo il suo arrivo a casa.
I
miei ricordi continuano. Naturalmente il giorno più bello
fu quando ci dissero che potevamo portarcela a casa. Il 23 agosto,
dopo 45 giorni di trepidante attesa, Francesca, e noi con lei,
era finalmente libera! Sono emozioni indescrivibili. E' come se
fosse nata per la seconda volta, però questa volta era
tutto bellissimo, come era sempre stato nei nostri sogni. Quei
45 giorni erano durati un'infinità. Le giornate intere
passate lungo i corridoi di quell'ospedale a guardare le donne
che arrivavano col pancione, la loro agitazione, quelle dei mariti,
delle nonne, e poi vedere i bambini che, pochi minuti dopo la
nascita, erano gia' tra le braccia delle loro mamme, esauste ma
felici. Poi le processioni dei parenti, degli amici, con enormi
mazzi di fiori e regali di ogni tipo, tutti ad ammirare vocianti
quei gioielli piagnucolanti attraverso il vetro del nido. Alla
fine, dopo pochi giorni, arrivava per tutti il momento tanto atteso:
il papà che arrivava con la carrozzina appena comprata,
fresca e profumata, e pieno d'orgoglio, anche se goffo e un po'
impacciato, portava il resto della sua famigliola finalmente a
casa. Nel frattempo altre storie, piccoli drammi, si avvicendavano
nelle stanze vicine, quelle della terapia intensiva neonatale,
vicende più tristi e sofferte ma quasi sempre, malgrado
tutto e grazie a Dio, a buon fine. Così ce l'abbiamo fatta
anche noi, ed ecco il nostro motivo d'orgoglio quotidiano, una
bambina bellissima e intelligente, vivace e sensibile, simpatica
e generosa. Cento (arrabbiature) ci fa venire e altrettante ce
le fa passare, è sufficiente che ci regali uno dei suoi
smaglianti sorrisi, o faccia una delle sue battute tanto apparentemente
ingenue quanto già così maliziose...
Francesca finalmente fuori (da come è vestita non sembra
il 23 agosto, eh?).
07/06/07
Il primo vestitino.
Mese
di compleanni questo di giugno. Oggi è il turno del cugino
di Gianna, Pino di Milano, tantissimi auguri! Il nostro racconto
sui primi giorni del nostro ciclone chiamato Francesca, continua.
Come dicono gli americani, "step by step", passo dopo
passo, ogni giorno ottenevamo una nuova conquista, un nuovo risultato.
Finché il 14 agosto arrivò il giorno tanto sospirato
in cui Francesca poté staccare la spina e dire addio a
quel brutto contenitore trasparente e ai bip noiosi dei macchinari
delle incubatrici vicine. Finalmente poteva dormire in una culla
come tutti i bambini del mondo. Com'era buffa in quel pigiamino!
Era la taglia più piccola disponibile, la zero, eppure
le andava enorme, siamo stati costretti ad arrotolare le maniche
per fare uscire quelle manine minuscole! Come se avesse sentito
la novità e si fosse rilassata dopo tanto stress, dormì
per tre giorni consecutivi. Nella gabbia di vetro era sempre agitata,
si muoveva sempre, gattonava..., nel suo lettino, invece, fu subito
calma e serena, con quel sorriso sornione nel sonno che la diceva
lunga sulla sua (e nostra) soddisfazione. Un altro passo verso
la libertà era stato raggiunto, dovevamo soltanto aspettare
che arrivasse al peso giusto, come un pugile che deve affrontare
un incontro speciale, per portarcela finalmente a casa. Da allora
Gianna, come e anche peggio di tutte le mamme, ha soltanto un
pensiero fisso: deve mangiare, deve ingrassare! Meno male che
Francesca è una buona forchetta e che tuttavia non assimila
molto quello che mangia, altrimenti a quest'ora sarebbe gonfia
come un pallone!
Francesca indossa il suo primo vestitino.
05/06/07
La marsupio-terapia.
Anche
oggi c'è da festeggiare un compleanno, questa volta è
il turno della nostra cugina acquisita Carmen. Auguri! Alla terza
pagina del nostro ipotetico album dei ricordi, finalmente appare
Francesca non più protetta del plexiglass dell'incubatrice.
Quei giorni furono molto densi di emozioni per noi. Ogni piccola
conquista, anche la più insignificante, era per noi un
passo decisivo verso la normalità, verso la direzione giusta.
Fu una felicità infinita il primo giorno in cui le infermiere
concessero a Gianna di aprire l'incubatrice e prendere per la
prima volta Francesca tra le sue braccia. Fu soltanto per pochi
minuti, impacciati, alle prese con la coperta che scivolava, attenti
a non farle prendere freddo, ma per noi fu la coronazione di un
sogno finalmente realizzato. Per la prima volta non era un esserino
indifeso, coperto soltanto da un pannolino troppo grande, da osservare
dietro ad un vetro come fosse un pesciolino nell'acquario. Era
una bambina come tutte le altre, forse ancora troppo piccola,
ma che respirava, gemeva, emanava calore, ispirava una tenerezza
estrema. Da quel giorno cominciò la marsupio-terapia, una
tecnica che consente ai bambini prematuri di sentire, per qualche
minuto al giorno, il calore del seno della mamma, anche se non
può allattare. A Francesca piaceva molto quel contatto,
quel calore, quel profumo della pelle della mamma, anche se, dopo
pochi minuti, cominciava a piangere, evidentemente quella pratica
le aumentava l'appetito! Chi non ha passato questa forte esperienza
non può capire cosa significa per noi e non la auguriamo
a nessuno. Noi siamo stati fortunati, la nostra storia è
stata a lieto fine, ma le sensazioni provate in quei giorni non
le dimenticheremo mai, ci accompagneranno e ci terranno ancora
più legati tra noi, per tutta la vita.
Francesca comicia ad uscire dal suo nido di vetro.
Un
grande saluto e tanti auguri di buon compleanno a due nostri cugini,
Giuseppe che ha festeggiato l'altro ieri e Assunta che ha iniziato
giugno alla grande, per lei sarà un mese pieno di novità.
Continuiamo a sfogliare l'album dei ricordi. Un'altra foto memorabile
che rimarrà sempre scolpita nei nostri cuori, malgrado
sia sfocata e piena di riflessi del vetro dell'incubatrice, è
quella in cui sono riuscito ad immortalare il primo sorriso di
Francesca. Fu il giorno in cui per la prima volta vide o sentì
la presenza della sua mamma e per lei fu istintivo e naturale,
al suono della sua dolce voce, voltarsi verso di Gianna ed accennarle
un meraviglioso sorriso. Tutte le nostre pene degli ultimi dieci
giorni scomparvero all'improvviso e rimasero soltanto una gioia
immensa e l'ossessionante desiderio di portarcela a casa per stare
finalmente tutti e tre insieme. Spesso mi è capitato di
pensare che in fondo la nostra permanenza (o esilio) in America
è stato come un premio per quella nostra sofferenza patita
all'inizio. Abbiamo dovuto aspettare 45 giorni per abbracciarla,
ma poi la Provvidenza ci ha consentito di non separarci più
da lei per tutti i suoi primi tre anni. Chi la conosce oggi e
vede queste foto stenta a riconoscerla e anche noi facciamo molta
fatica ad associare quello scricciolo sotto vetro con il ciclone
che ogni giorno riempie la nostra casa. Eppure è sempre
lei ed anche a lei piace molto rivedersi.
Il primo sorriso di Francesca.
Evidentemente
la lunga solitudine di questi giorni comincia a fare i suoi effetti.
Sto rimettendo ordine nelle migliaia di foto digitali che ho scattato
negli ultimi anni e naturalmente quel ciclone di Francesca è
sempre presente. Allora ho deciso che in questi giorni, in attesa
che lei compia il suo terzo compleanno, può far piacere
sfogliare insieme l'album dei ricordi. La prima foto è
senz'altro quella che resterà per sempre nella storia del
nostro nucleo familiare. La prima poppata, la prima volta che
per qualche istante abbiamo stabilito un contatto fisico, io e
lei. Era minuscola, basta confrontare il suo faccino, le sue manine,
con le mie dita. Anche il biberon, che sembra enorme, in realtà
era quello minuscolo che di solito si usa per allattare i gattini
trovatelli. Quel giorno fu una grande emozione per me. Rimanevo
in bilico, tra le notizie confortanti sulla salute della bambina,
che però non potevo abbracciare, non potevo stringere forte
vicino al mio cuore, e le notizie tristi e desolanti che arrivavano
dalla terapia intensiva dove una strana e crudele decisione del
destino teneva Gianna lontana da me, da noi due. Quel giorno ho
imparato tante cose. Prima fra tutte l'importanza della Fede,
quella che non ci fa disperare mai, anche nei confronti delle
situazioni più difficili da comprendere. Poi ho appreso
all'improvviso, a nostre spese, quanto importanti, quanto siano
fondamentali la vita e l'amore per la vita stessa. Francesca,
già dal suo primo giorno di vita, mi ha insegnato a combattere,
mi ha fatto capire che vale sempre la pena tirar fuori i denti.
Con la determinazione, con la grinta, si può ottenere qualsiasi
cosa. E grazie a lei e grazie a Gianna da quel giorno ho ritrovato
il significato di tante cose, anche delle più semplici,
come quello di un sorriso, di cui avevo completamente dimenticato
l'esistenza.
11 luglio 2004: La prima poppata di Francesca (2 giorno di vita).
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