29/01/07
Francesca e la neve.
Ieri
è stata un'altra giornata storica per Francesca.
Per la prima volta nella sua vita ha messo i piedi e
le mani nella neve!
Malgrado ci avessero sconsigliato di avventurarci fino
a Cloudmont, a due ore di macchina da Huntsville, per
la scarsa consistenza della neve, ci siamo andati lo
stesso e qualcosa abbiamo trovato. Naturalmente non
è stato possibile sciare, ma era troppo forte
la curiosità di vedere come Francesca avrebbe
reagito al suo primo impatto con questa nuova sostanza,
bianca e ghiacciata. A dire la verità la sua
reazione è stata molto naturale, come se l'avesse
vista e toccata da sempre, forse aiutata dall'atteggiamento
dei suoi amichetti Barbara e Stefano che hanno subito
cominciato a tirarsi le palle di neve. Sembrava un piccolo
omino Michelin, impacciata nei movimenti in quell'improbabile
abbigliamento, ma si è divertita un sacco. Malgrado
i guanti, però, ha cominciato ad avere freddo
alle manine e presto ha iniziato a piangere perchè
le facevano male. E' stata un'altra bellissima esperienza,
e chissà che non arrivi anche ad Huntsville qualche
fiocco nei prossimi giorni...
La prima volta di Francesca sulla neve.
27/01/07
Provincialità.
Probabilmente
tutte le considerazioni fatte
finora sull'America e sugli americani sono state condizionate
dalla realtà provinciale in cui viviamo. In fondo
non viviamo a New York o Los Angeles e lo spaccato d'America
che osserviamo è molto limitato. Quando siamo usciti
da Huntsville abbiamo potuto scorgere qualcosa di diverso.
Una dimostrazione della provincialità della città
in cui viviamo l'abbiamo avuta oggi. In questi giorni
siamo alla ricerca di negozi che vendano abbigliamento
idoneo ad un ambiente invernale, da neve insomma. Volevamo
fare una gita in montagna e mostrare a Francesca la neve,
per la prima volta. Ad un centinaio di chilometri da qui
c'è un monte (Cloudmont) dove c'è un piccolo
impianto da sci attrezzato anche con la neve artificiale,
nel caso non ce sia sufficiente naturale. Trovare qualcosa
di decente da metterci addosso è stata un'impresa
quasi impossibile. Tutti i negozi, più o meno grandi,
più o meno orientati verso una clientela sportiva,
erano già ampiamente organizzati per la primavera,
magliette, pantaloncini, costumi da bagno e infradito.
Nessuno che avesse doposci, pantaloni imbottiti, giacconi
a vento. Nessuno che avesse il sospetto che ci potesse
essere qualche cliente che il 27 gennaio avesse voglia,
che ne so, di fare una settimana bianca! E' vero che siamo
alle latitudini di Tunisi, ma è anche vero che
la temperatura e quasi costantemente sotto zero, piove
nevischio, il mare è senz'altro più lontano
della montagna e le piste olimpioniche sulle montagne
del Colorado sono soltanto a due ore d'aereo da qui. Niente.
Non abbiamo trovato niente. Misteri americani.
Francesca e lo zio Antonio.
24/01/07
Ritorno alla normalità.
Anche
stavolta abbiamo dovuto pazientare un po', ma alla fine
tutto è rientrato nella normalità.
Francesca è completamente guarita, si è riadattata
al fuso orario e ai ritmi americani, ed è tornata
a frequentare l'asilo. E' stata a dir poco entusiasta di
rivedere gli amichetti, la maestra, i giochi e soprattutto
il suo preferito, un pupazzo di Barney che non lascia mai
quando sta all'asilo. Le piace tantissimo parlare, ripete
esattamente tutto quello che ascolta. Ultimamente non riusciamo
più a fare una telefonata tranquilla, lei deve intromettersi,
deve chiacchierare al telefono con chiunque sia, non importa
se lo conosce o no. Comincia a discutere animatamente, alzando
anche la voce a volte. Si fa rispettare e per noi comincia
a diventare difficile farci ascoltare, vuole sempre lei
l'ultima parola.
Francesca con nonno Andrea.
21/01/07
Sacrifici.
Rassicuriamo
ci si segue. Francesca sta molto meglio. Ormai la congiuntivite
e la sinusite sono guarite. Forse c'è ancora qualcosa
da fare per la tosse, ma è molto meno insistente. Purtroppo
è risultata allergica anche al secondo antibiotico.
Ora ci toccherà iniziare la lunga profilassi per scoprire
esattamente a cosa è allergica per evitare brutte sorprese
la prossima volta che ne avrà bisogno. Sta crescendo
molto, soprattutto con la lingua. Probabilmente stare un mese
in un ambiente a lei familiare, dove tutti parlavano una sola
lingua, le ha dato un po' di fiducia in più
ed è diventata ancora più chiacchierona. Le
mancano molto i parenti, soprattutto le sue due nonne e le
sue due cuginette. Spesso le ricorda durante il giorno e le
saluta volentieri quando sono al telefono. E' stato straziante
il momento in cui ci siamo salutati all'aeroporto. Non voleva
partire, sapeva che sarebbe passato di nuovo tanto tempo prima
di poterle rivedere. Anche per lei, stare lontana dall'Italia,
comincia a pesare parecchio, comincia ad essere un bel sacrificio.
Speriamo che quest'anno passi in fretta...
Francesca con Gianna, nonna Anna e zia Sr. Vandina.
19/01/07
Malanni di stagione.
Ricomincia
l'anno e ricominciano gli auguri. Oggi tocca ad Antonio, fratello
di Gianna, Buon Compleanno e, vedrai che l'anno prossimo festeggeremo
tutti insieme! Francesca se l'è vista maluccio in questi
ultimi tempi. La sera prima di partire siamo stati costretti
a portarla al pronto soccorso oftalmico per una brutta congiuntivite.
Durante il viaggio si è stancata tantissimo ed ha cominciato
a tossire. Ieri l'abbiamo riportata dal pediatra con un principio
di bronchite, sinusite e infezione alle orecchie. Non bastava
tutto questo, è risultata anche allergica all'antibiotico
prescrittole dal suo dottore, così siamo stati costretti
a riportarla all'ospedale pediatrico per farle somministrare
un antistaminico e la prescrizione di un nuovo antibiotico.
Sembra che le sue condizioni comincino a migliorare anche se
la tosse è ancora molto insistente e le impedisce (e
ci impedisce) di riposare. La differenza di fuso orario è
ormai stata superata. In questi casi le riesce più facile
riabituarsi al rientro in USA piuttosto che agli orari europei
(le prime notti prendeva sonno alle 5.00 del mattino). Non si
può dire che l'anno nuovo sia iniziato nel migliore dei
modi...
Francesca con i codini.
18/01/07
Cronaca di un rientro in USA (terza parte).
10
- Passato il primo controllo doganale, si recuperano i bagagli
che erano stati spediti (fortunatamente l'attesa per questa operazione
non è lunga) e, dopo una coda di altri 15 minuti, si passa
il nuovo controllo doganale (passaporto mostrato per la decima
volta) dove si pronuncia la fatidica frase "nulla da dichiarare".
Se il poliziotto non si fida... sono dolori! Ad un mio amico un
pezzo di cotechino natalizio è costato 100 dollari di multa.
Da notare che, per fare pochi metri, se hai troppe valigie (più
di quante braccia disposte a trascinarle), tocca prendere un carrello
per la modica spesa di 3 dollari... che ladri!
11 - Dopo quest'ultimo varco si riconsegnano i bagagli da spedire,
con la preghiera di rivederli un giorno, chissà, e si ripassa
al metal detector. Naturalmente tocca buttare o bere d'un fiato
tutta l'acqua, anche quella che era stata acquistata in "zona
pulita" e rimettersi in coda per altri 20 minuti. Il controllo
al metal detector in USA è ancora più severo che
in Europa, niente viene trascurato, e si ripete tutto quello già
descritto al precedente punto 5, con particolare attenzione ai
contenitori di liquidi. Per un bicchiere pieno d'acqua emerso
tra i pannolini dalla borsa della bambina, Gianna è stata
costretta a ritornare indietro, svuotarlo e rifare il percorso
ad ostacoli attraverso il metal detector (ritogli scarpe, cinture,
giaccone, etc...), mentre Francesca disperata urlava perchè
credeva che avessero arrestato la sua mammina.
12 - A questo punto, finalmente, siamo liberi di recarci al gate
d'imbarco del secondo volo (in un aeroporto che ha 6 terminal,
che vanno da A a F, indovinate in quale terminal siamo arrivati?
Naturalmente il Terminal A. E indovinate da quale terminal ripartiamo?
Naturalmente quello dalla parte completamente opposta, il Terminal
F!!!! Grazie a Dio il volo successivo parte con 2 ore e mezza
di ritardo, così abbiamo tempo a sufficienza per prepararci,
ed annoiarci.
13 - Arrivato il tempo di imbarcarci (ore 1.30 del mattino italiane,
19.30 locali), stavolta siamo graziati e non ci sono stati richiesti
nuovamente i passaporti, così mostriamo soltanto le carte
d'imbarco e saliamo sull'aereo. Primo litigio con la hostess che
non mi permette di portare il bagaglio a mano ritenuto troppo
grande (non è vero), devo consegnarlo (con tutto il suo
preziosissimo contenuto del valore di almeno 4000 euro) e sperare
di ritrovarlo all'arrivo. Sembra facile convincere una bambina
di poco più di 2 anni che per motivi di sicurezza deve
stare seduta, con la cintura allacciata, almeno fino al decollo?
Assolutamente NO. Così perdiamo, stavolta per colpa nostra,
litigando di nuovo con la hostess, sotto gli occhi assassini di
tutti gli altri passeggeri, un'altra mezz'ora per costringerla
a stare seduta e legata, straziati in cuore dalle sue urla isteriche
e disperate. Che regole crudeli!
14 - Dopo 2 ore di volo turbolento, ma tutto sommato tranquillo,
con Francesca esausta, rassegnata, e addormentata, giungiamo a
Nashville, la capitale della musica country, dove riusciamo a
recuperare soltanto due valigie su tre e perdiamo un'altra ora
per file, controlli e moduli vari. Su 5 voli in ingresso in USA
4 volte mi hanno smarrito le valigie, un record! Siamo ormai tre
automi senza volontà con il solo miraggio di un letto caldo.
Mi aspettano altre due ore d'auto per raggiungere casa nostra,
che passano in fretta, come in un sogno (o ho dormito veramente?).
15 - Finalmente alle 24.00 locali (7.00 del mattino in Italia,
cioè 25 ore dal nostro risveglio) raggiungiamo la meta
tanto agognata, completamente esausti.
I numeri del viaggio:
25 ore di veglia consecutiva di cui
- 12 ore complessive di volo
- 3 ore d'auto
- 5 ore d'attesa
- 3 ore complessive di coda
- 3 ore di spostamenti vari
Allora, c'è ancora qualcuno disposto a venirci a trovare,
per la modica spesa di 1000 euro, andata e ritorno?
Francesca e la cuginetta Simona.
17/01/07
Cronaca di un rientro in USA (seconda parte).5
- Alle 9.00 ci rechiamo, questa volta direttamente e con una fila
di soli 20 minuti, al fatidico controllo con il metal detector.
Ormai penso che fra qualche anno dovremo spogliarci completamente
nudi e ci faranno radiografie, TAC, elettrocardiogramma ed ecografia
mammaria tutto incluso nel prezzo del biglietto aereo (non sarebbe
male un check-up completo...). Quando arriva il nostro turno,
dopo aver controllato per la quinta volta i passaporti e le carte
d'imbarco, dobbiamo riempire le magiche vaschette con orologi,
portafogli, telefonini, cinture, scarpe, giacconi, computers,
telecamere, macchine fotografiche e, in buste trasparenti a parte,
tutto ciò che contiene o potrebbe contenere liquidi, creme
e gel (dentifrici, make-up, medicinali, biberon, etc...). Praticamente
tutto il contenuto dei nostri due bagagli a mano (che avevano
richiesto un paio d'ore di certosino lavoro di riempimento con
incastri da opera d'arte) viene disfatto in pochi secondi e distribuito
in almeno 10 vaschette e vivisezionato con attenzione maniacale
(e la presenza della bambina ci ha aiutati ad accelerare alcune
discussioni...). Non contenti mi chiedono di riesaminare con un
sensore portatile anche il rimanente contenuto della mia borsa.
6 - Alle 9.30, finito il controllo con il metal detector, ci controllano
per la sesta volta i passaporti e le carte d'imbarco ed entriamo
finalmente nella "zona pulita" dove è possibile
spendere fortune al duty free per bottiglie d'acqua minerale non
radiattiva. Ci rechiamo al gate C33 (tramite un trenino che grazie
a Dio passa ogni minuto e non c'è mai fila) ed attendiamo
fino alle 10.50 per l'imbarco.
7 - Prima di salire sull'aereo ci controllano i passaporti altre
2 volte, la prima al momento della consegna della carta d'imbarco
e la seconda, qualche metro più avanti, prima di mettere
i piedi a bordo. Pertanto i nostri passaporti sono stati controllati
sul territorio italiano ben 8 volte nell'arco di un paio d'ore.
A volte, tra questi ultimi due controlli chiedono nuovamente un
riesame del contenuto del bagaglio a mano...
8 - Volo Roma-Philadelphia confortevole, ad eccezione di un paio
d'ore di turbolenze molto violente, tali da far vomitare almeno
la metà dei passeggeri. A vedere gli altri che stanno male,
la mia forte otite, il terrore di Gianna e la febbre di Francesca
passano in secondo piano... fortunatamente c'è sempre chi
sta peggio di noi... Per tranquillizzarmi vedo un paio di film
violenti e sanguinolenti che quasi raggiungono lo scopo di farmi
vomitare tutto quel "ben di Dio" che le sempre-esagaratamente-cortesi
hostess ci hanno "amorevolmente" costretti a mangiare.
9 - Ore 22.00 (16.00 locali) atterraggio in una fredda e piovosa
Philadelphia e si ricomincia la serie di controlli. Durante il
volo abbiamo compilato altri quattro moduli (uno a testa più
uno familiare) con le nostre generalità e residenza in
USA, abbiamo dichiarato di non essere terroristi e di non portare
al seguito carne, vegetali, semi, materiale radiattivo, e tutta
la serie di armi chimico-biologiche, esplosivi etc. già
rammentata in precedenza. Tutta questa carta viene di norma consegnata
al primo vero controllo doganale, quello dove tutti gli Aliens
(gli stranieri) sono sottoposti a schedatura in barba a tutte
le leggi mondiali di protezione della privacy. Impronte digitali
e fotografia per tutti, e almeno altri 30 minuti di coda.
(fine seconda parte)
Francesca e la cuginetta Martina.
16/01/07
Cronaca di un rientro in USA (prima parte).
Anche
stavolta siamo rientrati in USA. Devo dire che il viaggio è
stato uno dei peggiori della nostra storia, quasi tutto è
andato storto e la nostra pazienza ha dovuto subire un durissimo
test. Scommetto che molti di voi ci invidiano perché viviamo
negli States, il paese di Paris Hilton, Brad Pitt e Bill Gates,
ma forse nessuno si immagina cosa significa fare un viaggio verso
gli USA in quest'epoca post-Bin Laden. Per recarci nella nostra
mitica cittadina dell'Alabama, che dista 8500 km dall'Italia,
in teoria, con una media di 1000 km/h, servirebbero soltanto poco
più di 8 ore e invece... ecco la nostra giornata di viaggio!
Sveglia
prima del gallo alle 6.00 e corsa all'aeroporto di Fiumicino,
Terminal C, per iniziare l'interminabile avventura (fortunatamente
l'ultima notte italiana l'abbiamo passata a Roma ed a quell'ora
del mattino il mostruoso traffico della capitale è ancora
sufficientemente assopito).
1 - Il primo controllo dei passaporti avviene alle 8.00, appena
entrati in aeroporto, soltanto perché ci si reca in direzione
dei desk delle compagnie americane ed israeliane (l'ultima estate
soltanto questo primo controllo mi è costato 300 metri
e 30 minuti di fila).
2 - Secondo controllo dei passaporti alle 8.15 e primo interrogatorio
sul contenuto dei bagagli circa 10 metri prima del check-in. Compilazione
di un modulo per ogni viaggiatore (siamo in 3 compresa la mia
piccola terrorista di 2 anni e mezzo di nome Francesca) con le
nostre generalità e l'indirizzo USA presso cui andremo
ad abitare. Un dubbio: dobbiamo dichiarare che i bagagli sono
nostri, preparati da noi stessi e non contengono alcun apparato
elettronico o arma o esplosivo consegnatici da estranei. Ci sarà
mai stato, al mondo, qualcuno che a queste domande abbia risposto
YES? Strano, nessuno mi ha chiesto se portavo droga... bah, forse
perché un po' ce ne vorrebbe per sopportare tutto lo stress
del viaggio...!
3 - Terzo controllo dei passaporti alle 8.30 (grazie alla bambina
che piangeva, è già una bravissima attrice, abbiamo
saltato la fila...) finalmente facciamo il check-in, consegnamo
i bagagli (pesati almeno 700 volte nei giorni scorsi per evitare
multe e sovrapprezzi) che non hanno superato i 22.5 kg ciascuno
e riceviamo le carte d'imbarco.
4 - Felici e contenti per aver raggiunto questo primo obiettivo
in soli 30 minuti (l'ultima volta senza bambina ci ho messo 2
ore) usciamo dall'area contamin... ehm, riservata, e salutiamo
i nostri parenti in lacrime (succede tutte le volte e non ci possiamo
fare nulla) e ripassiamo il controllo passaporti (per la quarta
volta) già effettuato al punto 1.
(fine prima parte)
Francesca e il cuginetto Gabriele.
11/01/07
Due anni finiti!
Anche
se da Roma, vogliamo salutare tutti e soprattutto il nostro terzo
anno che ufficialmente è cominciato ieri! A lunedì
prossimo!
Francesca è in Italia!
E'
arrivato finalmente il momento di partire. Le valigie, come si
può vedere dalla foto, sono pronte e pienissime. Ci aspetta
un viaggio lungo e massacrante, ma speriamo che vada tutto per
il meglio. Vogliamo cogliere l'occasione per augurare a tutti
i nostri fedelissimi lettori un sereno Natale, con i calore e
l'amore dei vostri cari, e un nuovo anno 2007 pieno di gioie e
soddisfazioni, che possa finalmente realizzare tutti i vostri
sogni. Ci rivediamo a metà gennaio!
Francesca saluta e augura a tutti BUONE FESTE!
Ci
siamo quasi. Ancora un po' di pazienza e finalmente arriverà
il fatidico giorno della partenza. Questo finesettimana è
passato in sordina a salutare gli amici, scambiarci auguri e strenne,
e preparare le ultime cose. Le valigie sono già piene e
chiuse (con un po' di forza) e non resta che aspettare che passino
le ore. L'unico timore sono gli imprevisti dell'ultim'ora e infatti
l'imprevisto più prevedibile è già successo:
Francesca è nuovamente raffreddatissima, ieri aveva qualche
decimo di febbre e oggi è stata noiosa e fastidiosa tutta
la giornata. Speriamo che recuperi in fretta, non c'è niente
di più seccante che viaggiare con un bambino non in buona
forma.
Oggi vorrei dedicare un pensiero al caro amico Graziano che ci
ha lasciati un anno fa. Il suo ricordo è ancora molto forte
e mi mancano tantissimo i suoi sorrisi, i suoi consigli, il suo
calore. La scorsa primavera sono andato a trovarlo ed ho deposto
un fiore sulla sua tomba. Aveva la foto che scattammo al nostro
matrimonio. Non lo dimenticherò mai. Spero che Gabriella
e la piccola Elena, le sue donne, passino un Natale un po' più
sereno di quello dell'anno scorso.
Francesca chiacchiera con la moglie di Babbo Natale.
15/12/06
Buon compleanno.
In
questo periodo tutti sono in festa, si pensa ai regali, alle cene,
a rivedere i propri cari. Ieri e oggi due persone a me molto care
hanno già festeggiato per qualcosa di più: il compleanno
di mia sorella Tina e del suo figlioletto Gabriele. Non si svela
l'età di una signora (anche perchè non li dimostra
affatto) comunque posso dire che per mia sorella è un'annata
speciale. Le auguro di cuore sempre migliori fortune e tutta la
serenità che si merita. Il nipotino Gabriele, invece, compie
6 anni. Ogni anno diventa sempre più simpatico e pieno
di energia. Sta conquistando con forza un suo spazio all'ombra
dei suoi fratelli più grandi. Da parte nostra invece, sembra
che questa settimana non finisca più. Abbiamo fatto il
presepio, come già avevo anticipato qualche giorno fa,
anche se potremo gustarcelo per poco tempo. Francesca avrà
il tempo e la possibilità di godersi quello dei nonni e
degli zii. Continuiamo a controllare e ricontrollare le nostre
liste, che tutto sia pronto, che non ci dimentichiamo niente.
Vorremmo portare con noi di tutto e di più, vorremmo che
tutti potessero condividere le nostre esperienze, le nostre conoscenze
e per fare questo vorremmo poter mettere tutto in valigia (per
ora ne abbiamo riempite cinque). Ma quando arriva mercoledi?
Anche quest'anno abbiamo fatto il presepio.
13/12/06
Santa Lucia 2006.
Tantissimi
auguri a tutte le donne che si chiamano Lucia, tra le quali mia
sorella, l'amica Lucia di Bracciano, e le cugine Lucia di Faenza
e Lucia di Buenos Aires. E visto che ci troviamo, facciamo tanti
auguri di buon compleanno in ritardo anche al fratello di Gianna,
Oto. Fervono frenetici i preparativi, più che per il Natale
che si avvicina, per la partenza finalmente per l'Italia. Ma quest'anno
le due cose coincidono. Fra sette giorni staremo sorvolando l'Atlantico.
C'è un po' di emozione. Sono passati quasi 6 mesi dal nostro
ultimo soggiorno nella nostra amata patria e non vediamo l'ora
di riabbracciare i nostri cari. Scommetto, però, che loro
siano ancora più in ansia di rivedere la nipotina. Abbiamo
appena mandato in anteprima alcune foto scattate in abito natalizio
e, senza saperlo, abbiamo fatto in modo che l'aspettativa crescesse
ancora di più. In effetti le foto la mostrano ancora più
grande di quanto non lo sia nella realtà. Per noi, che
la vediamo ogni giorno, ogni secondo della giornata, è
sempre uguale, ma forse la nostra signorina sta crescendo.
Francesca in piena forma.
Questa
volta festeggiamo noi, sono 700 giorni che siamo in Alabama! Il
penultimo weekend, prima delle vacanze natalizie, è stato
pieno di impegni. Sabato abbiamo fatto una visita a Babbo Natale
che si è fatto una foto con Francesca e le ha regalato
un orsacchiotto bianco. Anche stavolta, ma molto di più
dell'anno scorso, Francesca si è divertita. C'erano i suoi
personaggi preferiti, Topolino, Minnie, Winnie Pooh e tutti i
loro amici, che hanno ballato e posato per le foto di rito con
i bambini. Un'orchestrina suonava tantissime canzoni natalizie,
i clowns gonfiavano palloncini e tante volontarie dipingevano
il viso dei bimbi con mille colori. Oggi, domenica, dopo un pomeriggio
impegnato con l'immancabile shopping, siamo stati al Giardino
Botanico dove ogni anno viene allestito uno spettacolo fantastico.
Centinaia di alberi, cespugli, strutture di legno, prendono vita
grazie alle luci di natale che disegnano nel buio scenari meravigliosi,
pieni di magia. Non solo rappresentano immagini belle e divertenti,
ma queste prendono vita, si muovono e rallegrano il cuore degli
spettatori. Francesca era eccitatissima, continuava a sbarrare
gli occhi dalla meraviglia ed urlava "look, look, cool, yes!!",
ormai è proprio americana.
Francesca e Santa Claus.
08/12/06
Festa dell'Immacolata.
Anche
oggi giornata freddissima, stamattina mentre salivo in macchina
per andare in ufficio la colonnina del mercurio si è fermata
a 16F che significano -9°C. Una temperatura anomala soprattutto
per questo periodo dell'anno. Gli americani, comunque, non si
preoccupano più di tanto, non è raro incontrare
qualcuno che si ostina ad indossare solo una t-shirt come ad agosto.
Come dicevo sono andato regolarmente in ufficio perchè
gli americani non festeggiano l'Immacolata. Anche noi italiani,
comunque, grazie alla lodevole iniziativa della simpatica Elisa
e della sua famiglia, abbiamo avuto la nostra Festa dell'Immacolata.
Ci siamo incontrati, in un discreto numero, presso una scuola
cattolica, dove abbiamo ascoltato la messa in italiano, celebrata
da un giovane prete americano che ha studiato 5 anni in Italia,
e ci siamo scambiati gli auguri di Natale. E' stata una bella
idea, semplice, simpatica e graditissima, che speriamo si possa
ripetere più spesso in futuro. A volte per organizzare
qualcosa di piacevole non servono grandi strumenti, basta un po'
di iniziativa e un pizzico di buona volontà. Abbiamo potuto
rivedere vecchie conoscenze, amici di lunga data e facce nuove.
Un modo originale per scambiare un sorriso e fare due chiacchiere
nella nostra lingua. Per una volta ci siamo sentiti proprio a
casa nostra.
Francesca chiacchiera con la "caliente" Brigitte.
Oggi
è San Nicola, auguri a tutti quanti, Nicola, Nico, zia
Nicoletta e soprattutto ai pugliesi. Ma in tutto il mondo quello
di St. Nicholas è un giorno particolare. Per esempio i
tedeschi (il mio vicino di scrivania in ufficio mi ha spiegato
un po' le loro tradizioni) oggi festeggiano Sankt Nikolaus il
vescovo antesignano di Santa Claus (Babbo Natale) che porta dolci
o carbone ai bambini, e i bambini stessi passano di porta in porta
a chiedere dolcetto o scherzetto, tipo sera di Halloween.
La Christmas Parade ci è costata cara. A stare una mattinata
intera al freddo glaciale di questi giorni ci siamo procurati
un forte raffreddore, tutti e tre contemporaneamente. Domani notte
è previsto -8°C, ogni mattina passo mezz'ora a grattare
il ghiaccio dalla macchina. E invece le notizie che arrivano dall'Italia
parlano di autunno più caldo degli ultimi 130 anni, bah!
Settimana densa di impegni per noi. Domani sera c'è un
balletto (Lo Schiaccianoci di Chaikovskij), dopodomani la messa
natalizia in Italiano, sabato l'Operazione Christmas Bear, festa
di Natale con clowns e cotillons offerta ai bambini figli di militari,
e domenica ci viene a trovare David! Per non parlare delle cene
di fine anno organizzate in ufficio, a casa con gli amici e all'asilo
di Francesca. Non abbiamo un attimo di respiro ed è un
bene perchè così l'attesa di due settimane per la
partenza per l'Italia sarà meno lunga e stressante. A proposito
di conto alla rovescia, oggi siamo scesi sotto il muro dei 400
giorni al nostro rientro definitivo. Abbiamo ancora tante cose
da fare e da vedere, speriamo di riuscire a fare tutto con serenità
ed allegria.
Francesca un po' scocciata.
03/12/06
Christmas Parade.
Siamo
in piena atmosfera natalizia. Sabato c'è stata la tradizionale
parata di Natale. Tutta la cittadina di Huntsville alle 12 in
punto si è riunita in centro ad assistere (o a partecipare)
alla parata, una lunghissima successione di carri allegorici,
auto d'epoca, cheerleaders, bande, bambini di tutte le scuole
e chiese di Huntsville, rappresentanze militari, moto, bici, go-kart
e tantissimi altri, tutti addobbati con i colori natalizi. E'
stata un'altra esperienza da ricordare, a parte il freddo, perchè
si è trattata di una tipica espressione tradizionale americana.
Naturalmente le parate che si tengono nelle grandi città
(la più famosa è quella di New York) sono di un
altro livello, ma quello che possono esprimere le piccole cittadine
di provincia è forse più genuino e caratteristico.
L'impegnato finesettimana non si è fermato qui. In serata
di sabato abbiamo partecipato ad una festa a sorpresa (anche questa
tipica americana), tutti al buio ad aspettare che arrivasse la
festeggiata che, fatta rientrare in casa con un pretesto, ha aperto
la porta, e noi abbiamo urlato tutti insieme "Surprise!!!!".
Fortunatamente non è morta d'infarto... La serata è
stata molto piacevole con cucina messicana.
La Christmas Parade.
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